Il Nobel della Letteratura alla scrittrice sudcoreana Han Kang
Il suo ultimo libro, pubblicato in Italia come tutti gli altri da Adelphi, s’intitola “Non dico addio”: uscirà il 5 novembre prossimo e sarà il primo pubblicato da noi fregiandosi di essere stato scritto dalla vincitrice del Premio Nobel per la Letteratura 2024, la 17esima donna a riceverlo. Han Kang, laureata in Letteratura coreana a Seul, scrittrice originale e innovatrice, è stata scelta dall’Accademia di Svezia “per la sua intensa prosa poetica che mette a confronto i traumi storici con la fragilità della vita umana”.
“Non dico di no” è presentato come “una sorta di arduo e doloroso viaggio d’inverno, quello che compie la protagonista, Gyeong-ha, quando, senza esitare, accetta la pressante richiesta dell’amica Inseon, ricoverata in ospedale a Seul, di andare sull’isola di Jeju per dare da bere al suo pappagallino, che è rimasto da solo e rischia di morire. A Jeju, infatti, l’accoglie una terribile tempesta di neve, e poi un sentiero nel buio dove si perde, cade e si ferisce. Ma niente riesce a fermarla”.
La protagonista, infatti, si rialza e prosegue, “perché sa che deve assolutamente raggiungere la casa di Inseon e salvare il pappagallo. Quando arriverà, potrà soltanto seppellirlo, scavando a fatica nella neve e nella terra gelata. Poco dopo, però, lo vedrà di nuovo svolazzare nelle stanze buie e fredde – e insieme a lui comparirà anche l’amica, che aveva lasciato all’ospedale”. Sotto la sua guida, Gyeong-ha compirà un altro viaggio: “una discesa agli inferi, questa volta, nella storia della famiglia di Inseon e di uno dei massacri più infami che la Corea abbia mai conosciuto – quello perpetrato, tra la fine del 1948 e i primi mesi del 1949, ai danni di trentamila civili accusati di essere comunisti”.
Nata il 27 novembre del 1970, figlia d’arte, Han Kang usa una lingua limpida e precisa, ma anche capace di trasmettere un ampio ventaglio di emozioni. Ha vinto il Man booker international prize (sezione narrativa) nel 2016 per “La vegetariana”: un romanzo sulla tragica esperienza di una donna che per un disturbo alimentare sprofonda nel tunnel della malattia mentale e che subisce l’abbandono da parte della sua famiglia. Un caso letterario che l’ha fatta conoscere in tutto il mondo.
Tra le opere di Han Kang: “L’ora di greco”, “Atti umani” (che ha vinto il Premio Malaparte nel 2017), “Convalescenza”. Quest’ultimo è costituito da due racconti che ruotano intorno ad altrettante figure femminili, una che cerca risposte per i suoi dubbi dopo la morte della sorella, l’altra che “fiorisce e dà frutti prima di appassire”.
In “Atti umani” Han Kang si è ispirata a un episodio di rivolta urbana realmente avvenuto nel 1980 a Gwangju, dov’è cresciuta e dove centinaia di studenti e civili disarmati furono assassinati durante un massacro compiuto dall’esercito sudcoreano (erano i tempi del colpo di Stato di Chun Doo-hwan).
Han Kang è nota anche per il suo grande amore per l’arte e la musica, oltre che per la scrittura, ereditato dal padre, il famoso romanziere Han Seungwon. Come lettrice predilige, fra gli italiani, Guido Bassani, Italo Calvino e Primo Levi. Intervistata tempo fa da La Repubblica affermava: “Essendo cresciuta come buddista e avendo praticato fino ai vent’anni, non sono abituata a dividere il corpo dalla mente. Ma certamente il corpo umano è al centro della mia riflessione. Un corpo amato, malato, addolorato. La sua fragilità. La mortalità. La dignità. La bellezza”. E ancora: “La vegetariana e Atti umani sembrano molto diversi, ma io li considero collegati tra loro, quasi una coppia…”.
“L’ora di greco” invece è un romanzo ambientato in una Seul rovente e con protagonista una donna in cerca della sua voce. Un mutismo che la perseguita sin dalla gioventù e che la donna cerca di combattere affidandosi alla lingua di Platone e Aristotele. L’incontro con l’insegnante di greco è l’inizio di un rapporto intimo e delicato, ma anche l’occasione per rimettersi in contatto con il mondo.
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