Niger: revocata ai francesi una concessione mineraria per estrarre l’uranio
Situato a ovest del massiccio dell’Aïr, nel nord del Niger, Imouraren è considerato uno dei più grandi giacimenti di uranio del mondo, con 200 mila tonnellate di riserve. Da giovedì 20 giugno, contro ogni previsione, i militari al potere nel Paese dal luglio 2023 hanno deciso di ritirare al gruppo francese Orano il permesso di sfruttare la miniera. Questa decisione si inserisce in un complesso contesto di tensioni tra Parigi e Niamey. Il Niger fornisce il 15% del fabbisogno francese di uranio per il nucleare.
“Orano prende atto della decisione delle autorità del Niger di ritirare, alla sua controllata Imouraren Sa, il permesso di sfruttamento del giacimento, nonostante la ripresa delle attività sul sito in conformità con le aspettative espresse”, ha risposto la società francese in un comunicato stampa. “Orano resta disposta a mantenere aperti tutti i canali di comunicazione con le autorità nigerine sull’argomento, riservandosi il diritto di impugnare la decisione di revoca del permesso operativo davanti alle competenti autorità giudiziarie, nazionali o internazionali”, conclude il comunicato.
Lo sfruttamento del giacimento di Imouraren, situato a nord di Agadez, in mezzo al deserto, era stato interrotto per più di un decennio a causa della non redditività. Le autorità nigerine avevano quindi chiesto all’operatore francese di intraprendere dei lavori per rimettere in funzione il sito.
In una “nota informativa” pubblicata il 7 giugno, il ministero delle Miniere nigerino ha minacciato di ritirare il permesso se Orano non avesse iniziato lo sfruttamento del giacimento entro il 19 giugno. Il 12 giugno un portavoce di Orano aveva quindi annunciato che “i lavori preparatori” erano stati avviati “recentemente”. Giovedì 20 giugno, infine, la società francese ha precisato che le infrastrutture del deposito sono state “riaperte dal 4 giugno 2024 per accogliere le squadre di costruzione e portare avanti i lavori“.
“Diverse decine di persone sono state mobilitate durante la fase di rilancio del progetto. Alla fine, si prevedeva che Imouraren Sa avrebbe dato lavoro a 800 persone, compresi i subappaltatori. Ma il progetto di sviluppo del giacimento di Imouraren “non soddisfa le aspettative delle autorità”, ha avvertito il ministero delle Miniere nigerino, che ha quindi revocato la concessione.
Dopo la chiusura nel 2021 di Cominak, l’unica miniera attualmente gestita da Orano in Niger è quella di Somaïr, uno scavo a cielo aperto situato nel nord della regione di Arlit. Le attività minerarie a Somaïr sono riprese a febbraio dopo un arresto della produzione durato diversi mesi a seguito del colpo di stato di luglio 2023.
Il Niger, un paese senza sbocco al mare, con 26 milioni di abitanti, è il settimo fornitore mondiale di uranio, utilizzato per la produzione di armi e di energia nucleare. Nel 2022, secondo l’Agenzia per l’energia nucleare Nea, il Niger ha fornito più di un quarto dell’uranio utilizzato nell’Unione europea, rendendolo la seconda più grande fonte di uranio, dopo il Kazakistan.
Prima del colpo di stato militare dello scorso anno, il Niger era il principale partner economico dell’occidente nel Sahel. Ma le nuove autorità militari che hanno preso il potere, hanno promesso di tagliare i legami con l’occidente e si sono impegnate a rivedere le concessioni minerarie del Paese. Infine, hanno ordinato il ritiro delle truppe francesi e, più recentemente, americane.
Risorsa naturale essenziale per il funzionamento delle centrali nucleari francesi, l’uranio estratto in Niger è stato sfruttato per più di quattro decenni dal gruppo francese Orano (ex Areva). Costituisce il principale prodotto di esportazione del Niger. Ricordiamo che Orano detiene la maggioranza di quote della miniera di Imouraren, mentre la società nigerina Sopamin Sa controlla il restante 33,35%.
Lo sfruttamento dell’uranio nigerino iniziò nel 1970. Attraverso le due aziende controllate “Compagnie minière d’Akokan” (Cominak) e “Société minière de l’Aïr” (Somaïr), la società francese Areva (oggi Orano) ottenne il monopolio dello sfruttamento, che durò fino all’inizio del 2010, quando il Niger iniziò a “diversificare” i suoi partner.
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