Rigivan, il campione di cui avevamo bisogno

Dopo un inizio scoppiettante, con ben 9 medaglie nella prima giornata, i nostri atleti non mollano e, tra i vari oro e record, arriva Rigivan a riscrivere la storia della sua disciplina.
L'atleta paralimpico italiano, Rigivan Ganeshamoorthy ANSA / CIP - ANDREA ALEGNI

Pioggia di record dal nuoto… e non solo

Questa edizione di Giochi Paralimpici è iniziata col botto per l’Italia e, ad ancora cinque giorni dalla fine, sembra che voglia continuare sulla stessa linea d’onda. Sono ben 28 le medaglie al termine della quinta giornata di gare, 28 medaglie di cui 9 conquistate solo il primo giorno quando, al termine della prima giornata, ci eravamo ritrovati terzi nel medagliere; 28 medaglie di cui 8 ori che ci piazzano settimi nel medagliere per nazioni; 28 medaglie e tanti record, tante storie, tante emozioni.  Una vera e propria pioggia di medaglie quella che ci stanno regalando i nostri atleti da Parigi e, senza molte sorprese, è il nuoto che ci regala le soddisfazioni più grandi con ben 21 medaglie delle 28 totali, per il momento.

Il primo oro arriva, infatti, proprio dalla vasca de La Défense Arena con una stratosferica Carlotta Gilli che trionfa nei 100 farfalla e poi, nono contenta, si porta a casa il bronzo nei 100 dorso, l’argento nei 400 stile libero e il bronzo nella 50 stile nella categoria S13 e, se tutto va bene, la nostra Wonder Gilli, non ha intenzione di fermarsi qui visto che il programma delle sue Paralimpiadi non è ancora giunto al termine.

Sempre dal nuoto, ecco poi un altro fenomeno, anche lui già noto: Simone Barlaam che, dopo l’argento nella 400 stile, si porta a casa l’oro nella 50 stile con una gara a dir poco eccezionale. Era lui, sicuramente il grande favorito per questa gara e arrivava a Parigi con l’obiettivo di ritoccare il suo primato mondiale e lo fa, però, in un modo assurdo, rifilando oltre un secondo di distacco a tutti gli avversari in appena 50 metri di vasca, un autentico capolavoro.

E chiudiamo col nuoto – nonostante i tantissimi altri atleti medagliati- con i due ori di un magnifico Stefano Raimondi nei 100 stile e 100 rana e il bronzo nei 400 stile della compagna e mamma, appena sei mesi fa, del loro piccolo Edoardo Giulia Terzi che racconta ai microfoni Rai: “Ero venuta qui proprio per questo, per dimostrare di potercela fare dopo esser diventata mamma. Prima di partire avevo sussurato a Edo, ‘ti lascio dalla nonna e ti riporto la medaglia’”.

Ma non solo nuoto, perché tra le sette medaglie che non vengono dalla vasca, una, dal tatami, è storica. Antonino Bossolo scrive la storia del para taekwondo italiano conquistando la prima storica medaglia nella disciplina per l’Italia. Il palermitano ha infatti battuto 18-13 in un match ribaltato negli ultimi secondi l’israeliano Adnan Milad nella finale per il bronzo del torneo di taekwondo K44 –63kg.

 Rigivan Ganeshamoorthy riscrive la storia…3 volte

Tanti, tantissimi i fenomeni in queste Paralimpiadi ma, uno su tutti, è sicuramente il magnifico Rigivan Ganeshamoorthy. Il romano classe 1999, nato da genitori dello Sri Lanka, scopre di avere la sindrome di Guillain-Barré nel 2017, sindrome ulteriormente aggravata da una lesione cervicale conseguente ad una caduta nel 2019. Ed è in quell’anno che nasce la sua storia sportiva che, anche se appena nata, è già leggenda.

Quasi per caso, infatti, comincia a praticare sport in carrozzina, il basket prima e la scherma poi ma «Il basket era troppo faticoso per me. Poi, mentre lavoravo in officina, ho deciso di provare con l’atletica e mi sono subito appassionato ai lanci» e subito la sua passione si rivela talento. Nel 2023, infatti, diventa campione italiano nel getto del peso e nel lancio del disco e quest’anno sigla il record del mondo nel lancio del giavellotto in 20,99 metri e si ferma a un centimetro dal record mondiale nel getto del peso – 11,74 metri -, insomma, un vero fenomeno, ma mai ci saremmo aspettati quanto fatto poi in Pedana a Parigi.

Nel lancio del disco maschile, categoria F52, il nostro azzurro fa una vera e propria magia, l’impresa sportiva di queste paralimpiadi, riscrivendo non una, non due, ma ben tre volte il record del mondo del lancio del disco e migliorando, dopo 12 anni, il record paralimpico di oltre sei metri e il tutto, in appena quattro tentativi. Migliora, infatti, il record la prima volta con un 25,48, poi la seconda con 25,80 e, infine, la terza volta lanciando il disco a ben 27,06 metri di distanza. Un’impresa senza eguali che – manco a dirlo – gli è valsa l’oro e la prima medaglia per l’Italia nell’atletica e che si può comprendere solo guardando ai risultati degli altri due atleti sul podio che, nonostante gli ottimi lanci, rimangono comunque lontani anni luce dal nostro Rigivan. Dietro di lui, infatti, Apinis firma la misura di 20,62 al quarto tentativo e Rocha chiude con 19,48 al terzo lancio.

Ma l’oro e i record non sono le uniche vittorie di Rigivan perché questo ragazzo timido, un po’ impacciato, che sembra non rendersi conto di dove si trovi e non vede l’ora che gli si tolga quel microfono davanti, vince di nuovo, nel post gara, in un’intervista che lo ha consacrato vero campione.

«Che devo dì? Dedico la vittoria a mia madre, a mia sorella, alla Roma, ar decimo municipio, al mio vicino che mi è venuto a trovare e mi ha regalato la bandiera. L’amicizia è la cosa più bella che c’è, pure più di una medaglia. – commenta il campione paralimpico – Domani se vedemo». Parole semplici, sincere, di un ragazzo timido che ha deciso di darci una lezione di sport, di vita. E quindi, sì, domani se vedemo perché questo ragazzo ha ancora un’altra medaglia nel mirino e, mal che vada, se vedemo comunque perché è Rigivan il campione di cui avevamo bisogno.

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