Guarire con i libri
Spesso, recandomi in biblioteca in giorni e orari diversi, lo trovo seduto ad uno dei tavoli disponibili: un tipo sulla quarantina, barba incolta, berretto sgualcito e abbigliamento dimesso. Mai che l’abbia visto leggere un libro, intento piuttosto ad armeggiare col suo smartphone oppure a scrivere qualcosa su dei foglietti. Forse, non avendo dove andare, ricorre al nido raccolto e ovattato della biblioteca. Se per Holly, la ragazza sregolata e insicura di Colazione da Tiffany, la famosa gioielleria newyorkese era l’unico posto dove si sentiva protetta e a suo agio, può ben raggiungere il medesimo scopo anche un ambiente silenzioso e foderato di libri.
I libri… malgrado coloro che ne pronosticano la fine, gli scaffali delle librerie continuano a riempirsi di novità, non poche delle quali celebrano appunto il valore dell’opera cartacea. Si tratta di una vera ondata di romanzi le cui storie, spesso ambientate in librerie e biblioteche, sono congegnate apposta per decantare le virtù terapeutiche e salvifiche di un buon libro. Più di recente, a questi luoghi di riumanizzazione si sono aggiunti – parlo sempre di romanzi – i caffè e perfino le lavanderie. Ma fermiamoci ai libri che parlano di libri col segnalare, in mezzo a una vera foresta di titoli, alcuni dei più recenti. Ho nominato la foresta. Paolo Alliata, prete scrittore e autore di testi teatrali, conducendoci in una lunga passeggiata in altri libri con La voce leggera delle pagine (Àncora Ed.), parla di bosco, che è lo stesso. E come in un bosco si può ascoltare la voce del vento, così in questo bosco letterario il lettore potrà cogliere il sussurro di quanti, tra i grandi e le grandi della narrativa, hanno esplorato il mistero del cuore umano e l’hanno raccontato a modo loro, veri apripista della nostra avventura sotto il cielo.
Su una storia vera del secolo scorso si basa invece I cacciatori di libri nascosti di Alan Hlad, noto negli Usa per i suoi romanzi storici ambientati durante la Seconda guerra mondiale. Pubblicato da Piemme, narra l’iniziativa del presidente Roosevelt di mandare in Europa – siamo nel 1942 – un gruppo di bibliotecari con il compito di salvare quel che resta di giornali, manoscritti, libri custoditi nelle biblioteche delle città neutrali prima che sia troppo tardi e la follia nazista li distrugga per sempre. Maria Alves, bibliotecaria della Public Library di New York e unica donna al suo interno esperta in microfilm, è tra i prescelti con il prezioso aiuto di un libraio ebreo. Un romanzo emozionante, che racconta il coraggio di una donna e il suo amore per i libri, ma anche la grande Storia che guida i destini dei singoli.
Non una, ma un vero drappello di donne, tutte accomunate dalla morte di un uomo che hanno amato – un brillante matematico con la passione della lettura e dei libri, da lui usati per far breccia nel loro cuore – si coalizzano nell’escogitare un piano per salvare la sua immensa biblioteca che rischia la dispersione, oltre che per aiutare la giovane e diffidente Alienor a trovare la propria strada. In un susseguirsi di avventure rocambolesche e di colpi di scena, Ma i libri lo sanno di Roberta Corradin (Giunti Ed.) è un romanzo che vira sulla commedia e, come il titolo precedente, suggerisce l’idea che i libri possono cambiarci il destino.
Nina George, tedesca, è autrice addirittura di una trilogia con al centro delle librerie. Protagonista dell’ultimo volume, La piccola libreria sulla Senna (Sperling & Kupfer), è Jean Perdu, appassionato consigliere di letture- medicine-per-l’anima. Insieme al suo amico Max Jordan, percorre i canali della Francia a bordo di una libreria galleggiante trasformata in un’arca che, oltre ai libri, ospita grandi, piccini e animali. Lungo il viaggio, cullate dallo sciaquio della Senna, vite si intrecciano e si trasformano, mentre ognuno trova la propria cura tra le pagine dei libri. Ma un nuovo inizio attende anche monsieur Perdu: portato a confrontarsi con il passato, riscoprirà lo strabiliante potere dei libri di unire le persone e dare senso alla vita.
Ancora donne – l’autrice Sharon Gosling e la protagonista Rachel – per un romanzo d’esordio: Il faro che custodiva libri (Garzanti), ambientato in un paesino della Scozia, dove Rachel, una dai burrascosi trascorsi, ha trovato pace nel gestire una libreria annidata appunto in un vecchio faro. Senonché una misteriosa lettera la riporta al suo doloroso passato, costringendola a rimettere tutto in discussione. Se il faro non è più un posto sicuro per lei, fuggire ancora, lasciandosi dietro tutte le persone che le sono entrate nel cuore, parrebbe la soluzione più semplice. Scegliere allora quella più coraggiosa di restare? Mi fermo qui per non togliere suspense ad una storia che ha dominato le classifiche inglesi grazie al passaparola. Una storia che fa bene all’anima e racchiude tutti gli ingredienti giusti: l’amore per i libri, il senso di comunità, la forza di ricominciare senza mai arrendersi. Con un pizzico di romanticismo.
Decisamente le donne sono grandi amiche e sostenitrici dei libri. Lo dicono questi titoli (tutti editi da Adelphi) di Azar Nafisi: Quell’altro mondo, Leggere Lolita a Teheran, La Repubblica dell’immaginazione e Leggere pericolosamente. In quest’ultimo la scrittrice iraniana ora residente negli Usa passa in rassegna una serie di scrittori e scrittrici dai quali, come veri e propri talismani, si è sentita sostenuta in tanti momenti difficili vissuti anche nella sua nuova patria americana. L’autrice, intrecciando racconto biografico e riflessione sulla letteratura, mostra la capacità delle grandi opere letterarie di smascherare ogni impulso tirannico, dentro e fuori di noi. Sicché leggerle “pericolosamente” significa accogliere l’irrequietezza e il desiderio di conoscenza di cui esse ci fanno dono. Non senza aggiungere come monito: «In questo preciso momento i libri sono in pericolo. Possiamo spingerci oltre dicendo che sono in pericolo l’immaginazione e le idee, e quando questo succede lo è anche la nostra realtà. Ricordate la frase. “Quando si cominciano a bruciare i libri, si finisce per bruciare anche gli uomini”?».
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