Mali e Niger sospendono le relazioni con l’Ucraina

Fra il 25 e il 29 luglio c’è stato nel nord del Mali un importante scontro armato, la battaglia di Tinzawatène, fra l’esercito maliano (Fama) sostenuto dai mercenari russi dell’ex Wagner – oggi Africa Corps – e i ribelli dell’Azaward. Nello scontro i ribelli hanno avuto la meglio; e il comandante dei mercenari russi Sergej Chevtchenko, detto Proud, è stato ucciso. I vincitori sono i ribelli del Quadro strategico per la difesa del popolo dell’Azawad (Csp-Dpa), tuareg separatisti storicamente in conflitto con il governo del Mali, e ultimamente sostenuti a livello di intelligence dall’Ucraina.
Il presidente ad interim del Mali, il colonnello Assimi Goita, al primo summit dell'alleanza degli Stati del Sahel a Niamey, Niger, il 6 luglio 2024. Foto via Ansa/EPA/ISSIFOU DJIBO

Dalla fine di luglio scorso l’atmosfera è incandescente nei rapporti tra Mali, Niger, Senegal e Ucraina. Questa disputa segnerà un precedente per altri paesi africani?

Il Mali ha annunciato domenica 4 agosto che avrebbe interrotto le relazioni diplomatiche con l’Ucraina, a causa delle accuse secondo cui Kiev avrebbe contribuito ad un attacco effettuato il mese scorso da gruppi armati in Mali. Attacco molto sanguinoso durante il quale soldati maliani e istruttori russi della Wagner hanno subito pesanti perdite.

Secondo Bamako, capitale del Mali, un alto funzionario ucraino avrebbe ammesso il “coinvolgimento” di Kiev nella battaglia terroristica di Tinzawatène, a fine luglio.

La settimana scorsa il portavoce dell’agenzia di intelligence militare ucraina, Andriy Yusov, ha dichiarato al canale televisivo ucraino Suspilne che i gruppi armati in Mali avevano ricevuto «tutte le informazioni necessarie di cui avevano bisogno» da Kiev per condurre l’attacco di luglio. Ma Andriy Yusov nella sua dichiarazione ha anche parlato di «informazioni utili, e non solo, che hanno permesso di ottenere successi militari contro i criminali di guerra russi» che sarebbero state fornite ai combattenti tuareg.

Per il governo maliano questo attacco costituisce «una chiara aggressione» da parte dell’Ucraina al suo territorio.

Il colonnello Maïga, ministro dell’Amministrazione territoriale e del decentramento, ha denunciato le posizioni dell’Ucraina, il cui «destino è affidato a burattini che confondono la scena internazionale e il palcoscenico teatrale», frase che leggerà tre volte in televisione.

In un comunicato stampa pubblicato nel pomeriggio di lunedì 5 agosto, il Ministero degli Affari Esteri ucraino si è rammaricato di una decisione definita “affrettata”: «La decisione del governo transitorio della Repubblica del Mali di interrompere le relazioni diplomatiche con l’Ucraina è miope e frettolosa», è scritto in un comunicato della diplomazia ucraina.

Durante il fine settimana le autorità senegalesi hanno convocato l’ambasciatore ucraino Yurii Pyvovarov, accusandolo di sostenere l’attacco attraverso un video pubblicato sull’account Facebook dell’ambasciata ucraina.

Dopo il Mali, anche il Niger ha interrotto i rapporti con l’Ucraina, accusata di sostenere il terrorismo internazionale. Il governo del Niger ha annunciato martedì 6 agosto, nella prima serata, la rottura delle sue relazioni diplomatiche con l’Ucraina, seguendo così le orme del Mali.

Il governo nigerino ha espresso “grande stupore” e “profonda indignazione” per le dichiarazioni di Andrew Yusov, portavoce dell’agenzia di intelligence militare ucraina, e di Yurii Pyvovarov, ambasciatore ucraino in Senegal. Pyvovarov ha espresso queste osservazioni sulla pagina Facebook dell’ambasciata ucraina di Dakar.

Queste dichiarazioni, percepite come sostegno ai gruppi armati che hanno attaccato l’esercito maliano (Fama) a Tinzawatène, sono state definite “sovversive e inaccettabili” da Niamey.

La Comunità economica degli Stati dell’Africa occidentale (Ecowas), da parte sua, ha condannato ogni forma di ingerenza straniera nella regione.

Anche il governo nigeriano, nel suo comunicato stampa, ha espresso il suo disappunto per il «silenzio degli Stati africani e dell’Unione africana» su questo tema. Ha invitato la comunità internazionale a prendere coscienza di quello che considera un «tentativo di trasformare il Sahel in un teatro di confronto ideologico e strategico tra potenze straniere».

La diplomazia di Kiev sottolinea che è la Russia a «distruggere l’architettura di sicurezza internazionale» che può garantire «il diritto dei Paesi africani a un futuro libero».

Le accuse contro Kiev arrivano in un momento in cui l’Ucraina sta cercando di portare avanti una vasta operazione di ampliare la sua presenza in Africa, come anche la Russia, attraverso il commercio e la creazione di ambasciate. Entro il 2024 Kiev prevede di avere venti ambasciate nel continente africano, rispetto alla quarantina della Russia.

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