Ruanda, numerose vittime per il virus Marburg

Un’epidemia di virus Marburg (della stessa famiglia dell’Ebola), sembra allo stato iniziale, si sta diffondendo in Ruanda. Non esiste attualmente un vaccino specifico. Le autorità sanitarie del Paese hanno preso immediati provvedimenti e segnalato la situazione all’Organizzazione Mondiale della Sanità.
Un'immagine del Bernhard Nocht Institute for Tropical Medicine (BNI) di Amburgo, in Germania, dove al livello 4 di biosicurezza viene trattato tra gli altri anche il virus Marburg a scopo di ricerca. EPA/CHRISTIAN CHARISIUS

Un’epidemia di virus Marburg si sta diffondendo in modo preoccupante in Ruanda.

In un rapporto di fine settembre, il ministero della Sanità ruandese ha annunciato che il numero totale delle vittime del virus è salito a undici dopo la morte di altre cinque persone nei giorni precedenti.

Dall’inizio dell’epidemia, il 27 settembre, sono stati confermati 29 casi in tutto il Paese, ha affermato il ministero della Sanità del Ruanda in un aggiornamento di questi giorni. Di questi, 19 sono in isolamento e ricevono cure.

Il virus Marburg fa parte della famiglia dei filovirus, che comprende anche il famigerato virus Ebola che colpì la regione dell’Africa occidentale 10 anni fa.

Si tratta di un virus molto pericoloso, con un tasso di mortalità fino all’88%, provoca febbre alta spesso accompagnata da emorragie che colpiscono diversi organi.

La patologia si manifesta come un’elevata febbre emorragica, spesso fatale per l’uomo. Il periodo di incubazione è compreso tra due e ventuno giorni. Il terzo giorno il paziente può avvertire nausea e vomito, diarrea, dolore addominale e crampi. Tra il quinto e il settimo giorno molti pazienti hanno emorragie, sintomo che spesso rende la patologia fatale. In media, la persona muore da otto a nove giorni dopo i primi segni di infezione.

La maggior parte delle persone che hanno contratto la malattia sono operatori sanitari, ha affermato l’Africa Cdc (Centro africano per il controllo e la prevenzione delle malattie), e lo ha confermato anche il ministro della Sanità del Ruanda, Sabin Nsanzimana.

Secondo l’istituzione sono stati rintracciati circa 290 contatti delle persone infette.

Il virus Marburg si trasmette attraverso il contatto diretto con sangue o fluidi corporei di persone infette, oppure indirettamente attraverso superfici contaminate. Gli animali possono trasmetterlo ai primati che vivono vicino a loro, compreso l’uomo.

Per il momento non è stato annunciato alcun confinamento. Le autorità ruandesi invitano la popolazione a vigilare ed evitare i contatti fisici con i malati.

Nessun vaccino è stato finora trovato per combattere questo virus. Questo è il motivo per cui, per prevenire la diffusione della malattia, le autorità sanitarie ruandesi stanno lavorando per tracciare e testare tutti i casi di contatto dei pazienti. I medici preferiscono la reidratazione orale o endovenosa e altri trattamenti per sintomi specifici, in modo da aumentare le possibilità di recupero delle persone infette.

Non è la prima volta che questo virus desta preoccupazione. Nel febbraio 2023 si era verificata un’epidemia in Guinea Equatoriale. In un comunicato stampa, l’Organizzazione Mondiale della Sanità si è detta preoccupata per la situazione.

Dopo la segnalazione dell’Oms, ad Amburgo, in Germania, è stato posto in isolamento un giovane ruandese 26enne, studente di medicina, e la sua fidanzata. Erano appena arrivati nella città tedesca e il giovane presentava sintomi simili all’influenza.

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