Il tennis azzurro non si ferma più: si va alle final eight di Coppa Davis
Un anno di trionfi, il primo anno di trionfi per un tennis che non sa più cosa vincere tra tennisti collocati tra i primissimi al mondo, medaglie olimpiche e Slam. Questo l’anno del tennis azzurro che, adesso, punta a chiudere il cerchio con la seconda Coppa Davis consecutiva.
Da Parigi a New York a Bologna…a Malaga
Inizia con il botto la fase di qualificazione della Coppa Davis per la squadra di capitan Volandri e non poteva che essere così dopo una magica estate che ha visto il tennis nostrano protagonista da Parigi agli Stati Uniti. Gli azzurri, infatti, si qualificano da numeri uno del girone sulla superficie indoor in cemento della Unipol Arena di Bologna ed è solo l’ultima delle magie degli azzurri nelle ultime settimane.
Sembra ieri, infatti, che festeggiavamo la prima medaglia olimpica con il bronzo del nostro Musetti, poi ecco l’oro olimpico della coppia Errani e Paolini e, dopo appena qualche settimana, ecco che dall’altra parte del mondo, sui campi di Flushing Meadow, nel Corona Park di New York, si continua a sventolare il tricolore durante gli US Open. Nel doppio misto dello slam statunitense, infatti, dopo essere stata la prima coppia italiana ad arrivare in finale, il doppio formato da Sara Errani e Andrea Vavassori, diventa la prima coppia tutta italiana a trionfare nel doppio misto in uno Slam battendo in finale gli statunitensi Townsend e Young. Qualche giorno dopo è, poi, il numero uno del mondo, il nostro Jannik Sinner, a mettere in bacheca l’ennesimo trofeo dell’anno, portando a casa la seconda vittoria in uno Slam della sua carriera.
E i trionfi continuano anche con la nazionale, sia maschile che femminile perché, dopo la qualificazione della nazionale femminile di Tathiana Garbin alla Billie Jean King Cup di novembre, da sabato è ormai certo che anche gli azzurri di Filippo Volandri raggiungeranno le final eight della Coppa Davis sul veloce indoor del Palacio de Deportes Josè Maria Martin Carpena di Malaga da martedì 19 a domenica 24 novembre. Gli azzurri arrivano alla qualificazione da campioni assoluti del girone A dopo le vittorie sulle altre tre squadre del loro gruppo: Brasile mercoledì 11 settembre, Belgio venerdì 13 e, infine, sui Paesi Bassi domenica.
Tra grandi assenze e immensi ritorni
Un’impresa fantastica che sembra non subire l’assenza dei grandissimi del tennis azzurro: il bronzo olimpico Lorenzo Musetti e, soprattutto, il numero uno del mondo Jannik Sinner. I due, infatti, un po’ per gli stessi motivi, sono stati i grandi assenti a Bologna. Volandri ha spiegato che Musetti dopo un’estate intensa e strepitosa ha chiesto un break, mentre Sinner, a causa di una serie di impegni post US Open, aveva dichiarato la sua disponibilità solo per l’ultimo incontro, in programma domenica 15 settembre e a questo punto, il capitano, di comune accordo con la federazione e con il numero 1, ha deciso di lasciarlo fuori per dargli modo di ricaricare le pile per il finale di stagione.
Non per questo, però, l’Italia arriva in campo a Bologna con una squadra meno temuta: ci pensano i doppisti Simone Bolelli e Andrea Vavassori insieme a Flavio Cobolli, Matteo Arnaldi e al ritrovato Matteo Berrettini a portare in alto i colori azzurri. Perché ecco che, annunciata una grande assenza, si assiste ad un grandissimo ritorno, quello del nostro “martello” Matteo Berrettini che, a due anni dalla sua ultima Davis, a causa dei gravi infortuni che lo hanno reso solo spettatore al trionfo dei suoi compagni di squadra, è finalmente tornato in campo. “Orgoglioso della chiamata del capitano, della fatica fatta per tornare dopo tutto quello che ho passato, anche perché adesso con tutti questi giocatori forti, non è poi così scontato essere convocati in Coppa Davis. C’è molta concorrenza” queste le parole del 28enne romano che, grato per la chiamata, non ha perso tempo a dimostrare che la scelta di capitan Valandri è più che azzeccata perché il nostro “the hammer” è tornato. È tornato e lo ha fatto alla grande, con tre vittorie su tre che, in alcuni casi, si sono rivelate decisive.
Delle partite per niente scontate, come la prima contro la stella nascente Joao Fonseca e la seconda, conquistata a fatica dopo un inizio difficile, contro il belga Alexander Blockx al termine della quale, in lacrime, ha dichiarato: “Non sapevo cosa aspettarmi, non sono entrato in campo con la stessa energia dell’esordio. Non ho giocato la mia miglior partita in termini di colpi, ma quello che conta è portare a casa il risultato nonostante tutto e di questo ne sono orgoglioso. È ovvio che posso giocare meglio e posso sentirmi meglio, però l’obiettivo era vincere, che è quello che più conta”. E il risultato, il primo, per ora, è stato portato a casa e ora, avanti con il prossimo, quello più grande, perché sia le azzurre che gli azzurri, hanno una coppa da portare a casa da Malaga.
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