7 regole per litigare bene

Lo dicono i proverbi, lo confermano gli studi. Il litigio può essere un’occasione di crescita importante per la persona, ma deve essere condotto bene. Qualche suggerimento.

Il litigio nasce da un conflitto di bisogni, di idee o di modi di intendere le cose e si esprime in diverse forme, alcune delle quali anche molto nocive. Possiamo infatti differenziare tra un litigio ben condotto, uno gestito male, uno che sfocia nella violenza e l’evitamento del litigio. Ognuna di queste modalità chiama in causa atteggiamenti e comportamenti differenti e porta ad esisti totalmente diversi.

Quando il litigio è ben condotto la persona è capace di rimanere sul tema del conflitto, sa riconoscere e controllare le proprie emozioni e riesce a comprendere il punto di vista o il bisogno dell’altro, anche se non lo condivide. Le due posizioni divergenti possono, attraverso il reciproco riconoscimento, portare alla definizione di una nuova idea e cercando di trarre il meglio dal litigio.

Quando il litigio è gestito male la persona si lascia annebbiare dalle emozioni, perde di vista il tema originario del contrasto e finisce per ricorrere all’invettiva personale e all’insinuazione di sensi di colpa, che a lungo andare minacciano la relazione. È il segnale che la persona ha bisogno di trovare in se stessa stabilità interiore ed armonia, potrebbe trattarsi di una fase passeggera della sua vita o di una cronicizzazione di una insoddisfazione personale di cui dovrebbe prendersi maggiormente cura.

Quando il litigio sfocia nella violenza la persona attua una sovrapposizione tra la persona che è ritenuta la causa del problema ed il problema stesso. Ne consegue una deduzione molto pericolosa: eliminando la relazione o l’avversario, il problema non sussiste. La comunicazione, il confronto, l’esigenza dell’altro non trovano spazio.

Quando il litigio è evitato o non riconosciuto la persona potrebbe avere difficoltà a relazionarsi agli altri su un piano di realtà. Desiderando un mondo senza conflitti, tenderà a ridurre le sue relazioni o circondarsi solo di persone che la pensano al suo stesso modo. La causa di ciò potrebbe essere una immaturità emotiva ed una conseguente scarsa tolleranza delle frustrazioni, la difficoltà a mettere un limite agli altri o a legittimare i propri bisogni e punti di vista.

Le opportunità di un litigio. Un litigio ben condotto è in ogni caso una occasione di crescita per la persona. Imparare sin da piccoli a gestire bene i conflitti, dice il pedagogista Daniele Novara, permette di allenare alcune competenze molto importanti:

  1. autoregolativa, ovvero la capacità di essere sintonizzati su ciò che sta avvenendo nel mentre del processo e rispondere conseguentemente con il proprio comportamento;
  2. del decentramento del pensiero, ovvero la capacità di tenere in conto anche il punto di vista dell’altro;
  3. del pensiero creativo, ovvero la possibilità che da un conflitto possano nascere nuove idee e soluzioni impensate.

 

Come litigare bene?
Perché litigare possa veramente fare bene alle persone e permettere di trovare una soluzione che faccia crescere entrambi, occorre fare una premessa indispensabile: che le persone coinvolte abbiano raggiunto una certa maturità e consapevolezza emotiva. In questo caso sarà più facile tenere in conto i seguenti punti:

  1. riconoscere la situazione da cui genera il litigio e non confonderla con le emozioni ad essa associate;
  2. avere desiderio di giungere ad una soluzione che sia rispettosa della posizione di entrambi e per questo essere disposti, ciascuno, a rivedere la propria idea iniziale;
  3. avere la mente libera da pregiudizi, prognostici su come la comunicazione si evolverà che creano rumori di fondo e non permettono di essere aperti alle nuove ipotesi;
  4. ascoltare genuinamente l’idea e le motivazioni dell’altro e cercare di comprendere il suo punto di vista, essendo anche disposti a parlare della propria idea e dei motivi che la sostengono;
  5. abbandonare l’idea di cercare un colpevole, di insinuare sensi di colpa, o di strumentalizzare le emozioni al fine di offendere o screditare;
  6. essere capaci di saper stare nel conflitto con i suoi tempi, e nella tensione mentale ed emotiva che questo comporta;
  7. non serbare rancore e contestualizzare quanto si è vissuto.

Domani in fondo è un altro giorno ed il litigio è parte della vita quotidiana.

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