69 anni di Repubblica
La festa della Repubblica Italiana, che quest’anno ricorda i 69 anni dalla nascita del regime istituzionale su cui si regge attualmente il nostro Paese (2 giugno 1946-2 giugno 2015), è una data da celebrare con convinzione ed entusiasmo, come simbolo e massima espressione dei nostri più alti valori collettivi e nazionali: libertà e democrazia, giustizia e convivenza civile.
Questo in teoria, in linea di principio. Ma basta dare uno sguardo ai protagonisti della quotidiana cronaca politica, con la loro conflittualità esasperata (e insieme di maniera) e anche la loro volgarità, pochezza culturale, inconcludenza; e basta aggiungere a questo i persistenti problemi economici, la piaga dell’immigrazione, la bassissima cultura della legalità e la violenza mafiosa e/o comune che insanguina le nostre strade, per capire quanto siamo lontani dalla Repubblica che vorremmo.
Una “res publica” di pace e civiltà, al livello dei Paesi più evoluti dell’Europa e dell’Occidente. Con i quali pur pretendiamo (!) di competere, convivere e collaborare. Il 2 giugno ricordiamoci di questo. Per andare avanti, bisogna prima accorgersi di quanto siamo indietro. O fermi. O fuori strada.