Festa del Cinema di Roma, una rassegna per tutti i gusti
Si è aperta e durerà fino al 27 la rassegna “ecumenica” della Capitale del cinema italiano (un tempo) che deve fare i conti con l’aria di festa popolare coinvolgente diversi quartieri, e la programmazione di eventi cinematografici e non solo. Film in gara, opere prime, la sezione migliore sempre quella di Alice nella città, vera punta originale della Festa, e lavori per tutti i gusti. Non mancano le star internazionali, che verranno premiate, come Johnny Depp che presenta il suo Modì, film omaggio su Modigliani (che è Riccardo Scamarcio, vedremo…) e Viggo Montersen con il suo secondo film, I morti non feriscono.
Visto in anteprima, si presenta come una ballata western malinconicamente virile in cui Viggo, che è protagonista, diventa un rude e solitario ex soldato, chiuso nella sua casa in terra inospitale, sceriffo in un paese violento. Ma la vera protagonista è la donna, una combattiva fioraia (Vicky Krieps), che resiste alle violenze maschili, ingentilisce la casa e il suo uomo e lo aspetta dalla guerra sino alla fine. Ricco di flasback che intersecano i vari momenti del racconto, sobrio e asciutto, il film è dolcemente duro, bello, poetico nella fotografia e incisivo nei pochi dialoghi. Si soffre e si muore, ma con una dignità perfetta, senza sentimentalismi, in un film che è ricco di sentimento, ma nascosto, pudico e forte di fronte alla rozzezza dell’ambiente, così che diventa parabola universale.
Certo, sono annunciati altri lavori. Domina ormai la fiction ed ecco le storie su Marcello Mastroianni, cent’anni dopo, Oriana Fallaci, Mike Bongiorno e la autobiografia dell’immancabile Carlo Verdone. E poi i film degli autori nostrani: Cristina Comencini, Luca Zingaretti, Gabriele Muccino, Federica Luna Vincenti sull’intimo Pirandello e poi l’atteso Return di Uberto Pasolini su Ulisse. Fa già discutere Conclave di Edward Berger, successo scontato, sui segreti vaticani.
Apertura in grande stile con Berlinguer la grande ambizione di Andrea Segre. Un film in cui Elio Germano, attore di notevole caratura, diventa lo statista, vive la sua personalità a livello fisico e morale con intensità totale e ne fa con sobrietà un ritratto convincente e bello. Da non perdere.
Buon Festival-festa!
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