Olimpiadi di Parigi 2024, per l’Italia medaglie di portata storica

Siamo alla mattina del quinto giorno e l’Italia, con 12 medaglie, è ottava nel medagliere. Ma non conta tanto la quantità: l’Italia ha iniziato a fare la storia a Parigi.
Sul podio più alto, con le tute scure, da sinistra Rossella Fiamingo, Alberta Santuccio, Gulia Rizzi, Mara Navarria premiate alle Olimpiadi di Parigi 2024 per la spada. ANSA / Ciro Fusco

Sono sei le medaglie che la spedizione azzurra ha conquistato negli ultimi due giorni: sei medaglie che, però, valgono almeno doppio perché hanno riscritto la storia del nostro sport. Ma andiamo per ordine e vediamo cosa hanno combinato i nostri azzurri nelle ultime 48 ore a Parigi.

Un oro… e mezzo
Le tanto attese finali di lunedì sera iniziano alla grande: l’Italia, ferma ad un solo oro fino alla mattina, aveva urgente bisogno di un altro metallo pesante per non scendere ulteriormente nel medagliere ed eccola subito accontentata da Thomas Ceccon, già bronzo nella 4×100 maschile in questa edizione. “Dopo l’oro di Martinenghi non potevo non vincere. Sono felicissimo!”, queste le prime parole del neovincitore nei 100 m dorso al termine della gara in cui era arrivato sì, da primatista mondiale, ma con contendenti di tutto rispetto tra i quali il cinese Jiayu Xu che era partito subito fortissimo.

Thomas Ceccon medaglia d’oro alle Olimpiadi di Parigi 2024. ANSA/ETTORE FERRARI

Eppure Thomas sembrava non avere dubbi: nonostante l’immensa emozione sul podio, ammette: “Questa finale l’ho preparata in ogni minimo dettaglio“. Sapeva di poter vincere e lo ha fatto. E lo ha fatto alla grande, fermando il cronometro a 52 secondi, un nulla rispetto al suo record del mondo di 51’’60 e con una vasca di ritorno assurda in cui si è portato anche davanti ad un Xu che sembrava, sin dalle prime bracciate, avere la vittoria in pugno.

E dopo il primo oro di serata ecco quasi arrivare, per poi sfumare, il secondo. È l’esordiente nel fioretto Filippo Macchi che porta a casa un argento che sarebbe potuto o, forse, dovuto essere oro. Anche qui colpa di un presunto errore arbitrale contro cui il presidente del CONI, Giovanni Malagò, ha presentato una protesta ufficiale per quell’ultima stoccata che avrebbe dovuto essere assegnata al ventiduenne toscano piuttosto che all’hongkonghese, campione olimpico in carica – contro, tra l’altro, Daniele Garozzo nel 2020 – Cheung Ka Long, e per la surreale situazione di avere due arbitri “asiatici come il finalista”. Certo, un po’ di rammarico per un oro perso ma, comunque, una grande gioia per il giovane del fioretto che, con molta maturità, ha commentato così su Instagram quanto avvenuto.
“Ne ho sentite di ogni, ti hanno derubato, arbitraggio scandaloso, è una vergogna. Eppure a me viene da dire che sono proprio un ragazzo fortunato. Ho 22 anni, una famiglia stupenda, degli amici strepitosi e una fidanzata che mi lascia costantemente senza parole. Sono arrivato secondo alla gara più importante per ogni atleta che pratica sport e proprio perché pratico questo sport ho imparato che le decisioni arbitrali vanno rispettate, sempre!”. Una vera lezione di rispetto e umiltà degna di un vero campione.

Medaglia d’argento alle atlete della ginnastica artistica italiana alle Olimpiadi di Parigi 2024. Foto Ansa, EPA/ANNA SZILAGYI

Appuntamenti con la storia
Qualche medaglia attesa, quasi data per scontata è mancata, è vero, specie per quanto riguarda la scherma che, storicamente, ci ha abituati a tanti podi. Ma, così come era successo con l’atletica a Tokyo, anche a Parigi i nostri atleti ci hanno stupito con delle medaglie storiche. E, stavolta, iniziamo dalla più storica di tutte quelle arrivate nella serata del 30 luglio.

Sono Alice D’Amato, Manila Esposito, Angela Andreoli, Elisa Iorio e Giorgia Villa che scrivono una pagina memorabile della ginnastica artistica italiana, vincendo una medaglia d’argento nella gara a squadre che mancava dall’unica volta in cui erano salite sul podio, nel lontano 1928: ben 96 anni fa! Quasi 100 anni per risalire sul podio olimpico, ma ieri le nostre “fate”, alla Bercy Arena, ci sono riuscite: hanno riscritto una magnifica, magica, storica pagina per la ginnastica femminile a squadre dietro solo al quintetto statunitense capitanato dalla più grande di sempre: l’immensa Simone Biles. Una gara meritata sin dall’inizio con un unico errore nel corpo libero, quello della più giovane della spedizione azzurra: Manila Esposito che, comunque, non ha intaccato il punteggio delle compagne e ha contribuito anche lei, alla sua giovanissima età, a diventare leggenda.

Storica anche l’impresa del nostro super Greg che inizia alla grande la sua quarta Olimpiade con un bronzo negli 800 stile libero. Un bronzo che lo fa entrare di diritto nella storia dello sport italiano perché, dopo l’argento di Tokyo 2020 in questa specialità e l’oro nei 1.500m a Rio 2016, con questo ulteriore bronzo, il fuoriclasse di Carpi, 30 anni a settembre, vince la terza medaglia Olimpica individuale nel nuoto in vasca in altrettante edizioni consecutive raggiungendo leggende del calibro di Novella Calligaris e Massimiliano Rosolino, unico, insieme a Greg, ad avere una medaglia Olimpica per ogni metallo. Un risultato storico per il nostro Greg che svela il suo segreto per essere ancora in vasca e ancora vincente: “Questa 4ª medaglia olimpica in altrettante edizioni dei Giochi è forse quella che mi lascia più uno stato d’animo di gioia. – afferma un emozionatissimo Gregorio Paltrinieri – Perché sono ancora qua? Il segreto è che mi diverto ancora tanto”.

E si chiude la rassegna degli appuntamenti con la storia vinti con il primo oro della storia della spada femminile. Questo, il più fresco, arriva nella tarda serata del 30 luglio. La finale è già storica perché richiama alla primissima finale di questa disciplina nel 1996 ad Atalanta quando, a contendersi l’oro nella finale, furono proprio Francia e Italia con il verdetto finale a favore della Francia. Ma, 28 anni dopo, la storia non si ripete e, questa volta, l’oro è tutto delle nostre azzurre. È all’over time, al termine di una gara super serrata che le nostre Rossella Fiamingo, Giulia Rizzi, Alberta Santuccio e Mara Navarria ci regalano, dalla pedana del Grand Palais, il terzo oro in questa edizione a Cinque Cerchi e il 50esimo oro dell’Italia della scherma ai Giochi Olimpici.  “Siamo felici, ci siamo ripresi qualcosa che nei giorni passati ci eravamo meritati. – queste le parole di Malagò – Il destino si va a riprendere a volte quello che hai perso prima”.

E il destino, tra le molte medaglie storiche delle ultime ore, si è andato a riprendere l’impensabile: quello che mancava da quasi 100 anni, quello che non si era mai avuto.

Stamattina, poi, un’altra grande soddisfazione è arrivata dal canottaggio – non salivamo sul podio da 16 anni -, con la medaglia d’argento nella canoa quattro di coppia maschile con Luca Chiumento, Giacomo Gentili, Andrea Panizza e Luca Rambaldi. E le gare continuano…

 

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