Quattro mostre fotografiche in giro per l’Italia

Quattro mostre, passando per Milano, Cortona, San Ginesio (Mc) e Roma, alla scoperta dell'arte della fotografia.
Una donna trasporta una rete che verrà installata da lei e i suoi vicini. Per molte persone la speranza è che queste reti rappresentino un risparmio economico. (Cortona - Foto di Alessandro-Cinque)

“Sony World Photography Awards 2024”, a Milano, Museo Diocesano Carlo Maria Martini, fino al 29 settembre. Provengono da ogni angolo del mondo, tutti premiati nel concorso della 17esima edizione di Sony World Photography Awards 2024 di cui la mostra porta il nome. 52 fotografi e 160 scatti con i racconti che hanno maggiormente colpito nell’ultimo anno. Tra questi c’è l’opera della fotografa francese di Juliette Pavy, Spiralkampagnen: Forced Contraception and Unintended Sterilisation of Greenlandic Women, premiata con il prestigioso titolo di Photographer of the Year. Il suo lavoro documentario si sofferma sulle profonde e perduranti ripercussioni della campagna di contraccezione e sterilizzazione forzata nei confronti delle donne groenlandesi, imposta dalle autorità danesi durante gli anni ’60 e ’70. Anche quest’anno la sensibilità nei confronti delle tematiche ambientali è stata sottolineata dal conferimento del Sustainability Prize, vinto da Kathleen Orlinsky (Stati Uniti) con la serie America’s First Wilderness. Anche il progetto fotografico di Orlinsky, che mette in risalto il paesaggio, la fauna e la popolazione dell’area nota come Gila Wilderness, nel sud-est del New Mexico.

Sony World Photography Awards 2024.

“Body of evidence”, a Cortona, diverse sedi, fino al 3 novembre Sin dalla nascita della fotografia, il corpo si è subito imposto come uno dei soggetti principali del nuovo mezzo. Oggi più che mai il corpo è il territorio di tutte le battaglie: identitarie, di genere e politiche, individuali o collettive. Body of evidence è il tema della 14esima edizione di Cortona on the move, il festival internazionale di fotografia che si celebra con quattro mostre collettive e 18 individuali in sei diverse location della cittadina toscana. Sono fotografie in bianco e nero e a colori, di archivio o contemporanee che esplorano tematiche inerenti il corpo in tutte le sue declinazioni. Come in Atrapanieblas (Fog Nets), di Alessandro Cinque, titolo che significa letteralmente “cattura nebbia”, che documenta il sistema di reti adoperato per raccogliere l’acqua in Perù. A Lima, la questione idrica è prioritaria, specie nelle zone periferiche dove il sistema cittadino non arriva. Le “reti da nebbia” riescono a far convogliare nelle cisterne quasi 200 litri di acqua al giorno. Sono disposte sui fianchi delle colline attorno alla città, occupate dai migranti dall’entroterra rurale. Questo progetto sottolinea le difficoltà della popolazione e la tenacia della comunità che vuole portare avanti con dignità la propria esistenza.

“Marcello Norberth. Retrospettiva”. A San Ginesio (Mc), fin al 4 ottobre È la prima retrospettiva dedicata al fotografo Marcello Norberth scomparso lo scorso 5 marzo, all’età di 87 anni. A rendere omaggio al Maestro della fotografia di scena italiana, è il Ginesio Fest, San Ginesio (Comune in provincia di Macerata, dove l’artista è nato) diretto da Leonardo Lidi, ospitando una mostra – allestita presso il Loggiato dei Lumi – all’interno della sua programmazione. Insieme ad altri fotografi di scena del suo periodo, come Tommaso Le Pera, Luigi Cimnaghi, Maurizio Buscarino, Norberth ha documentato gli spettacoli fondamentali della storia del teatro contemporaneo dagli anni ’70 fino al primo decennio del XXI secolo. Nella sua carriera instaurò collaborazioni con importanti registi teatrali, come Orazio Costa, Eduardo De Filippo, Massimo Castri, Peter Stein, Luigi Squarzina, Antonio Calenda, Maurizio Scaparro e, in particolare, con Luca Ronconi. Ma oltre alla fotografia di scena, Norberth si cimentò anche nell’immortalare attori come De Filippo, Lollobrigida, Gassman, Lisi, Accorsi.

Archivio, MARCELLO NORBERTH. Foto di MARCELLO NORBERTH

“Determined women. Fotografie di Angèle Etoundi Essamba”, a Roma, Museo in Trastevere, fino al 6 ottobre 40 opere in bianco e nero e a colori realizzate tra il 1985 e il 2022 compongono la prima retrospettiva italiana della nota artista di origine camerunense, ma radicata in Olanda, Angèle Etoundi Essamba, da sempre impegnata e coinvolta in una riflessione sull’identità della donna africana. La mostra presenta alcuni cicli del suo lavoro, eseguiti negli ultimi anni, che possono fornire allo spettatore una lettura quasi completa del percorso creativo della fotografa camerunense. Un’alternanza tra opere dai colori forti che fanno da contrappunto ad alcune serie di un levigato bianco e nero. Angèle Etoundi Essamba è un’artista impegnata che riflette sull’identità della donna africana. Osserva, da quasi quarant’anni, il mondo attraverso le donne che fotografa con una visione allo stesso tempo estetica, idealistica, realistica e sociale. Unisce lo spirito della fotografia umanista con un forte attaccamento ai valori di comunione. Si concentra esclusivamente su ciò che irradia l’essere umano, da solo, in coppia o in gruppo. Il suo approccio è sempre basato su un senso di prossimità e reciprocità.

Foto di Angèle Etoundi Essamba

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