7 days in Havana
Patinato quanto basta, W.E. Edward e Wallis è la storia del re inglese che abdicò per sposare l’eccentrica Wallis. Scandalo e pettegolezzi a non finire. Madonna, nella sua opera seconda, non brilla per profondità di analisi, ma fa spettacolo, con quel tanto di glamour annoiato che in fondo è uno specchietto per allodole. Si poteva tranquillamente non fare. Ma, purtroppo, lady Ciccone è Madonna. Peccato, perché gli interpreti, in particolare Andrea Riseborough, sono bravi. Ma la Ciccone dovrebbe avere il senso del limite. Speriamo in un miracolo!
Originale invece 7 days in Havana: sette cartoline dolceamare di 15 minuti l’una, per attraversare a volo d’uccello una realtà che pochi conoscono nella verità. Un personaggio come Kusturica per esempio passa per un illustre sconosciuto. Ci si diverte e si pensa. Nel sogno di una Cuba libera. Fra i sette registi anche Benicio Dal Toro, il che non è poco, e l’unico cubano Juan Carlos Tabìo.
Trhiller puro Love & Secrets con due attori come Ryan Gosling e Kirsten Durst, per la regia di Andrew Jarecki, bello per chi ama i l genere e stuzzicante psicologicamente, mentre Killer Elite, di Gary McKendry, è un filmone, di quelli che Hollywood sa fare molto bene. Deve tutto – pensate – a Robert De Niro, Clive Owen e Jason Statham. Azione adrenalinica alla follia, sparatorie, fughe e inseguimenti. Tanti, tanti cari morti… Dal deserto a Londra, il trio impazzisce in una spy storie che combina insieme poliziesco, glamour del vecchio divo De Niro, una piccola love story. Ma si corre a perdifiato, ci si stordisce un po’, si accenna alla sporca politica britannica in Oman, ma il filmone tiene ed è un bello spasso rumoroso.
Da perdere, se potete, il peggio del trash in Operazione vacanze. Ed è detto tutto. Molto meglio verdersi i film di Cannes che fino al 14 sono a Roma.