L’Italia va in biblioteca

Nel weekend del 28 e 29 settembre i luoghi di lettura spalancano le porte alla comunità e rendono fruibile un patrimonio di ben 167 milioni di libri. I dati Istat però dicono che oltre 6 milioni di cittadini italiani ancor oggi non hanno accesso alla cultura.
Biblioteca Tommaso Stigliani Matera, sala di lettura - Foto: Michele Zasa

Il Belpaese si presenta all’appuntamento con le Giornate europee del patrimonio, il 28 e 29 settembre, confermandosi saldamente in vetta alla classifica di siti Unesco, bellezze artistiche e antichità librarie.

Non mancano tuttavia le linee d’ombra che oscurano il patrimonio culturale italiano che necessita di maggiori attenzioni da parte della politica e delle istituzioni.

 

Giornate Europee del Patrimonio (Gep)

Le Giornate Europee del Patrimonio (Gep), promosse come European Heritage Days (Ehd) nel 1985 dal Consiglio d’ Europa, hanno una portata di 20 milioni di visitatori l’anno e rappresentano uno degli eventi culturali più diffusi e condivisi nei 48 Paesi europei che vi prendono parte.

È così che sul finire di settembre «musei e monumenti europei spalancano le porte affinché – spiegano gli organizzatori di Bruxelles – tutti li possano visitare gratuitamente e, ampliando la conoscenza del patrimonio culturale comune, possano salvaguardarlo, valorizzarlo e custodirlo per le generazioni presenti e future».

Il patrimonio culturale dunque diventa il denominatore comune che «stimola – precisano da Bruxelles – l’apprezzamento del ricco mosaico di culture europee, contrasta il razzismo e la xenofobia e incoraggia una maggiore tolleranza in Europa e oltre i confini nazionali».

 

Patrimonio in cammino

In Italia le Gep sono coordinate dal ministero della Cultura (Mic) che, riprendendo il tema Patrimonio di itinerari, reti e connessioni scelto per il 2024 dal Consiglio d’Europa e condiviso dai Paesi aderenti alla manifestazione, ha intitolato l’evento nazionale “Patrimonio in cammino”.

Tutti pronti dunque per il weekend di sabato 28 e domenica 29 settembre allorché i luoghi della cultura italiana e «in particolare le biblioteche – come previsto dal Mic – organizzeranno aperture straordinarie, incontri ed eventi per promuovano in generale il patrimonio culturale italiano».

Sono proprio le biblioteche infatti che da sempre favoriscono relazioni e scambi fra popoli e culture in cammino e rinsaldano i legami tra le comunità locali e i rispettivi territori e tradizioni

 

Biblioteca Tommaso Stigliani Matera, schedario e postazione internet – Foto: MZ

Istat e Anagrafe: “volumi” di dati

Celebrare le Gep significa dunque vivere appieno le suggestioni che, durante la kermesse, tanto i bibliofili quanto i neofiti della lettura provano allorché entrano in contatto con lo straordinario patrimonio librario italiano.

Città Nuova si è immersa nella ricerca e tra gli scaffali dell’Anagrafe delle biblioteche italiane, ha scoperto che sono state censite finora, incluse quelle scolastiche e universitarie, ben 13.604 biblioteche.

Spulciando anche i dati della rilevazione condotta nel 2023 dall’Istituto nazionale di statistica (Istat), è risultato che le sole biblioteche pubbliche e private sono in Italia 8.131 e che nel 2022 esse hanno registrato oltre 35 milioni di utenti.

Imponente è poi il patrimonio che le biblioteche di pubblica lettura conservano e rendono accessibile agli utenti, quantificabile in circa 167 milioni di libri.

La maggiore quota di biblioteche di pubblica lettura è localizzata al Nord (60,2%), seguono il Mezzogiorno (27,2%) e il Centro (12,6%).

Della totalità delle biblioteche di pubblica lettura, il 27,1% ha avviato o concluso campagne di digitalizzazione del proprio patrimonio.

 

Biblioteca Tommaso Stigliani Matera, rampa per disabili – Foto: MZ

Biblioteche e inclusione

Cogliere a pieno il vero obiettivo delle Giornate europee del patrimonio, significa però fare anche una ricognizione forse un po’ meno “suggestiva”, ma senz’altro molto utile, sull’attuale situazione delle biblioteche italiane e soprattutto significa fare una verifica sulla loro «accoglienza e accessibilità intese nella loro accezione più ampia e inclusiva».

Sono sempre i dati Istat a dirci che «otto biblioteche su dieci svolgono una funzione orientata prevalentemente alla comunità locale del proprio territorio e hanno realizzato interventi per rendere accessibili le aree comuni all’utenza con disabilità».

Il 16,7% delle biblioteche organizza progetti a favore di persone con disabilità fisico-sensoriale, emotiva o con disturbi cognitivi e il 14,6% ha attivato progetti per le persone che vivono in povertà economica, educativa o culturale.

Rampe, scivoli, ascensori e piattaforme elevatrici che consentono alle persone con difficoltà motorie il superamento dei dislivelli presenti nella struttura, le troviamo invece nel 61,0% delle biblioteche.

Quanto alle persone con disabilità visiva, esse possono trovare mappe tattili orientative, percorsi tattili e video nella lingua dei segni con sottotitoli in italiano e voce narrante rispettivamente solo nel 3,7%, nello 0,9% e nell’1,1% delle strutture.

Il 35,6% delle biblioteche dispone di documenti e libri adatti alle esigenze delle persone con disabilità cognitive.

 

Diritto di accesso alla cultura

Tirando le somme, dai dati Istat 2023 emerge che se sono quattro milioni i cittadini che hanno pieno accesso alla cultura libraria, un terzo dei Comuni italiani (33,7%) è totalmente privo di biblioteca e ciò significa che sono oltre sei milioni le persone a cui in Italia è negato il diritto di frequentare un luogo dedicato al libro e alla lettura.

Attestate al 14,8% a livello nazionale e perciò ancora poche restano le iniziative delle biblioteche che coinvolgono cittadini immigrati in progetti di inclusione.

Seppur dunque nel giusto clamore dei numerosi eventi che nel prossimo weekend animeranno le biblioteche e i luoghi di cultura italiani, urge che la politica, proprio come recita il principio fondante delle Gep «risponda insieme all’Europa alle presenti sfide culturali, sociali, politiche ed economiche», garantendo, primo tra tutti, il diritto di accesso alla cultura inclusiva e accogliente.

Parlando di biblioteche è quasi impossibile infine non ricordare il grande scrittore Jorge Luis Borges: «Mi ero sempre immaginato il paradiso sotto forma di una biblioteca».

Conosco giovani che vivono ai confini più remoti della cultura e che darebbero la vita pur di avere una biblioteca e si accontenterebbero di qualcosa che sia anche un po’ meno del “paradiso”, decisamente meno!

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