Qualità dell’aria, l’Ue rafforza le regole

Semaforo verde dai Paesi Ue alla nuova direttiva sulla qualità dell'aria che allinea le norme Ue alle linee guida più recenti dell'Organizzazione Mondiale della Sanità. Stretta su Pm2,5 e NO2, i valori dovranno essere dimezzati entro la fine del decennio.  
Smog a Roma .ANSA/FABIO FRUSTACI

Il Consiglio dell’Unione Europea ha dato il via libera definitivo alle nuove norme per la tutela della qualità dell’aria. Questa direttiva definisce nuovi standard sugli inquinanti. Fra questi ci sono le particelle Pm10 e Pm2.5, il biossido di azoto e l’anidride solforosa. L’obiettivo è fissato entro il 2030, in linea con le normative dell’Organizzazione Mondiale della Sanità (Oms). Le nuove norme contribuiranno a raggiungere il traguardo europeo di azzerare l’inquinamento entro il 2050, aiutando a prevenire i decessi prematuri dovuti dall’inquinamento atmosferico.

Gli Stati membri potranno richiedere un rinvio della scadenza al 2030 ma solo per alcune condizioni specifiche. E se dovesse sussistere il rischio di non raggiungere i nuovi standard entro il 2030, gli Stati membri dovranno presentare (entro il 2028) un piano b: verranno quindi esaminate le proposte e ridiscusse per una eventuale proroga dei termini. Inoltre i cittadini degli Stati membri avranno il diritto di chiedere e ottenere un risarcimento in caso di danni alla salute provocati dalla violazione delle norme sulla qualità dell’aria stabilite nella direttiva.

Il testo sarà pubblicato in Gazzetta ufficiale UE ed entrerà in vigore il ventesimo giorno successivo alla pubblicazione. Da quel giorno gli Stati membri avranno due anni di tempo per recepire la direttiva nella legislazione nazionale.

In Italia

Il nostro Paese aveva chiesto e ottenuto di inserire alcuni vincoli per ottenere una proroga dei termini per il raggiungimento dei nuovi valori limite. Ad esempio la scarsa ventosità e la conseguente scarsa diluizione degli inquinanti tipiche della pianura padana.

Ma l’Italia è maglia nera Ue per morti da qualità dell’aria e le due sentenze di condanna da parte della Corte di Giustizia Ue non ci gratificano. Con la prima sentenza del 10 novembre 2020 è arrivata la condanna per il superamento sistematico dei limiti dei valori di PM10, mentre con la sentenza 12 maggio 2022 il nostro Paese è stato condannato per il superamento continuato dei limiti di biossido di azoto (NO2).

Il governo italiano è corso ai ripari approvando il Decreto legge 131/2024 con una serie di misure a tutela della qualità dell’aria. Ma secondo i dati dell’Agenzia europea per l’ambiente, per quanto riguarda la concentrazione di particolato fine (PM2.5), su 61 città italiane esaminate solo 5 si collocano in fascia di garanzia.

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