Anche in Portogallo è emergenza insegnanti

In Spagna e in Portogallo le scuole sono iniziate all’inizio di settembre. E, come succede da anni, mancano insegnanti. Ma è proprio così? Quali sono le cause?
Insegnanti
(Foto Pexels)

Due sono le notizie con cui i media ci bombardano insistentemente nelle prime settimane di settembre: la sindrome post-vacanza e il ritorno a scuola dei bambini e dei ragazzi. Dico “insistentemente” perché è un argomento di tutti i giorni. In Spagna il ritorno a scuola, “la vuelta al cole”, è avvenuto in gran parte lunedì 9 settembre; anche se i bambini di alcune regioni hanno iniziato già il 5 o il 6, mentre in altre zone l’inizio è stato nei giorni 10 e 11. Perlopiù l’accento dell’informazione su questo fenomeno viene messo sulla grossa spesa che ogni famiglia deve sostenere per mandare i figli a scuola. Certo, si parla anche delle difficoltà che gli allievi hanno da superare dopo le vacanze estive, oppure del possibile shock che i più piccoli possono sperimentare la prima volta che mettono piede in una scuola.

In questo contesto informativo, la notizia di ieri in un canale televisivo pubblico spagnolo mi ha proprio sorpreso: il comune di Cascais (Portogallo) offre alloggio a prezzo contenuto agli insegnanti che vorranno esercitare lì la loro professione. Cascais è una città portoghese affacciata all’Atlantico, di circa 200 mila abitanti, circa 25 km a ovest di Lisbona. Non sono riuscito a capire se la notizia voleva sottolineare in positivo la misura adottata dal consiglio comunale di Cascais per attirare insegnanti, oppure insistere su un problema comune a diversi Paesi europei, la mancanza di professori, o semplicemente farci pensare: qui, in Spagna, le cose non vanno così male. Ecco perché ho navigato un po’ su internet per saperne di più.

Il 3 settembre il sito The Portugal News (https://www.theportugalnews.com) scriveva così: «A due settimane dall’inizio dell’anno scolastico, mancano più di 800 insegnanti per le scuole, secondo un rapporto della Fenprof (Federazione nazionale dei professori)». Il rapporto avvertiva che «se le lezioni cominciassero oggi, 122 mila studenti non avrebbero un insegnante per almeno una materia». Il segretario generale di questa Federazione, Mário Nogueira, affermava poi che quest’anno scolastico «continuerà a essere segnato dal grave problema della mancanza di insegnanti». Il vero problema, dunque, sarebbe proprio questo: non ci sono abbastanza insegnanti!

Invece, un articolo della giornalista Paula Fernández, pubblicato dall’agenzia Efe il 23 settembre 2023, racconta un’altro aspetto della storia: l’odissea di una professoressa portoghese per trovare alloggio nei dintorni di Lisbona. «Una stanza costa tra i 500 e gli 800 euro e un appartamento è sopra i 1.000. Non ho nemmeno chiesto dove fosse perché era fuori dalle mie possibilità». E aggiunge la Fernández: «È la realtà che soffrono molti insegnanti portoghesi in un Paese che, nonostante abbia urgente bisogno di professori, non offre loro una vita dignitosa». Sembra, dunque, che a Cascais abbiano voluto rimediare alla cosa.

La mancanza di docenti non è un problema solo in Portogallo. Inés Trindade ha pubblicato a fine agosto un lungo articolo sul sito di EuroNews nel quale afferma che «nella maggior parte degli Stati membri dell’Ue gran parte dei posti di insegnamento rimangono vacanti all’inizio di ogni anno scolastico, spesso a causa dei bassi salari, dell’elevata mole di lavoro e dell’invecchiamento degli insegnanti». Secondo dati di Eurostat, nel 2021 in Europa solo l’8% del personale docente aveva meno di 30 anni. E a livello mondiale, in un rapporto pubblicato nell’ottobre 2023 in occasione della Giornata mondiale degli insegnanti, l’Unesco mette in guardia contro «una carenza globale di 69 milioni di insegnanti necessari per raggiungere “l’istruzione di base universale entro il 2030”». Tra i Paesi dove la carenza sembra maggiore ci sono Francia, Germania, Belgio, Italia e Portogallo. Per ora, la Spagna se la cava.

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