Solidarietà europea alla Grecia

La Grecia non è da sola nell’affrontare l’immenso incendio attorno ad Atene, grazie agli strumenti di soccorso e monitoraggio dell’Unione europea
Vigili del fuoco a Grammatiko, nell’Attica nordorientale, Grecia, 12 agosto 2024. ANSA/ALEXANDROS BELTES
Vigili del fuoco a Grammatiko, nell’Attica nordorientale, Grecia, 12 agosto 2024. ANSA/ALEXANDROS BELTES

Si conta il primo morto in Grecia, a causa del vasto incendio sviluppatosi l’11 agosto nella zona di Varnava, nell’Attica nord-orientale, spingendosi fino ad Atene, dove la città è assediata da una linea di fuoco di circa 30 chilometri, rendendo l’aria irrespirabile, causando l’evacuazione di centinaia di abitazioni e coinvolgendo l’Europa in un grande sforzo di solidarietà.

Infatti, grazie al meccanismo di protezione civile dell’Unione europea (Ue), qualsiasi Stato membro dell’Ue o del resto del mondo può chiedere assistenza e, una volta attivato, l’Ue indirizza l’assistenza dagli Stati membri attraverso il Centro di coordinamento della risposta alle emergenze. Tra il 2007 e il 2023, oltre il 16% di tutte le richieste di assistenza mediante il meccanismo di protezione civile dell’Ue sono state in risposta a incendi boschivi.

Nell’ambito del meccanismo di protezione civile dell’Ue, nel 2019, la Commissione europea creato rescEU per proteggere ulteriormente i cittadini dalle catastrofi e gestire l’insorgenza di rischi. Il sistema rescEU è concepito come una riserva delle capacità europee, finanziata interamente dall’Ue, che include una flotta di aerei ed elicotteri antincendio, un aereo per l’evacuazione medica e una scorta di articoli medici e ospedali da campo in grado di rispondere alle emergenze sanitarie, nonché rifugi, mezzi di trasporto e logistica e articoli di approvvigionamento energetico.

Per la stagione degli incendi boschivi 2024, Cipro, Cechia, Germania, Grecia, Spagna, Francia, Croazia, Italia, Portogallo e Svezia hanno messo a disposizione degli altri Stati membri 24 aerei antincendio e 4 elicotteri, per eventuali emergenze. Inoltre, sono stati predisposti anche più di 556 vigili del fuoco in Francia, Grecia, Portogallo e Spagna, provenienti da 12 diversi Paesi. Ancora, il Pool europeo di protezione civile conta 4 aerei antincendio, 13 squadre antincendio sul campo e 1 squadre di esperti.

Il Centro di coordinamento della risposta alle emergenze monitora i rischi e le emergenze di incendi in Europa, supportato da vari servizi di monitoraggio a livello nazionale ed europeo, come il sistema europeo d’informazione sugli incendi boschivi, un sistema web modulare di informazione geografica che fornisce informazioni, sia in tempo reale che su basi storiche, sugli incendi boschivi nelle regioni europee, mediorientali e nordafricane. Il monitoraggio degli incendi riguarda l’intero ciclo dell’incendio, fornendo informazioni relative alle condizioni prima dell’incendio e valutando i danni dopo l’incendio.

Questo è possibile grazie a Copernicus, il programma di osservazione satellitare della Terra dell’Ue, dedicato a monitorare il pianeta e l’ambiente a beneficio di tutti i cittadini europei, anche attraverso dati non spaziali, acquisiti da numerosi sensori posizionati al suolo, in mare o nell’atmosfera. Copernicus è costituito da una serie di satelliti dedicati, di tipo Sentinel, e da missioni di satelliti commerciali e di altri satelliti pubblici. Il primo satellite, Sentinel-1°, è stato lanciato nel 2014 e, entro il 2030, è prevista la messa in orbita di una costellazione di 20 ulteriori satelliti.

Il sistema europeo d’informazione sugli incendi boschivi è stato istituito dalla Commissione europea, nel 1998, in collaborazione con le amministrazioni nazionali antincendio per coadiuvare i servizi incaricati della protezione contro gli incendi boschivi nell’Ue e nei paesi limitrofi, nonché per fornire ai servizi della Commissione europea e al Parlamento europeo delle informazioni circa gli incendi boschivi in Europa. Il sistema europeo d’informazione sugli incendi boschivi è sostenuto anche da un gruppo di esperti sugli incendi boschivi, provenienti da 43 paesi dell’Europa, del Medio Oriente e del Nord Africa.

Il sistema europeo d’informazione sugli incendi boschivi comprende i seguenti moduli: valutazione del rischio di incendio; valutazione rapida dei danni, che comprende rilevamento attivo degli incendi, valutazione della gravità dell’incendio e valutazione dei danni alla copertura del suolo; valutazione delle emissioni e dispersione del fumo; valutazione della potenziale perdita di suolo; rigenerazione della vegetazione; geolocalizzazione delle informazioni relative agli incendi boschivi pubblicate su Internet in tutte le lingue europea.

Infine, grazie ad un accordo tra alcuni Stati membri e la Canadian Commercial Corporation, il 13 agosto è stata avviata la produzione di 12 aerei antincendio del tipo Canadair, che entreranno a far parte della flotta permanente di rescEU, finanziata dalla Commissione europea finanzia la produzione di tali aerei, destinati a formare la nuova struttura portante della risposta UE agli incendi forestali, in linea con la strategia di istituire una flotta antincendio rescEU permanente che sarà di stanza in Croazia, Francia, Grecia, Italia, Portogallo e Spagna.

Nel 2023, il meccanismo di protezione civile dell’Ue è stato attivato 10 volte per incendi boschivi. Secondo la relazione sugli incendi boschivi in Europa, Medio Oriente e Nord Africa, pubblicata dal Centro comune di ricerca della Commissione europea, l’anno scorso oltre mezzo milione di ettari, 504.002 per la precisione (una superficie doppia rispetto a quella del Lussemburgo), è stato colpito da incendi boschivi, rendendo quella del 2023 la stagione degli incendi boschivi tra le peggiori di sempre, dopo quella del 2017, con 988.427 ettari andati in fumo, il 2022, con 837.212 bruciati, e il 2007, quando 588.388 ettari sono stati incendiati.

La relazione analizza anche il tipo di vegetazione coinvolta dagli incendi, rivelando che il 37% della superficie bruciata totale era coperta da arbusti e vegetazione sclerofilla, caratterizzata da foglie dure e spesse e capace di sopravvivere a lunghi periodi di siccità, mentre il 26%, pari a 120.000 ettari, era costituito da foreste.

Secondo la relazione, gli incendi boschivi hanno causato gravi danni all’ambiente, producendo circa 20 megatonnellate di emissioni di CO2, equivalenti a quasi un terzo di tutte le emissioni prodotte dal trasporto aereo internazionale nell’Ue in un anno.

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