Hit Man, Killer per caso
Metteteci un po’ di tutto: azione, adrenalina, thriller, psicologia e amore passionale e avrete questo film divertente, dai dialoghi intelligenti, dalla sceneggiatura rampante che sembra quasi una partitura di jazz e troverete piacevole la storia di Gary, insicuro professore di filosofia che passa da Kant ai suoi amati due gatti in casa, solo perché divorziato e senza figli, e che fa anche il collaboratore della polizia.
Fa il finto killer per incastrare i possibili autori di omicidi grazie ai suoi perfetti travestimenti con cui diventa una ben diversa persona, e ci riesce con sorpresa sua e di tutti, così manda in galera un po’ di gente. Purtroppo si innamora della bellissima Adria Arjona che vuol ammazzare il cattivissimo marito, ma lui la porta su un’altra via.
Tra colpi di scena, un poliziotto perfido che lo vuole incastrare, morti vere, amore furente nella coppia, il risultato è quello di una storia umoristica, vivace e che riserva una sorpresa finale. La regia, scoppiettante ma equilibrata, è di Richard Linklater, e ricordando che il prodotto è inglese e non americano, si gustano meglio le trovate umoristiche. Gran mattatore è il protagonista Glenn Powell, divertente nelle trasformazioni da prof imbranato in un uomo nuovo, diverso. Cosa non fa l’amore!
Insomma, una storia pimpante di un killer che non sa neanche uccidere – lui ama i filosofi, i gatti e le piante – ma ha dentro di sé una riserva di vitalità nascosta di cui lui stesso è il primo a stupirsi.
Della serie, anche gli intellettuali più pacifici e timidi possono fare i killer, o perlomeno fingere di esserlo e cavarsela egregiamente.
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