Weekend in rosso: trionfo Sinner e doppietta Ferrari

È stato un weekend in rosso quello appena concluso: prima il rosso del nostro Sinner-carota che trionfa a Riad, poi una doppietta del rosso Ferrari attesa 18 anni.
Foto Ansa, EPA/JOHN MABANGLO

“Rosso relativo” cantava Tiziano Ferro ma, di relativo, il rosso di questo magico fine settimana ha ben poco: inizia il nostro carota boy con il trionfo del Six Kings Slam e finiscono le due Rosse a quattro ruote con una doppietta Ferrari che, ad Austin, mancava da ben 18 anni. Ed è rosso assoluto.

Sinner sempre più numero uno: è il primo re del Six Kings Slam

Partiamo dall’inizio di questa settimana, un inizio trionfale per il nostro Jannik che, anche se ha già il posto di numero uno assicurato fino a fine anno, non smette di dimostrarsi tale: è lui anche il primo re del Six kings Slam. Battuto anche un fantastico Carlos Alcaraz in finale, infatti, è Jannik Sinner il primo re di Riad, in Arabia Saudita, alla prima edizione del Six Kings Slam, il torneo esibizione tenutosi il 16, 17 e 19 ottobre scorso. Niente punti e nessuna utilità nella classifica ATP ma solo spettacolo puro: questo è stato la prima edizione del Six Kings Slam di Riad che, dagli invitati d’eccezione, ad uno spot degno di un Oscar fino ad arrivare ad un montepremi da capogiro di ben 6 milioni di dollari – il montepremi più ricco nella storia del tennis – è stato un regalo a tutti gli appassionati del tennis e ai sei partecipanti.

Un regalo per i partecipanti per il solo premio di partecipazione da ben un milione e mezzo dollari e per i tifosi che hanno visto le leggende del grande tennis sfidarsi, con i sei atleti in attività vincitori di più slam in carriera e tennisti, quindi, del calibro di Novak Djokovic con 24 Slam in carriera, Rafa Nadal – giusto in tempo prima del ritiro – con appena due trionfi in meno, Carlos Alcaraz, Jannik Sinner e Danil Medvedev – vincitori rispettivamente di 4, 2 e 1 Slam – e, a completare la brigata dei magnifici sei, Holger Rune che non ha ancora vinto uno Slam. Un format particolarissimo che ha visto i due re degli Slam – Djokovic e Nadal – aspettare direttamente in finale e gli altri quattro affrontarsi in match ad eliminazione diretta. Da una parte del tabellone Sinner, dall’altra Alcaraz, a lottare per la sfida contro, rispettivamente, Djokovic e Nadal.

Percorso simile per i due alla prima partita con Sinner che, come nello spot promozionale che lo vedeva signorotto rinascimentale, annienta a colpi di dritto e rovescio Medvedev per 6-0, 6-3. Dall’altra parte, il cyborg Carlos Alcaraz fa lo stesso con Rune che cede in due set 6-4, 6-2. Si arriva, quindi, in semifinale dove passato, presente e futuro si incontrano ed ecco qui ancora Sinner contro il guru Djokovic ed un magnifico match Alcaraz contro il gladiatore Nadal. Due partite leggendarie, simboliche, magiche che segnano il passaggio tra le due generazioni: i due re cedono il trono ai due principi. E si arriva a due finali epiche: quella della old school e quella, a cui faremo meglio ad abituarci, della new school.

Djokovic e Nadal da una parte a giocarsi il terzo posto, in un’emozionante partita che ha visto sfidarsi, forse per l’ultima volta, i due più grandi del tennis mondiale e Sinner Alcaraz dall’altra. Due partite difficilissime emotivamente e fisicamente con i due big che devono lottare con le emozioni e, dall’altra parte, un Sinner che ha tre ko e dei momenti difficili da dimenticare. Primi due set come sulle montagne russe con Sinner che scappa e poi si fa riprendere al primo set e riesce a strappare la vittoria al secondo, poi ecco al terzo set l’occasione di strappare il servizio al suo avversario, poi la vittoria ed ecco che Sinner è anche re di Riad che si colora dell’azzurro della nostra nazione e del rosso dei suoi capelli.

 Il Texas ha un nuovo sceriffo: Leclerc domina a Austin e Sainz completa l’impresa

E di rosso, stavolta il rosso Ferrari, si colora anche il cielo di Austin che, 18 anni dopo quel GP degli USA 2006 con la doppietta Schumacher- Massa, vede di nuovo una doppietta Ferrari, stavolta firmata Leclerc-Sainz. La terza doppietta dei magnifici Carletti della Rossa dopo Bahrain 2022 e Australia 2024 e, dopo la prova di forza e superiorità di quest ultimo Gan Premio, chissà se la coppia non si sia messa in testa di replicare questo doppio trionfo anche nelle ultime gare che li vedranno compagni d squadra.

Ma c’è ancora tempo per le altre gare e, prima di passare al Messico, pensiamo al Texas che, da oggi, ha un nuovo sceriffo, uno sceriffo che è anche re d’Italia e principe di Monaco: il suo nome è Charles Leclerc, il suo soprannome? Il predestinato e no, non è un’esagerazione. Non è un’esagerazione perché Charles ha deciso di vincere e, nonostante un weekend a tratti molto difficile che lo ha visto in perenne lotta con il compagno di squadra e mai in vetta, ha vinto. Ma andiamo in ordine e partiamo dall’inizio di questo weekend che ha visto, così come era finito lo scorso weekend, le due Rosse in una continua lotta.

Il fine settimana inizia con le 27 candeline spente da Charles che, ahimé, non ha il tempo di festeggiare in un weekend in cui si corre anche la sprint race e deve rimandare alla domenica festeggiamenti e regali di compleanno. Le due monoposto #16 e #55 partono subito bene con i migliori tempi nelle prime prove libere, poi ecco le qualifiche sprint con l’ultima piazza del podio per Charles, dietro Verstappen e Russell e solo il quinto posto, per un nulla, di Carlos, alle spalle dell’amico Lando. Si arriva, poi, alla Sprint con le posizioni delle due rosse invertite e con lo spagnolo che, dopo aver superato il compagno di squadra, supera anche Norris e si prende la seconda piazza nella sprint dietro ad un inarrivabile e ritornato a vita Max Verstappen, e il monegasco che scivola appena fuori dal podio.

Anche nelle qualifiche i protagonisti sono gli stessi, ma stavolta è la monoposto numero 4 a portare a casa il ruotino della pole, davanti all’amico-rivale Max Verstappen e alle due Ferrari, la 55 di Sainz e la 16 di Leclerc. Ma i punti si fanno la domenica e, dopo intere stagioni a vincere la pole e perdere poi la gara, finalmente Charles riesce ad invertire la tendenza. Il Texas ha un nuovo sceriffo e il sceriffo è quello che, partito dalla quarta posizione, finisce la prima curva da leader della gara beffando, in un colpo solo, il compagno di squadra e la coppia formata Verstappen e Norris intenta a battagliare. E il colpaccio della Ferrari continua perché il sceriffo non è solo, ha un vice ed è un vice con i fiocchi, uno che ragiona e che decide di anticipare il pit stop per non sporcarsi le gomme in una lotta in pista e ci riesce.

Alla fine del giro 22 è 1-2 Ferrari virtuale e le due Rosse hanno un gap così importante dalle altre monoposto che non hanno nulla di che preoccuparsi, se non riportare le macchine ai box. E infatti, dopo anche gli ultimi pit delle due McLaren, le lotte continuano dietro con la #1 di Verstappen e la #4 i Norris che si danno battaglia fino all’ultima curva, fino a quando la FIA non ha deciso chi dovesse andare sul podio. Ma, poco importa, in fondo, il terzo posto. Ciò che importa, oltre ad un mondiale che, forse, con la terza piazza di Verstappen si è appena deciso, oltre ai primi punti di Colapinto, è che le Ferrari ci sono, ci sono ancora e ci sono più che mai e, anche se fosse è già tardi, anche se la magia poteva succedere prima, ci stanno facendo sognare, senza nemmeno aspettare il 2025. E quindi, grazie Charles, grazie Carlos, per le vostre epiche battaglie, per la vostra bella amicizia, per le vostre vittorie che rimarranno sempre impresse nei nostri cuori e nella scuderia più storica e importante di tutte, quella Rossa.

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