Turismo spaziale, le vacanze deluxe a prezzi stellari

Navicelle ipersoniche e capsule panoramiche con a bordo degustazioni gourmet e Spa fluttuanti nella termosfera. Queste le nuove frontiere dell’astro-turismo, un business da miliardi di dollari, ma dagli effetti collaterali sempre in agguato.
Il lancio del razzo Ariane 6. Foto: ©ESA / Immagine: Ariane 6 decollo / Autore: S. Corvaja

Se ai Fenici, quando nel 600 a.C. navigavano per oceani orientandosi con l’Orsa Minore e le “intramontabili” stelle del circolo artico, qualcuno avesse detto che in poco più di due millenni e mezzo l’uomo ci sarebbe arrivato di persona lassù nello spazio, di sicuro lo avrebbero considerato un folle.

Eppure è proprio grazie a quella follia divenuta proverbiale e tragica nell’Ulisse dantesco, che tenta di navigare oltre le colonne d’Ercole, se l’umanità ancor oggi osa intraprendere le sfide più impossibili per spingersi sempre oltre i limiti della conoscenza cosmica e viaggiare sempre oltre i confini dell’immaginabile.

Non sorprende dunque se l’orbita – è il caso di dirlo – raggiunta dal turismo spaziale consista nell’offerta di viaggi e vacanze ultraterrestri che fanno segnare un recente trend in continua ascesa, sebbene abbiano un target estremamente selettivo e le tariffe siano così “stellari” che solo pochissimi fortunati possono permettersele.

Pacchetto “Zero G” tutto incluso

Tenetevi forte: i costi per qualche ora o giorno nello spazio, vanno da un minimo di 150 mila euro a un massimo di 60 milioni di euro.

Una nota compagnia privata di viaggi nello spazio propone ad esempio un pacchetto turistico dal costo, tutto incluso, di 250 mila dollari a persona.

Gli astro-turisti fanno un breve corso di addestramento, ovviamente incluso nella tariffa di viaggio, anche se l’ascesa, lo sganciamento del propulsore, il galleggiamento nello spazio, la raggiunta dell’apogeo a circa 90 km dalla terra e il rientro con planaggio sono tutte fasi che si svolgono dolcemente e senza “scossoni” – se non al seppur poderoso conto corrente bancario dei partecipanti.

Un po’ più economici, si fa per dire, sono i prezzi di un’altra agenzia di turismo spaziale che per 125 mila euro pro capite offre l’ascesa spaziale in una capsula super confort di 60 mq e dotata di grandi vetrate panoramiche.

Raggiunti i 30 km di quota i passeggeri trascorrono sei indimenticabili ore fluttuando nella stratosfera e, tra un delizioso pranzo gourmet servito a bordo e una rilassante spa, possono ammirare dallo spazio il loro pianeta azzurro e scattare selfie in romantica compagnia.

Nel ridiscendere poi, la capsula che è sorretta da un super resistente pallone aerostatico, farà vivere ai turisti l’avventura tutta esperienziale della “Gravità Zero”, ovvero li farà galleggiare in temporanea assenza di peso.

Walking tour e griffe spaziali

I viaggi finora descritti, per quanto sensazionali, non oltrepassano la termosfera, vale a dire i 500 km di distanza dalla Terra, e dunque non sono ancora il top del turismo spaziale.

Esistono infatti anche i pacchetti super luxury che offrono viaggi verso ben altre quote e a tariffe questa volta a dir poco “galattiche”.

Occorrono circa 55 milioni di dollari a persona per raggiungere come turisti la Stazione Spaziale Internazionale e trascorrervi dieci giorni di “vacanza” appunto in totale assenza di “preoccupazioni” e di gravità.

Tra qualche anno sarà anche possibile fare delle vere e proprie passeggiate turistiche nello spazio.

Per ora l’esperienza dello “space-walking” se l’è potuta concedere a livello turistico solo un miliardario americano, che a bordo di una navicella ha superato i 1,400 km di quota ed è diventato il primo astronauta non professionista a passeggiare nello spazio.

Resta top secret il prezzo pagato, ma non ci vuole il calcolatore astronomico per stabilire che siamo nell’ordine delle centinaia di milioni di dollari.

I comuni mortali non perdano le speranze, perché per il futuro prossimo venturo le nascenti agenzie dell’astro-turismo già promettono di offrire delle convenienti passeggiate stellari low cost per chi prenota un viaggio (spaziale) di nozze e prezzi stracciati per chi, giustamente, va in “luna di miele”.

Nel frattempo il trend dell’astro-turismo cresce anche in Europa ed è proprio una celebre casa di moda italiana che, per rendere ancora più esclusivi i viaggi spaziali sia scientifici che turistici, ha griffato le nuove tutte spaziali che le prossime astronaute e astronauti della Nasa indosseranno durante le loro passeggiate nello spazio e sulla Luna.

Turismo lunare tra follia e senno

A supporto dell’astro-turismo vi sono ovviamente i pilastri dello studio scientifico e della tecnologia aerospaziale; che in questi ultimi mesi hanno segnato delle tappe molto importanti come la navetta spaziale “riciclabile”, spinta in orbita da un razzo “obbediente” che, raggiunta l’iper-atmosfera, ritorna in buon ordine alla sua base di decollo.

Impressionante è di qualche giorno fa l’uscita del vettore ipersonico in grado di resistere a oltre 2 mila gradi Celsius e che supera la velocità di 7.000 km orari.

E poi vi è la cara Arianna 6, il nuovo super razzo tutto europeo che consentirà all’Agenzia Spaziale Europea di lanciare più missioni in orbite diverse con un unico volo.

Tutto ciò è fantastico e spalanca enormi prospettive al turismo spaziale, ma deve far riflettere il fatto che in realtà la Luna, quella “vera”, è per ora una meta irraggiungibile per i semplici astro-turisti.

E ciò non solo perché essa dista dalla Terra oltre 385 mila km, ma perché la sua “colonizzazione” da parte degli umani potrebbe determinare seri effetti collaterali in termini di scorie e detriti spaziali.

Ciò non vuol essere un anacronistico stop al “progresso”, ma è l’auspicio che la sfrenata corsa internazionale che si è scatenata per la conquista dello “spazio turistico” venga regolata e tutelata da norme chiare e valevoli per tutti.

Ben venga dunque la sana follia di cui abbiamo parlato e che è un potente propulsore per il progresso spaziale dell’umanità, ma essa va comunque tenuta a freno quando, sedotta dei capricci dei miliardari, rischia di diventare solo uno strumento per fare incassi e arrecare danni all’intero ecosistema planetario.

E allora perché non seguire le orme del saggio Astolfo che, inviato dall’Ariosto, arrivò molto prima di noi sulla Luna, ma non per colonizzarla o impiantare stabilimenti turistici, bensì per ritrovare un po’ di quel senno perduto dall’umanità!

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