Medjugorje, il Vaticano consente il culto pubblico

Il Dicastero per la Dottrina della Fede ha pubblicato una nota in cui si riconoscono i tanti frutti del culto mariano praticato nella cittadina dell'Erzegovina, ma non la soprannaturalità delle apparizioni
Pellegrine a Medjugorje. EPA/FEHIM DEMIR

Si intitola «La Regina della Pace» la nota del Dicastero per la Dottrina della Fede approvata da papa Francesco con la quale la Santa Sede chiarisce la sua posizione circa i fenomeni spirituali di Medjugorie. Un pronunciamento tanto atteso dalle migliaia di pellegrini che negli anni hanno affollato la piccola località bosniaca.

Il testo, da leggere con attenzione per i chiarimenti che offre, è stato presentato presso la Sala Stampa vaticana. Nel documento si riconoscono le tante conversioni avvenute e si dà un giudizio complessivamente positivo sui messaggi che arrivano da Medjugorje. Non si riconosce, tuttavia, la soprannaturalità delle apparizioni. Per questo, ha spiegato il cardinale Fernandez, prefetto del Dicastero per la Dottrina della Fede, «non accogliamo questi messaggi come rivelazioni private perché non abbiamo la certezza che siano messaggi della Madonna ma li accogliamo come testi edificanti che possono stimolare una bella esperienza spirituale».

Abbiamo intervistato Suor Daniela Del Gaudio, direttrice dell’Osservatorio internazionale sulle apparizioni e i fenomeni mistici.

Suor Del Gaudio, può spiegare cosa si intende quando si dice, riguardo a Medjugorje, che ora è consentito il “culto pubblico”?

Il Dicastero, riconoscendo il culto pubblico, concede di pregare la Vergine Maria secondo la spiritualità proposta a Medjugorie, basandosi sui frutti di bene che tale spiritualità o devozione ha generato. Sarà consentito, come già si fa, programmare pellegrinaggi pubblici e coltivare meglio, orientandoli pastoralmente, i frutti che si notano: le abbondanti conversioni, il frequente ritorno alla pratica sacramentale (Eucarestia e Riconciliazione), le numerose vocazioni alla vita presbiterale, religiosa e matrimoniale, l’approfondimento della vita di fede, una più intensa pratica della preghiera, molte riconciliazioni tra coniugi e il rinnovamento della vita matrimoniale e familiare.

Poiché la soprannaturalità delle apparizioni non è stata riconosciuta, i messaggi sono stati considerati “testi edificanti” e non rivelazioni private. Perché non è giusto pensare che le due cose si contraddicono?

Come ha ben spiegato il card. Fernandez, prefetto del Dicastero per la Dottrina della Fede, l’accento non deve essere posto sui messaggi o sui veggenti, ma sul contenuto che porta ad una sincera conversione del cuore e ad abbracciare la vita cristiana nella sua pienezza, che è lo scopo di ogni rivelazione privata. In questo caso i messaggi vengono presi come mezzi per arrivare a comprendere meglio e a vivere il Vangelo di Nostro Signore Gesù Cristo.

Quali altri passi si dovranno ancora fare per il riconoscimento o meno della soprannaturalità del fenomeno delle apparizioni?

Come spiegano le nuove norme questo spetta soltanto al Santo Padre, ma richiede un ulteriore studio e una procedura più dettagliata che, però, in ogni caso deve aspettare la fine delle apparizioni. Prima di conoscere tutto il messaggio non si può procedere ad un suo riconoscimento.

In che modo la costituzione dell’Osservatorio internazionale sulle apparizioni e i fenomeni mistici ha contribuito ad arrivare alla nota su Medjugorje che è stata appena presentata?

L’OIA si propone come scopo precipuo quello di studiare le apparizioni mariane e i fenomeni mistici ad esse collegati, quindi sicuramente i docenti accreditati di mariologia e gli altri esperti, anche di scienze umane, che collaborano a questo istituto hanno offerto studi importanti per arrivare a questa decisione.

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