Tour de France: Tadej Pogacar vince ed entra nella storia

Un perfetto Tadej Pogacar trionfa anche al Tour de France dopo aver vinto il Giro d’Italia ed entra nella storia: non succedeva da 26 anni.
Tadej Pogacar, Tour de France 2024 (Foto Ansa, EPA/SEBASTIEN NOGIER)

Era il luglio 1998 e “il pirata” Marco Pantani, dopo aver vinto, a maggio, il Giro d’Italia, vinceva anche la maglia gialla del Tour de France. Un’impresa che pochi, prima di lui, erano riusciti a compiere ma che ora, a 26 anni di distanza, un immenso Tadej Pogacar compie per l’ottava volta nella storia del ciclismo.

Un Tour che è storia

Il Tour de France 2024 è stato un Tour che è entrato nella storia sin dall’inizio e non poteva di certo chiudere da meno. Per la prima volta in 111 anni di storia, infatti, il giro francese che assegna la maglia gialla, è partito dall’Italia per inaugurare un’edizione che si sarebbe rivelata storica. Se non è una novità che la Grande Boucle parta da un paese diverso dalla Francia, è una novità che questo paese sia l’Italia. «Perché l’Italia? Semplice, perché è un posto meraviglioso» queste le parole del direttore del Tour Christian Prudhomme che continua «Sarà un’edizione inedita della corsa, volevamo lasciare il segno nell’anno in cui Parigi ospiterà l’Olimpiade». E il segno lo ha lasciato di certo visto che, nonostante la vicinanza tra i due Stati, si sono dovuti attendere ben 111 edizioni del Tour – dalla sua nascita nel 1905 – prima che questo partisse dal Belpaese. L’attesa, però, è stata ben ripagata perché la partenza dall’Italia, più precisamente nel capoluogo toscano, è stato un tributo a tre grandi ciclisti della storia azzurra: Gino Bartali, Marco Pantani e Fausto Coppi. Tre che non solo sono riusciti a vincere – anche più di una volta – la gara ciclistica più importante, ma che hanno rappresentato, e rappresentano ancora oggi, i valori che il ciclismo e ogni altro sport dovrebbe avere.

Un Grand départ che è entrato, quindi, nella storia del ciclismo il 29 giugno con la partenza da Firenze e, dopo tre settimane e 20 tappe entusiasmanti, ha chiuso un’edizione in maniera ancora più storica sostituendo, per la prima volta dal 1905, la consueta passerella sugli Champs-Élysées con una cronometro individuale tra Monaco e Nizza e l’arrivo, quindi, sulla Costa Azzurra. Una scelta naturalmente obbligata a cinque giorni dalla cerimonia di apertura dei Giochi Olimpici di Parigi 2024, ma che non per questo ha reso questa edizione meno storica.

Pogacar sull’Olimpo dei ciclisti

Ma se il Tour de France 2024 è stata un’edizione storica, non è stato di certo solo grazie al luogo di partenza o a quello di fine. Questa edizione della Grande Boucle è stata resa ancora più storica e leggendaria da chi, questo Tour, lo ha dominato dall’inizio alla fine e lo ha stravinto dopo aver fatto lo stesso con il Giro d’Italia: Tadej Pogacar. È Pogi – così si fa chiamare – lo sloveno classe 1998 che ha fatto registrare un risultato che mancava da tanto, ormai troppo tempo, e nessuno sperava quasi più che potesse registrarsi di nuovo.

Fausto Coppi, Jacques Anquetil, Eddy Merckx, Bernard Hinault, Stephen Roche, Miguel Indurain, Marco Pantani e, da oggi, Tadej Pogacar: questi i nomi degli otto ciclisti che siedono sull’Olimpo del ciclismo, questi i nomi degli otto che sono riusciti nella magica impresa di vincere Giro d’Italia e Tour de France nello stesso anno, sigillando delle stagioni perfette. E, se già prima del dominio sul suolo francese, lo sloveno veniva spesso paragonato a questi mostri del ciclismo, adesso i paragoni sono finiti: lui è uno di loro e, da adesso, saranno gli altri a doversi paragonare a lui.

Un’impresa unica se si pensa che quando Pantani aveva registrato l’ultima doppietta Giro-Tour nell’estate 1998, Pogi non era ancora nato e oggi, a distanza di 26 anni, non solo ripete quell’impresa che solo in sette prima di lui erano riusciti a compiere, ma la ripete siglando un record dopo l’altro, dopo la delusione dello scorso anno e al termine di una competizione durata fino alla fine con Vingegaard e Evenepoel. Il trionfo arriva, infatti, dopo l’enorme delusione del secondo posto al Tour de France 2023 quando Jonas Vingegaard era riuscito a rifilargli oltre un minuto e mezzo in ventidue chilometri. Delusione da cui, però, si riprende alla grande mettendo, nell’ultima tappa di questa edizione, ben un minuto e tre secondi di distanza tra lui e il danese e un minuto e quattordici a Remco Evenepoel, i due più veloci del Tour insieme allo sloveno.

Una stagione perfetta quella del ciclista della UAE Emirates che porta con sè, come se già non bastasse, un record dopo l’altro. Con la quinta vittoria di tappa al Tour de France, dopo averne vinte 6 al Giro d’Italia, Tadej Pogacar è il primo corridore in assoluto a vincere almeno 5 volte in ciascuna di queste gare nello stesso anno; con la 16ª vittoria di tappa al Tour, Pogacar entra nella top-10 di tutti i tempi e diventa anche il primo corridore della storia ad aver vinto così tante tappe prima di compiere 26 anni e, con la 38esima maglia di leader nei Grandi Giri nel 2024 (18 al Tour, 20 al Giro), lo sloveno diventa anche il corridore con il maggior bottino in una singola stagione. Tutti questi i record di Pogi nelle ultime settimane, escludendo quelli che condivide con altri corridori.

«Sono cose di un altro mondo, sono davvero felice» queste le parole di Pogacar alla fine della quinta vittoria di tappa al Tour, senza sapere che ce ne sarebbe stata una sesta che lo avrebbe consegnato alla storia. “Cose di un altro mondo” quelle che ci ha fatto vedere e quelle che speriamo di continuare a vedere in un ciclismo che, da oggi, ha consegnato alla storia un altro campione.

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