Spagna: il coraggio di tanti “minori non accompagnati”

Nei primi 6 mesi del 2024 i migranti verso le isole Canarie (e le enclaves di Ceuta e Melilla) sono aumentati: solo a gennaio sono arrivati nell'arcipelago spagnolo più migranti provenienti dall'Africa che nella prima metà dello scorso anno. E i giovanissimi non accompagnati sono sempre di più.
Ceuta migranti - Ansa EPA/REDUAN DRIS

Una di queste sere, verso le 18, dopo la visita ad un amico che abita non lontano da casa mia, tornavo a piedi cercando di rifugiarmi per quanto potevo sotto l’ombra degli alberi. Camminare con 37 gradi e senza un filo d’aria in movimento non è piacevole. Così pensavo fino a quando non ho visto due operai lavorare sull’altro marciapiede: uno di loro stava dentro una buca con una pala in mano e l’altro gli avvicinava materiali e attrezzi. Erano africani, più neri di un tizzone spento. Mi sono subito pentito di essermi prima lamentato per il caldo, poi mi ha colto un pensiero che mi si è fissato nella mente: solo loro sono capaci di accettare e fare un lavoro così con 37 gradi… Senza dubbio erano migranti.

L’affare dei migranti, e in particolare dei minori non accompagnati, è stato di recente motivo di scontro tra i partiti dell’accordo politico che governa in sei regioni spagnole. Cioè, in quelle dove il Partito popolare (Pp) governa con il sostegno dell’estrema destra (Vox). A metà luglio i popolari avevano accettato una proposta del governo centrale per ridistribuire tra le diverse regioni gli immigrati minori non accompagnati, ma questo non è piaciuto a Vox, al punto che il presidente di questo partito, Santiago Abascal, ha accusato i popolari di “imporre la politica delle frontiere aperte” e di sostenere l’“invasione” dell’immigrazione clandestina.

Il fatto è che nelle Isole Canarie e nelle città autonome di Ceuta e Melilla, sulla costa africana oltre lo Stretto di Gibilterra, non c’è più possibilità di accogliere le moltissime persone che arrivano via mare. Ecco perché le autorità di questi territori spagnoli chiedono da anni una redistribuzione degli immigrati minori non accompagnati nei territori peninsulari.

Di fatto, l’anno scorso sono stati stanziati 20 milioni di euro, da distribuire tra le diverse regioni, per l’accoglienza e la protezione dei bambini e degli adolescenti migranti non accompagnati (per informazione, orientamento e sostegno psicosociale, scolarizzazione, inserimento socio-lavorativo…). Ma certo, una cosa sono le parole e un’altra i fatti. Diversi media hanno segnalato che, nel 2023, gli impegni assunti a questo riguardo dai governi regionali non sono stati rispettati.

In mezzo a mille scaramucce politiche, i vari media (tv, radio, giornali, web…) hanno voluto rinfrescare la storia di Jorge González, del dicembre scorso. È semplice. Jorge è proprietario di un albergo in una città della Galizia e aveva deciso di offrirlo per accogliere 54 immigrati trasferiti dalle Canarie. Dicembre non è un mese “turistico” per cui le stanze dell’albergo di Jorge erano vuote. Le strutture turistiche private, poi, sono abituate a collaborare in bassa stagione con L’Istituto per gli anziani e i servizi sociali (Imserso), offrendo vacanze a basso prezzo ai pensionati. Probabilmente Jorge ha pensato: perché non per gli immigrati?

Sono però le sue dichiarazioni quelle che continuano ancora a girare per le reti sociali: «Posso dirvi che lo sforzo da parte di questi ragazzi è encomiabile […]. Si sforzano continuamente di esprimersi. Collaborano tra loro. Stanno facendo tutto il possibile per adattarsi a una nuova vita», per integrarsi. Per Jorge è stata «una lezione di vita sul coraggio e sulle aspettative di un futuro migliore per il quale [questi ragazzi] sono pronti a rischiare la vita».

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