Proteste in Nigeria per aumenti salariali inferiori all’inflazione

Aumenti salariali in Nigeria frutto di lunghe trattative tra governo e sindacati: il salario minimo mensile è salito da 30 mila a 70 mila naira, che però corrispondono a meno di 50 dollari. In un paese dove l’inflazione generale a giugno era al 34% su base annua, e il carovita relativo ai prodotti alimentari era prossimo al 41%, gli aumenti (con revisione triennale) sono di fatto già inferiori all’inflazione.  
Sciopero in Nigeria per l'aumento delle tariffe elettriche. Foto Ansa EPA/EMMANUEL ADEGBOYE

Martedì 16 luglio la Nigeria ha aumentato gli stipendi dei dipendenti pubblici (compresi impiegati federali, personale aeroportuale, insegnanti, ecc.) tra il 25 e il 35%, e lo ha fatto con effetto retroattivo a gennaio 2024: lo ha annunciato la commissione salari, mentre la più grande economia africana si trova ad affrontare la peggiore crisi monetaria degli ultimi trent’anni.

Questo aumento, frutto di lunghe trattative tra il governo del presidente Bola Tinubu e i sindacati, porta il salario minimo mensile da 30 mila a 70 mila naira, meno di 50 dollari. Il funzionario pubblico meno retribuito guadagnerà 450 mila naira (circa 324 dollari) all’anno, o 37.500 naira (27 dollari) al mese, ha dichiarato in una nota la Commissione nazionale per salari, redditi e stipendi.

Il presidente della Nigeria Bola Ahmed Tinubu. Foto HANNIBAL HANSCHKE/ Ansa.

Sebbene questo aumento possa sembrare a prima vista significativo, rimane ampiamente insufficiente data la realtà economica del Paese. Si tratta comunque del doppio di quanto finora stabiliva la legge.

Questo gesto ha una portata decisamente limitata dato il tasso di inflazione del Paese, ed è molto al di sotto delle richieste delle organizzazioni sindacali. Si tratta di sei volte meno di quanto richiesto dai sindacati.

Questi ultimi, infatti, avevano chiesto che il salario minimo di 30 mila naira venisse portato a circa 500 mila naira, cosa che il governo ha rifiutato, provocando un nuovo sciopero che ha paralizzato il Paese più popoloso dell’Africa.

Si è inoltre stabilito che ogni tre anni si svolgeranno trattative per rivalutare il salario minimo. Ma questi accordi difficilmente potranno fare la differenza di fronte all’aumento esponenziale del costo della vita nel Paese. A giugno 2024 l’inflazione generale in Nigeria superava il 34% su base annua, mentre quella relativa ai prodotti alimentari era prossima al 41%.

Per comprendere questa situazione impossibile, è sufficente notare che un sacco di riso del tipo più economico presente sul mercato costa da solo quasi quanto il nuovo minimo salariale mensile. E la nuova remunerazione non entrerà in vigore immediatamente, poiché i deputati federali devono ancora esaminare la nuova legge per approvarla.

Alcuni mesi fa il governo ha rimosso un sussidio popolare per il carburante e i controlli sui cambi, che hanno indebolito la naira. I prezzi della benzina sono più che raddoppiati e di conseguenza l’inflazione ha continuato a salire, raggiungendo il 34,1% il mese scorso, il tasso più alto in quasi 30 anni.

Questo mese l’autorità di regolamentazione dell’elettricità del Paese ha aumentato le tariffe per alcuni consumatori, mentre il governo cerca di svincolare l’economia dai sussidi per allentare la pressione sulle finanze pubbliche.

Mentre il Paese tenta di gestire le pressioni inflazionistiche, le richieste sociali e i vincoli di bilancio, è chiaro che saranno necessarie misure più ambiziose e strutturali per migliorare in modo sostenibile le condizioni di vita della popolazione.

Nonostante sia uno dei principali produttori di petrolio greggio dell’Africa, la Nigeria rimane uno dei paesi più poveri del mondo. A causa della corruzione cronica, poi, lo stile di vita dei suoi funzionari non riflette mai quello della popolazione generale. Mentre insegnanti, professionisti e medici sono spesso costretti a scioperare per protestare contro i loro magri salari, i politici continuano a ricevere stipendi enormi e compensi finanziari straordinari, anche per incarichi non ufficiali. L’anno scorso, quando il presidente Tinubu approvò una spesa multimilionaria per l’acquisto di veicoli sportivi, sua moglie, che non ha alcun ruolo costituzionale, fu tra i primi beneficiari dello stanziamento.

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