Stati Uniti, Trump vincitore nel duello tv con Biden

I media, sia americani che internazionali, hanno sottolineato come il presidente in carica sia apparso affaticato rispetto allo sfidante; che secondo i sondaggi ha raccolto maggiori consensi nel confronto televisivo andato in onda in diretta sulla CNN
Joe Biden e Donald Trump prima del dibattito alla CNN il 27 giugno 2024. Foto via Ansa EPA/MICHAEL REYNOLDS

Chi non ha fatto le ore piccole per seguire il duello televisivo in diretta tra i due candidati presidenti degli Stati Uniti, Joe Biden e Donald Trump, si è svegliato questa mattina con una notizia che – per quanto non del tutto inattesa – pare aver messo mezzo mondo in subbuglio: il presidente in carica Joe Biden, forse perché affaticato dalla campagna elettorale (ha più di ottant’anni, ed è proprio questo uno dei suoi principali punti di debolezza nel cercare la rielezione) è sembrato soccombere nel confronto con il suo (non molto più giovane in realtà, avendo appena compiuto 78 anni) tanto vituperato sfidante Donald Trump. Biden, a detta di tutti i commentatori, è apparso spento, con la voce roca, incapace di ribattere efficacemente, arrivando a volte addirittura a concludere le sue risposte andando del tutto fuori tema. Il risultato è che, secondo i sondaggi, Trump è risultato vincitore di questa prima sfida.

Il New York Times titola: «Biden fatica mentre Trump brilla in un dibattito controverso», parlando di «una performance annaspante e un partito nel panico» che già parla di trovare un sostituto. Un anonimo funzionario del Partito Democratico ha dichiarato al quotidiano che «Biden affronta richieste sempre più pressanti di fare un passo di lato […] Joe aveva un grande riserva di fiducia tra i Democratici, che però si è prosciugata. […] L’uomo che è stato sul palco con Trump non può vincere. La paura di Trump ha fatto crescere le critiche verso Biden, e ora quella stessa paura provocherà una serie di richieste di tirarsi indietro». E questo nonostante, scrive sempre il New York Times, molte delle argomentazioni di Trump siano state false o quantomeno fuorvianti: il Washington Post arriva addirittura a puntare il dito contro i moderatori del dibattito, che non hanno fatto fact-checking, ossia verificato i fatti – mancanza considerata molto grave in un tale contesto.

Già, ma chi ne prenderebbe il posto, dato che realismo impone di riconoscere che cambiare il candidato a poco più di quattro mesi dalle elezioni ha dell’impossibile? Il governatore della California Gavin Newsom, tra coloro considerati “papabili” in caso di ritiro di Biden, ha per ora confermato il suo sostegno al candidato in corsa e smentito la volontà di sostituirlo, così come altri esponenti di punta del partito. Tanti già da anni parlano di Michelle Obama, ma lei si è sempre sostanzialmente tenuta fuori dalla politica. E oltretutto, si fa ancora notare, non è la prima volta che un presidente in carica viene surclassato dallo sfidante al primo dibattito, ma poi riesce comunque ad essere riconfermato.

Altro punto caldo, secondo la stessa testata, sono le preoccupazioni del resto del mondo per la fase di instabilità che gli Usa stanno attraversando: in un momento di crisi internazionali forti, né un presidente debole come appare essere Biden né una sorta di scheggia impazzita come potrebbe rivelarsi Trump rassicurano gli animi.

Non tutto comunque è andato male per Biden: il Washington Post fa notare che il presidente in carica ha gestito bene la parte di dibattito sulla difesa della democrazia dopo l’attacco al Campidoglio del 6 gennaio; e che dopotutto «non è stato chissà che grande dibattito», lasciando intendere che probabilmente non cambierà di molto le carte in tavola dato che molti dei temi realmente controversi sono stati del tutto evitati, o quantomeno i due candidati hanno glissato sulle questioni.

Tutti gli altri giornali hanno titoli e analisi sostanzialmente molto simili, ma vale la pena citare l’editoriale del Los Angeles Times: «Biden balbetta, Trump mente e tutti perdiamo». L’editorialista Mark Z. Barabak sembra esprimere tutto il suo sconforto per un dibattito deludente, «l’ovvio e abbondante disprezzo tra due uomini che non sono nemmeno riusciti a stringersi la mano». Biden, per quanto «i fatti siano dalla sua parte», in primo luogo l’economia, non è riuscito a far risaltare quanto compiuto nel suo mandato; Trump, dal canto suo, «ha mentito ed esagerato con il suo solito trasporto». Se davvero non ci sarà un altro dibattito tra i due – vuoi perché i Democratici cambieranno candidato alla convention di agosto, vuoi perché verrà rifiutato un secondo confronto – dato lo spettacolo offerto giovedì sera (con tanto di insulti) non sarebbe poi un gran male».

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