Frida, icona di libertà

Settant’anni fa, il 13 luglio del 1954, moriva a Città del Messico Frida Kahlo. Aveva solo 47 anni. Pittrice originale dalla vita tormentata, simbolo del femminismo, icona di libertà.
Frida Kahlo (by Guillermo Kahlo - wikipedia)

C’è un “prima e un “dopo” nella vita travagliata di Frida Kahlo. Il 17 settembre del 1925 subisce un grave incidente: l’autobus su cui viaggia viene distrutto dallo scontro violento con un tram. Già sofferente fin da piccola (era nata il 6 luglio del 1907, quindi ha 18 anni), è costretta ad affrontare molteplici problemi di salute che la costringono per molto tempo a letto. Ma fa del suo dolore – 32 operazioni chirurgiche – e della sua rabbia contro la vita uno stupefacente strumento di conoscenza di sé stessa e del mondo, come Leopardi e Dostoevskij.

Scopre nell’arte un canale privilegiato di espressione delle sue terribili esperienze e, anche se costretta all’immobilità, comincia a leggere e soprattutto a dipingere quadri meravigliosi e originali. Spesso il soggetto ritratto è lei stessa.

I genitori (un emigrato tedesco e una benestante messicana) escogitano un letto a baldacchino per farle tenere in mano un pennello e vedere riflessa la propria immagine in uno specchio posizionato nella parte superiore del letto stesso.

Oltre all’autoritratto, tema ricorrente delle sue opere è anche, naturalmente, la tragica esperienza dell’incidente in autobus con le sue infinite ripercussioni interiori e psicologiche: depressione, lunghi silenzi e solitudini, “protesta” contro il mondo. Il veleno della sua estrema fragilità corporea si riversa nella sua sensibilissima interiorità.

Eppure lei riesce a reagire, a non rassegnarsi passivamente. La sua disgrazia si trasforma nell’inizio di un’avventura umana e artistica che farà di Frida Kahlo un simbolo del femminismo (come pure delle persone con disabilità) e un’icona di libertà ancora oggi. Comprende che il suo modo di stare al mondo è diverso da tutti gli altri, la pone in una dimensione “altra”, ricca di sofferenza ma anche di slanci: ama la vita, l’arte, la passione per la politica e il passato del suo popolo.

Le sue opere, che lei rifiuta di definire surrealiste, sono ricche di tratti naif: visionarie e realistiche al tempo stesso, coloratissime, originali, drammatiche. Tanto da proporle all’attenzione del famoso pittore messicano Diego Rivera, molto più grande di lei. Se ne innamora, lo sposa, divorzia da lui e poi lo risposa. Soffre per i tradimenti di lui, ma anche lei lo tradisce, con relazioni molteplici e bisessuali.

Frida Kahlo scopre anche il comunismo come volontà di cambiamento radicale della società, esalta le tradizioni e il folklore del suo popolo e del mondo precolombiano, sogna la rivoluzione.

Sogna anche di avere un figlio, ma la sua salute estremamente gracile e compromessa non glielo consente. L’anno prima di morire, subisce anche l’amputazione di una gamba, portandola a tentativi di suicidio.

Concepisce sé stessa come un’opera d’arte. Già nelle acconciature e negli abiti rivela il suo bagaglio psicologico e culturale, il suo temperamento di donna indipendente e anticonformista. Non si depila le sopracciglia e lo spazio fra il labbro superiore e il naso, per non obbedire ai soliti standard di bellezza.

Promuove un ideale di donna combattiva, mai sottomessa, che fa dell’autodeterminazione il suo punto di forza. Lo vediamo dalle sue opere: Autoritratto con collana di spine (dall’intensa simbologia cristologica), Le due Frida, Il cervo ferito, La colonna spezzata, Henry Ford Hospital, La mia nascita

La Casa Azur (Casa Blu, dal colore delle pareti esterne), abitata dalla coppia a Città del Messico, è diventata il Museo Frida Kahlo, meta di migliaia di visitatori ogni anno. Le sue ceneri sono conservate lì, dove tutto parla di lei: dagli abiti ai ritratti, dalla sedia a rotelle ai ricordi di viaggio.

Due film (uno con Salma Hayek del 2002), innumerevoli libri e documentari raccontano la sua vita. Nel 2017 anche il film d’animazione Coco, della Disney-Pixar, rende omaggio a Frida Kahlo, una delle artiste più importanti e simboliche del Novecento.

Sostieni l’informazione libera di Città Nuova! Come? Scopri le nostre rivistei corsi di formazione agile e i nostri progetti. Insieme possiamo fare la differenza! Per informazioni: rete@cittanuova.it

I più letti della settimana

Abbiamo a cuore la democrazia

Carlo Maria Viganò scismatico?

La filosofia dello sguardo

Edicola Digitale Città Nuova - Reader Scarica l'app
Simple Share Buttons