Diritto al cibo per un futuro migliore

In occasione della Giornata mondiale dell'alimentazione si è tenuto a Roma un seminario di studio organizzato dalla missione della Santa Sede presso la FAO. Ne è emerso uno scenario ricco di criticità, ma anche di iniziative che aprono alla speranza per la lotta alla fame
Spighe in un campo vicino a Sana'a, nello Yemen. Proprio in concomitanza con la Giornata mondiale dell'alimentazione la FAO ha lanciato un allarme per la siccità in questo Paese arabo, che sta mettendo a rischio i raccolti e quindi il cibo per la popolazione. EPA/YAHYA ARHAB

Il 16 ottobre si celebra ogni anno la Giornata mondiale dell’alimentazione. Per il 2024 il tema scelto è “Diritto al cibo per una vita e un futuro migliori”. In particolare, a partire da questa giornata per un’intera settimana si svolgeranno una serie di incontri per approfondire questo tema presso la sede centrale della FAO (Organizzazione delle Nazioni Unite per l’alimentazione e l’agricoltura) di Roma. L’invito all’azione è esteso a tutto il mondo per generare centinaia di iniziative e attività di sensibilizzazione. Si inserisce tra queste il seminario di studio svolto il 10 ottobre presso la sede di Roma organizzata dalla Missione Permanente della Santa Sede presso la FAO, l’IFAD e il PAM e dal Forum Roma delle Organizzazioni non governative d’ispirazione cattolica. Lo svolgimento ha visto una prima parte “teorica”, dedicata ad evidenziare gli squilibri presenti nel mondo dell’alimentazione e alle possibili soluzioni, e una seconda parte in cui sono state condivise esperienze concrete, che mettono in luce il grande impegno delle ong di ispirazione cattolica in diversi luoghi del mondo per assicurare il diritto al cibo.

Alla presenza della direttrice del Dipartimento Comunicazione della FAO, dott.ssa Yasmina Bouziane, e del dott. Maurizio Martina, Vicedirettore Generale della FAO, si sono succeduti i relatori della prima parte. In particolare, la prof.ssa Simona Beretta ha sottolineata la necessità di cambiare le regole del commercio internazionale per assicurare a tutti l’accesso al cibo. La professoressa, ordinaria di politica economica, ha suggerito che per tutelare maggiormente gli interessi dei Paesi in via sviluppo ed emergenti, che oggi hanno più voce, bisogna abbandonare quel predominio di quegli Stati che cercano ancora di imporsi sugli altri, ma sempre con meno capacità di farlo sull’intero sistema. Il card. Peter Kodwo Appiah Turkson ha evidenziato come la fame del mondo rappresenti una triste realtà a cui non si è riusciti a mettere la parola fine. Purtroppo, secondo le parole del cardinale, non basta solo «una sana ricerca scientifica e solide politiche sociali finalizzate ad ottenere un miglioramento reale nell’educazione, della produzione e distribuzione di cibo, un’agricoltura sostenibile e la sicurezza alimentare. Occorre anche riscoprire il senso dell’umanesimo cristiano, fondato sulla solidarietà e la fratellanza». Sempre nella prima parte mons. Roberto Vitillo, come consigliere del Dicastero per il Servizio dello Sviluppo umano integrale, ha percorso attraverso documenti ed encicliche dei diversi papi succedutesi lo sforzo di impedire gli sprechi dei paesi ricchi, che invece dovrebbero moltiplicare gli interventi concreti. Purtroppo, mons. Vitillo si preoccupa che sia stato fatto troppo poco per raggiungere l’obiettivo “Fame Zero” dell’Agenda 2030 per lo sviluppo sostenibile. La Santa Sede in questo processo di avvicinamento può rappresentare ancora un valido aiuto per aprire un dibattito.

Nella seconda parte si sono quindi succedute le varie ong che, come è stato possibile verificare, operano nelle diverse parti del mondo per provare a sanare le ferite dell’umanità, ed in particolare provare a trovare soluzioni per affrontare le molteplici crisi alimentari. Sia Caritas Internationalis che New Humanity del Movimento dei Focolari hanno puntato ai più giovani, cercando di venire incontro alle loro esigenze alimentari. Queste esigenze vengono acuite dai conflitti, in cui loro malgrado vengono coinvolti. Si fa presente che New Humanity da prima della pandemia si è impegnata con la FAO a promuovere con i più giovani l’obiettivo Fame Zero attraverso svariate iniziative, così come mediante i canali di comunicazioni. Nella presentazione di questa ong sono state infatti presentate alcune piccole azioni sviluppate in Europa e in Asia per raggiungere le persone laddove vivono in estrema difficoltà. Non sono state meno incisive le iniziative dell’International Council of Catholic Men Unum-Omnes, che raggruppa varie ong sparse nel mondo capaci di intervenire per migliorare le condizioni di vita di popolazioni che patiscono fame, guerra e povertà. Significative sono state anche le loro iniziative presentate per diffondere una cultura di pace. Decisamente concrete, incisive ed avvedute sono state le azioni della Fundación Promoción Social svolte in Etiopia, dove il sostegno ad un’agricoltura sostenibile è sempre più complesso. Tuttavia le azioni intraprese, anche rendendo protagoniste le donne, sono state di grande aiuto. La Fondazione Marista per la Solidarietà internazionale ha presentato i suoi progetti di solidarietà internazionale per assicurare cibo alle popolazioni sottoposte a gravi problematiche. Infine, l’immagine della dichiarazione di guerra alla fame pronunciata negli anni sessanta dall’allora Presidente Pilar Bellosillo dell’Unione Mondiale delle Organizzazioni Femminili Cattoliche è riuscita a “galvanizzare” molti dei presenti. Attualmente l’Unione, attraverso la propria ong Manos Unidas, è intervenuta con successo in situazioni difficili per provvedere a sostentare gli indigeni dell’America latina afflitti da povertà e da ingiustizie. Quanto realizzato in questo variegato mondo, nonostante tutto, consente di guardare con speranza, anche se il cammino da fare per eliminare la fame e garantire che tutte le persone abbiano accesso alla nutrizione è ancora molto lungo.

Questo evento è stata anche l’occasione per presentare un Manifesto da parte del Forum Roma indirizzato non solo alle istituzioni e organizzazioni internazionali e nazionali, ma agli uomini e donne che sentono l’emergenza umanitaria di non poter usufruire con sicurezza del cibo. In questo manifesto si raccoglie l’invito di Papa Francesco che, nella sua bolla di indizione per l’Anno Santo, invita tutti nuovamente ad avere un sussulto di coscienza per adoperarsi nell’eliminazione della fame: «Piaga scandalosa nel corpo della nostra umanità». Più specificamente, il Santo Padre, in virtù della fraternità universale, propone di costituire un Fondo mondiale per eliminare la fame e per lo sviluppo dei Paesi più poveri «con il denaro che si impiega nelle armi e in altre spese militari, … così che i loro abitanti non ricorrano a soluzioni violente o ingannevoli e non siano costretti ad abbandonare i loro Paesi per cercare una vita più dignitosa». Il Forum Roma accoglie in questo manifesto l’invito e lo declina in diversi impegni da sottoscrivere. Per questo propone di diffonderlo diffusamente singolarmente e collettivamente mettendo in atto iniziative per la sua promozione. Moltiplicare le adesioni, specie coinvolgendo chi ha responsabilità civili, è un segno di speranza verso un mondo migliore, che per diventare così ha bisogno di azioni concrete.

Le parole conclusive di Mons. Chica Arellano, osservatore della Santa Sede presso la FAO, l’IFAD e il PAM, sono state prima di tutto di ringraziamento verso gli organizzatori e tutti gli intervenuti. Nelle relazioni e nelle esperienze presentate hanno contribuito a elaborare le giuste soluzioni per correggere gli squilibri presenti nel modello di alimentazione attuale. Rispetto a quanto accade nel mondo, che evidenzia dati tutt’altro che incoraggianti, secondo l’Osservatore, è emersa la possibilità di ripensare e rinnovare i nostri sistemi alimentari, in una prospettiva solidale, superando la logica dello sfruttamento selvaggio del creato e orientando meglio il nostro impegno a coltivare e custodire l’ambiente e le sue risorse, per garantire la sicurezza alimentare e per camminare verso una nutrizione sufficiente e sana per tutti. Per questo è importante influenzare il cambiamento delle politiche e sviluppare azioni coordinate e inclusive a livello globale.

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