La nave dei vescovi per salvare i migranti in mare

Iniziativa della Fondazione Migrantes della Conferenza episcopale italiana a sostegno dell’organizzazione non governativa Mediterranea Saving Humans in azione tra la costa nordafricana e la Sicilia. Forti critiche da parte della stampa e di alcune forze politiche. Pieno sostegno di papa Francesco: «Respingere i migranti è un peccato grave»
Francesco incontra i rappresentanti della Ong Mediterranea Savig Humans Archivio EPA/VATICAN MEDIA

L’hanno definita “la nave dei vescovi”. Da dieci giorni solca i mari del Mediterraneo. È la nave di supporto voluta dalla Fondazione Migrantes della Conferenza episcopale italiana che opera in supporto alla Mare Jonio, la nave di Mediterranea Saving Humans, l’organizzazione umanitaria guidata da Luca Casarini che da sei anni solca le acque tra il Nord Africa e la Sicilia, spesso teatro dei viaggi della speranza.

A bordo della nave ci sono volontari e personale medico, un mediatore culturale, alcuni giornalisti e i direttori diocesani di Migrantes di Fano e Caltanissetta.

Ma hanno anche varato un nuovo corso e una nuova stagione. Mediterranea ha annunciato che non collaborerà più con la Guardia costiera tunisina per la ricerca dei migranti in mare, in virtù dei maltrattamenti che i migranti subiscono in quel Paese. Lo steso era accaduto con la Guardia Costiera libica.

Inoltre, hanno chiesto al governo italiano di non assegnare più dei porti lontani, fuori dalla Sicilia, che rendono disagevole e costoso il lavoro dei volontari che operano in mare.

La nave di Luca Casarini e la nave dei vescovi hanno già operato un primo salvataggio in mare. È accaduto tra sabato 24 e domenica 25 agosto. La Mare Jonio ha soccorso 182 persone in tre operazioni nel tratto di mare compreso fra la Sicilia e il Nord Africa.

La presenza delle navi umanitarie nel Mediterraneo è stata spesso motivo di scontro politico – ideologico. Le diverse posizioni su un tema controverso, qual è quello delle migrazioni, sono emerse drammaticamente nel corso degli ultimi anni.

Don Mattia Ferrari, vicario parrocchiale a Nonantola, in provincia di Modena, che da anni si imbarca sulla Mediterranea, ha spiegato come è nata l’iniziativa. «Questo – ha detto – è l’ennesimo tassello di una collaborazione con la Chiesa che va avanti da anni e che è fatta soprattutto di tante relazioni e ai vari livelli dalle parrocchie alle diocesi, alla Chiesa universale».

La posizione della Chiesa è chiara: i migranti vanno salvati. La vita umana deve essere tutelata. Sempre. Il varo della nuova imbarcazione (per la prima volta una barca finanziata dalla Chiesa cattolica italiana ha un ruolo diretto nel soccorso di migranti) è stata “benedetta” anche da papa Francesco.

Di recente anche nell’udienza del 28 agosto. «Bisogna dirlo con chiarezza: – ha detto il pontefice – c’è chi opera sistematicamente e con ogni mezzo per respingere i migranti – per respingere i migranti. E questo, quando è fatto con coscienza e responsabilità, è un peccato grave». Mettersi contro l’uomo, calpestare la sua dignità significa − il credente non può non saperlo − mettersi contro Dio stesso: «Dio non rimane a distanza, condivide il dramma dei migranti. Dio è con loro, con i migranti, soffre con loro, con i migranti, piange e spera con loro, con i migranti».

Papa Bergoglio ha ricordato le tante tragedie, le stragi in mare, anche recenti. Ha ricordato Lampedusa e Crotone. Proprio a Lampedusa, nel 2013, Papa Francesco ha effettuato il suo primo viaggio dopo l’elezione al soglio di Pietro: un segnale ben preciso, di chi sulla tutela della vita umana e dui diritti di tutti gli uomini non ha mai avuto dubbi.

E ha lodato «l’impegno di tanti buoni samaritani, che si prodigano per soccorrere e salvare i migranti feriti e abbandonati sulle rotte di disperata speranza, nei cinque continenti. Questi uomini e donne coraggiosi sono segno di una umanità che non si lascia contagiare dalla cattiva cultura dell’indifferenza e dello scarto: quello che uccide i migranti è la nostra indifferenza e quell’atteggiamento di scartare».

«I migranti mi stanno nel cuore». Papa Francesco lo ha ribadito anche alla partenza del suo ultimo lunghissimo viaggio in Asia e Oceania. Sull’aereo che lo avrebbe condotto in Indonesia, un giornalista, che era stato per sue settimane sulla nave Ocean Viking di SOS Mediterranee, ha donato al papa una torcia, una di quelle utilizzate dai migranti per segnalare la loro presenza in mare alla ricerca di qualcuno che possa trarli in salvo.

La torcia e una maglietta gli erano stati dati da un migrante con una richiesta: quella di donarli al Papa. I migranti sanno che Francesco è una delle voci che si levano spesso, in modo costante e senza equivoci, in difesa dei diritti di tutti gli uomini sulla terra e quindi anche dei migranti.

Il dono della torcia era un segno di gratitudine. Il papa ha ringraziato e ha detto: «Grazie per quello che voi fate per raccontare le storie dei migranti. Mi stanno nel cuore».

Il 2 luglio scorso papa Francesco ha ricevuto, a Casa Santa Marta, Luca Casarini, don Mattia Ferrari e Ibrahim Lo, mediatore culturale del Senegal.

Ibrahim era uno dei migranti giunti in Italia attraverso la rotta della Libia. Oggi torna in mare per soccorrere e accogliere chi arriva oggi dal Nord Africa.

«Sono a bordo – ha detto a Settimana News dopo l’udienza – perché quando avevo 16 anni sono stato salvato in mare, ero su un gommone con altre 120 persone. Ora sono a bordo di una nave che va a salvare vite umane, che torna dove io sono stato salvato, e io farò lo stesso con i miei fratelli e le mie sorelle».

L’iniziativa della Cei naturalmente fa discutere. Il quotidiano Libero ha ricordato che dei 182 migranti recuperati 117 sono stati fatti sbarcare a Lampedusa, affidati cioè allo Stato italiano.

Il giornale di Sallusti e di Senaldi ha criticato duramente l’iniziativa dei vescovi italiani. Daniele Capezzone ha suggerito che i migranti vengano portati in Vaticano. Altri hanno espresso perplessità sull’utilizzo dei fondi dell’8 per mille per queste iniziative. Dure critiche sono arrivate anche dal commissario della Lega in Calabria, Rossano Sasso.

Durissimo l’attacco dell’europarlamentare della Lega Silvia Sardone: La deputata milanese ha affidato al suo profilo Instagram il suo messaggio: «Basta con la Chiesa che fa politica. Supporta la nave ong dei centri sociali e organizza pure una sua missione in mare. Organizza pure raccolte firme contro l’autonomia. Ormai certi vescovi sembrano la fotocopia del Pd».

Sostieni l’informazione libera di Città Nuova! Come? Scopri le nostre rivistei corsi di formazione agile e i nostri progetti. Insieme possiamo fare la differenza! Per informazioni: rete@cittanuova.it

I più letti della settimana

La narrazione che cura e cambia il mondo

Chi non vuole la tregua a Gaza?

Lo sguardo di Paolo Ricca

La ferita e la luce

Foto PEXELS

Ripristinare la natura

Edicola Digitale Città Nuova - Reader Scarica l'app
Simple Share Buttons