Chiara d’Assisi e Chiara Lubich, sorelle di pace

Due voci profetiche che s’intrecciano tra passato e presente nell’ultimo libro intervista di Sabina Caligiani

Ecco due figure femminili che portano lo stesso nome: Chiara. Nate a distanza di secoli e in luoghi diversi, una ad Assisi in pieno Medioevo, l’altra a Trento nel 1920, possono dirsi realmente sorelle spirituali. Entrambe, infatti, hanno scelto Dio solo e nient’altro. Entrambe sono state fondatrici di due famiglie spirituali, “forzando” con audacia evangelica i limiti canonici del loro tempo per assicurare un “otre nuovo” al “vino nuovo” del rispettivo carisma. Una è già santa per la Chiesa, dell’altra è avviato il processo di beatificazione.

Finora nessuno le aveva celebrate assieme per cogliere la sorprendente sintonia che le accomuna e al tempo stesso le peculiarità che le distinguono. Lo ha fatto la giornalista e scrittrice Sabina Caligiani con un originale libro intervista edito dal Messaggero di Padova: Chiara Lubich e Chiara d’Assisi. Una scia di luce. Chi conosce solo qualcosa della santa umbra e della figura trentina, nell’appassionante raffronto tra le due personalità che ne risulta ha ora tra le mani un testo agile e al tempo stesso esauriente su vita e opere di ciascuna.

Per meglio conoscere vita e carisma della prima seguace di san Francesco, l’autrice intervista la badessa del monastero delle clarisse di Roma, madre Elena Francesca Beccaria; e per ciò che riguarda Lubich, dialoga con l’attuale presidente dei Focolari Margaret Karram e con la giornalista e scrittrice Caterina Ruggiu, che al Movimento dei Foolari ha aderito giovanissima. Interviste che si alternano, passando con disinvoltura dal 1200 ai nostri tempi, mettendo a fuoco singolari consonanze e altrettanti differenti aspetti riguardo alle tematiche trattate: vita del Vangelo, povertà, unità, profezia, Maria.

La povertà, ad esempio, male che affligge l’umanità di ogni tempo, oggi ancora più dilagante nel mondo, è quella stessa “altissima” povertà che la santa di Assisi ha volutamente accolto non solo nella carità verso gli ultimi, ma su di sé come ricchezza, come via di perfezione, cuore del Mistero, e che Lubich ha vissuto, anelando all’unità della famiglia umana e promuovendo un’economia di comunione attenta alle esigenze della persona, della sua dignità e alle istanze del bene comune.

Un rilievo particolare in quest’oggi sconvolto dalle guerre in corso è dato all’azione pacificatrice e all’onda di fraternità suscitata da entrambe nei modi richiesti dal proprio stato di vita: una da una clausura orante e aperta sul mondo circostante, l’altra da laica immersa in un mondo contemporaneo lacerato e disperso, dove l’unità dev’essere testimoniata con le opere.

Commenta nella prefazione la filosofa Angela Ales Bello: «Sorelle di pace: la loro voce risuona alta e forte in questo libro di Sabina Caligiani e non si tratta di una nota di tristezza, ma dell’autentica speranza cristiana non solo di realizzare una vita migliore in terra, ma di preparare qui una vita beata per l’eternità».

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