Le mamme no Pfas scrivono a Draghi

Il gruppo di mamme del vicentino si è rivolto, così come altre associazioni, all'ex presidente del Consiglio, in risposta alla sua affermazione secondo cui i Pfas "non sono sostituibili"
Mario Draghi alla presentazione del rapporto sul futuro della competitività europea al Parlamento europeo di Strasburgo, il 17 settembre 2024. Foto EPA/Teresa Suarez

L’affermazione era forse passata inosservata su molti media, ma di sicuro non a chi si occupa dell’argomento: parliamo di quella fatta da Mario Draghi nel presentare al Parlamento europeo il rapporto del gruppo di lavoro da lui guidato, su incarico di Ursula von der Leyen, sul tema del futuro della competitività europea.

Draghi aveva infatti affermato, nell’affrontare il tema dei Pfas – tra i tanti altri toccati nel rapporto di ben 328 pagine -, che attualmente non ci sono alternative realmente praticabili all’utilizzo degli Pfas; e che vietarne l’uso finirebbe per rallentare la transizione ecologica e quindi nuocere all’ambiente, dato che questi vengono utilizzati anche nel processo produttivo di batterie, elettrolizzatori e refrigeranti per pompe di calore. Il tutto in un momento in cui le aziende di questo settore stanno affrontando grossi investimenti, ed hanno quindi bisogno di “certezze”, non dell’incertezza causata da un possibile divieto imminente.

Tra le prime reazioni c’è stata appunto quella delle Mamme No Pfas, che ha subito scritto una lettera aperta all’ex presidente del Consiglio nonché della Bce:

Gentile Dottor Mario Draghi,

abbiamo letto quanto riportato dai giornali e come mamme no Pfas del Veneto, Piemonte, Toscana, Lombardia, Lazio e dell’ intera Italia, vogliamo esprimere la nostra preoccupazione e delusione, ci sentiamo scoraggiate e inascoltate.
Lei parla di transizione ecologica e di impossibilità di sostituzione dei Pfas in questo processo.
Abbiamo l’impressione che Lei sia poco informato e confuso, le molecole Pfas sono cancerogene, indistruttibili e purtroppo per tanti anni disperse ovunque, bevendo e mangiando si sono accumulate nel nostro corpo ammalandolo.
Noi e i nostri figli abbiamo i Pfas nel sangue e purtroppo ne stiamo pagando le conseguenze.
È preziosa la Sua vita quanto quella dei Nostri figli e del loro futuro.
Se è vero che voleva fare il nonno questa sua posizione non aiuterà i suoi cari nipotini che sono esposti ad un inquinate subdolo, pericoloso che non risparmia nessuno.
Le chiediamo di riflettere, di avere coraggio e fiducia in una vera ecologia integrale.
Il suo ruolo può cambiare il futuro dei bambini italiani e di tutto il mondo.
Usi bene il suo ruolo, ha una grande responsabilità, noi le saremo accanto, come sicuramente farà anche la sua cara mamma ovunque sia.
Un abbraccio , ci aiuti glielo chiediamo con il cuore.

Mamme No Pfas

Naturalmente non c’è stato solo l’appello accorato di chi è coinvolto in prima persona insieme ai propri figli, ma anche quello di chi, sia dal mondo scientifico che da quello politico e della società civile, ha fatto notare che in realtà in alcuni settori – su tutti l’abbigliamento – la sostituzione dei Pfas con altre molecole è già possibile; e che la via da perseguire non è quindi quella di “rassegnarsi” al fatto che in altri settori invece non lo sia, ma guardare ai passi già compiuti per compierne degli altri grazie ad ulteriore ricerca e sviluppo.

Sempre dal mondo scientifico è arrivato l’appello dell’Isde, la rete dei Medici per l’ambiente: «Bisogna sostenere la proposta di restrizione dei Pfas in Ue e fissare limiti di tempo chiari per le deroghe – hanno scritto, in riferimento al dibattito in corso in sede europea -. Siamo d’accordo con Draghi sulla necessità di investimenti pubblici e innovazione per accelerare la transizione ecologica, che farà diminuire il costo dell’energia e renderà le nostre economie più resilienti, ma l’affermazione che non esistano alternative è fuorviante. […] Il vero margine europeo di competitività sta nel guidare una trasformazione globale, che comprende l’eliminazione di sostanze tossiche e dell’inquinamento, e il ripristino della natura. L’obiettivo non è essere competitivi in sé, ma per proteggere il pianeta e le persone». Secondo le previsioni riportate dall’Isde nella nota, «se non saranno introdotte restrizioni, circa 4,4 milioni di tonnellate di Pfas finiranno nell’ambiente nei prossimi trent’anni».

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