Roberta Metsola confermata presidente del Parlamento europeo

L’eurodeputata maltese assume per la seconda volta la guida dell’assemblea di Strasburgo
Roberta Metsola EPA/RONALD WITTEK

La decima legislatura del Parlamento europeo (Pe) è iniziata il 16 luglio, con la rielezione di Roberta Metsola alla presidenza dell’assemblea, che ha retto negli ultimi due anni e mezzo, dopo la scomparsa di David Sassoli, con 562 voti su 699 votanti (76 le schede bianche o nulle), ottenendo la maggioranza assoluta dei voti validamente espressi a scrutinio segreto. In questo caso, Metsola aveva una sola concorrente, Irene Montero, del partito Podemos spagnolo, membro dell’alleanza La Sinistra, che ha ottenuto 61 voti.

Metsola svolgerà il suo mandato per altri due anni e mezzo, dopodiché sarà l’alleanza dei Socialisti & Democratici (S&D) a porre un proprio candidato. È stata sostenuta dai gruppi parlamentari del Partito popolare europeo (PPE) di S&D, dei liberali di Renew, dei Verdi, e anche dai Conservatori e Riformisti europei (ECR), di estrema destra, a cui sarebbero state promesse posizioni rilevanti nel nuovo Pe.

Metsola, eurodeputata cristiano-democratica maltese formatasi al Collegio d’Europa di Bruges, appartiene al gruppo del Partito popolare europeo (PPE) di centro-destra, ha guidato il Parlamento attraverso europeo in un periodo burrascoso, caratterizzato dalla guerra in Ucraina ma anche e soprattutto dal più grande scandalo di corruzione mai emerso nelle istituzioni europee, il Qatargate, che ha messo a dura prova la credibilità dell’eurocamera.

Ella, nel 2023, ha anche ricevuto il premio “In veritate”, assegnato dalla Commissione delle conferenze episcopali della Comunità Europea (Comece) alle personalità che si sono distinte per i loro risultati nel combinare valori cristiani e valori europei.

Quando fu eletta per la prima vota, nel 2022, all’età di 43 anni, era la persona più giovane ad avere presieduto il Pe, la prima maltese e la prima donna in due decenni, la terza di sempre. Inizialmente, alcuni eurodeputati erano scettici sulla sua figura, soprattutto a causa di posizioni antiabortiste. Invece, il suo mandato è stato equilibrato, ha lottato contro la corruzione e aumentato la visibilità del Parlamento europeo. Non a caso, nell’aprile del 2022 è stata il primo leader dell’Unione europea (Ue) a visitare Kiev dopo che la Russia aveva invaso l’Ucraina.

Nel suo discorso dopo la proclamazione, Metsola ha evocato «un parlamento per tutti in Europa, per rispettare le promesse dei padri fondatori», dicendosi convinta che la nostra sia un’Europa per tutti, che tra insegnamenti dalle lezioni del passato e dagli ideali che non sono scomparsi».

Metsola ha toccato vari temi sociali, come quello dei salari, della parità di genere, della crisi abitativa, ma anche quello della guerra, invocando il continuo sostegno all’Ucraina e una pace sostenibile in Medio Oriente. Ella ha anche chiesto una ferma difesa dello stato di diritto, la semplificazione della burocrazia e il conferimento al Pe di un diritto di iniziativa legislativa, attualmente detenuto dalla Commissione europea.

Ella ha fatto un accenno anche alla polarizzazione della società che «ha portato a una politica di scontro e anche a violenza politica», al quale contrapporre uno spirito di unità, richiamando i suoi colleghi a «stare in piedi e pronti», poiché «in quest’ultimo mandato abbiamo imparato che il futuro è tutt’altro che prevedibile», mentre il Pe «deve essere una casa che non può aver paura di guidare e di cambiare», ricordando che «abbiamo iniziato ma non abbiamo ancora finito».

 

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