Destinazione vacanze, mete e itinerari dell’estate italiana

Cielo, mare, terra: un avvincente viaggio suggerito da Città Nuova per le vacanze. Due grandi tappe vi aiuteranno a percorrere lo Stivale in lungo e largo, in tutto relax e con sano dinamismo. Panorami, cultura, arte e tanto altro dalle Alpi Orientali alla coste tirreniche, dal Centro Italia agli approdi sulle isole per finire con l’avvincente passaggio a sud. Il tutto gustando le prelibatezze enogastronomiche nostrane.
Villa Adriana a Tivoli.jpg

Prima tappa: Nord e Centro Italia

L’estate entra nel vivo e nei prossimi giorni raggiungerà il suo vero clou. Certo il caldo torrido non è intenzionato a dar tregua e il clima sempre più tropicale e gli improvvisi rovesci d’acqua sono ormai una realtà climatica della nostra penisola a cui bisogna abituarsi. Noi, però una bella vacanza abbiamo proprio bisogno di concedercela ed allora ecco le mete e gli itinerari esclusivi suggeriti da Città Nuova nel Nord e Centro Italia.

Dai rifugi dell’anima alle spiagge di Venere

Il trantran quotidiano necessita di un istantaneo toccasana e così fuggiamo dalle caotiche città verso la tranquillità maestosa delle Dolomiti bellunesi. Qui ci aspettano i “rifugi dell’anima”, baite tranquille dove leggere un buon libro, passeggiare per sentieri immersi nella natura e nella spiritualità e sostare in villaggi di brava gente, come Santo Stefano di Cadore, nel cuore di un patrimonio Unesco protetto dagli alberi “suonanti” e dal sussurrare dei ruscelli.

«Queste montagne – diceva Giovanni Paolo II che nel Comelico trascorreva le sue vacanze estive – suscitano nel cuore il senso dell’infinito, con il desiderio di sollevare la mente verso ciò che è sublime».

Alla meditazione segue anche un po’ di azione e così i più dinamici che vogliono liberarsi dalle tossine accumulate durante un intero anno di lavoro, rodata la catena della bici, possono confrontarsi con la forza di gravità, “scalando” le Tre Cime di Lavaredo, lì dove echeggiano ancora le gesta dei grandi eroi del ciclismo e dove gli imperdibili tramonti alpini si colorano di rosso fuoco.

Nel frattempo abbiamo raggiunto la vetta del Parco naturale Tre Cime, meritandoci un bel piatto di casunziei e uno strudel accompagnato da un grappino doc. Lasciate le chiome dolomitiche e alpine, percorriamo trasversalmente la Pianura Padana in compagnia delle pagine di Riccardo Bacchelli che scorrono veloci insieme ai campi a scacchiera, i mulini solitari e i soporiferi vapori estivi…

Al risveglio la geografia intorno a noi è mutata e ci ritroviamo tra le braccia di Afrodite. Siamo a Portovenere in Liguria, un lembo di terra accarezzato dalle onde mitologiche di Venere. Imperdibile è la passeggiata tra le casette del borgo medioevale fino alla chiesa paleocristiana di San Pietro, mentre la natura, complice il mare, rende questo luogo degno del nome di Golfo dei Poeti!

Poesia, ma del palato, è un bel piatto di linguine alla ligure con un calice di Lumassina. E per chi avesse giovani al seguito? Nessun problema, basta “sconfinare” e dopo un’oretta di viaggio, siamo nella Versilia multicolore dove i ritmi della movida notturna impazzano incessanti al suono vorticoso delle discoteche e dei tintinnanti cocktail “Viareggino 101”, sufficienti ad annullare in pochi minuti le ore di quiete dolomitica!

Da Colle Val d’Elsa ai Castelli Romani

Lì dove Guelfi e Ghibellini se le diedero di santa ragione e dove oggi si producono i cristalli più belli d’Italia, mettiamo le tende del nostro “campo base”. È Colle Val d’Elsa, il luogo ideale per far partire le escursioni giornaliere nei borghi e nelle città contermini, seguendo un viatico ricco di storia e misticismo: la via Francigena.

Ed è così che San Gimignano ci intrappola nello scacchiere di torri trecentesche prima che il Ghirlandaio ci ipnotizzi con il suo magnificente affresco rinascimentale di Santa Fina, custodito nella collegiata. Altre torri ci attendono, quelle di Monteriggioni il “borgo-castello” abbracciato dalla cinta muraria del XIII secolo, e immortalato nelle indimenticabili scene del film di Bernardo Bertolucci Io ballo da sola.

Non ce ne siamo accorti, ma stiamo già attraversando la Maremma e il monte Argentario, tra porticcioli e calette solitarie, veglia sulle isole circostanti che galleggiano perdute nel tempo e nell’azzurro del mare. È qui che ci fermiamo e nel ripensare a tutte le emozioni vissute ci viene servito un piatto di tagliolini al tartufo bianco cui fa buona compagnia una Vernaccia di San Gimignano.

Un  silenzio surreale avvolge il paesaggio laziale di Bolsena, la città del “miracolo eucaristico”. È qui che i nostri orizzonti di viaggio ritrovano la spiritualità, mentre la Rocca Monaldeschi della Cervara ci seduce con la sua storia e i suoi meravigliosi affacci lacustri.

Ispirati dalle alture facciamo rotta nel viterbese dove arroccata su un poggio tufaceo troviamo Civita di Bagnoregio: una tappa d’obbligo, anche se molto turistica. Vale la pena attraversare il vertiginoso ponte per raggiungerla, e poi una volta che l’avrete visitata non sarete mai sicuri se siete stati in luogo reale o eravate solo in un sogno di mezza estate, destinato a “svanire” insieme a quel borgo incantato.

Risalendo dalla via Cassia, la Tuscia svela, un borgo di nicchia, Capranica la città “presepe” dove tra chiesette rurali e tempietti diroccati, Petrarca ammirava i Monti Cimini. Imperdibile la visita al parco archeologico dell’Antichissima città di Sutri la cui settecentesca torre dell’orologio ci ricorda che è tempo di raggiungere Tivoli la città d’arte per antonomasia.

È un florilegio di capolavori Unesco, ville, tempietti “sibillini” e cento fontane che suonano melodie mentre le giovani ninfe danzano a piedi nudi. E poi ancora in viaggio e si avverte nell’aria qualcosa d’orientale. Siamo a Grottaferrata dove un tocco di architettura e cultura greca svelano i luoghi dell’abbazia di San Nilo e i suoi preziosi capolavori pittorici.

È il giusto preludio alle bellezze dell’archeologia classica, ai paesaggi ombreggiati da possenti castagni e ai silenti laghi vulcanici. Siamo nel reame dei Castelli romani dove ebbri di tanta bellezza e ristorati da un’arietta rinfrescante, gustiamo degli squisiti cellitti al dente con funghi porcini, innaffiati da un Frascati doc e a fine pasto, immancabile, una Guancia di canonico affogata, ahi lei!, beati noi!, in un calice di fresco Casanese.

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