65 vescovi alla scuola della giovane beata Badano

A Sassello un appuntamento insolito nella casa di Chiara Luce. «I giovani che non vanno in chiesa trovano in lei un esempio di normalità che porta a Dio» ha commentato il cardinale brasiliano Bráz de Aviz
Vescovi con Maria Teresa Badano

Fascia tricolore e grande ammirazione. Il sindaco Paolo Badano (solo omonimia con la concittadina beata) guardava grato e stupito i 65 vescovi di tante parti del mondo giunti a Sassello, lunedì 6 agosto, per conoscere i genitori e i luoghi dove era nata e vissuta la diciottenne elevata agli onori degli altari nel settembre 2010. Mai tanti vescovi in una sola volta. E nemmeno le plurisecolari pietre dei palazzi del centro di questa cittadina posta al confine tra Liguria e Piemonte avevano memoria di qualcosa di simile. La processione dei presuli, che si era snodata tra la chiesa dell’Immacolata e la chiesa della Trinità, aveva destato l’attenzione di un buon numero dei 1900 abitanti e dei villeggianti.
 
Tramite Chiara Luce, il nome del paese è diventato noto in tanta parte del pianeta e il primo cittadino, dopo aver letto il messaggio di saluto del presidente della Regione Liguria, Claudio Burlando, aveva espresso la riconoscenza di tutta la popolazione alla giovane beata, da lui definita «la santa del sorriso».
 
Dal giorno della beatificazione, Sassello è diventata sempre più meta per tanti giovani italiani, europei e continentali. «Adesso arrivano tantissimi giovani da tutto il mondo – confermava la mamma, Maria Teresa –. È un susseguirsi di pullman. Tanti ragazzi che non credono vengono in casa, guardano, ascoltano, e quando lasciano la cameretta di Chiara Luce si fanno il segno della croce, come per raccogliere la consegna di mia figlia».
 
Anche i vescovi sono saliti in piccoli gruppi nella cameretta dove la giovane Badano ha sofferto ed è morta, da quel letto a due piazze trasformato in un altare per le sofferenze offerte e in una cattedra per l’esempio del dolore trasformato in gioia. Ognuno di loro (dal Brasile al Pakistan, al Madagascar) era venuto in un certo senso a confermare che la testimonianza di Chiara Luce aveva colpito tanti giovani della propria diocesi ed era spettatore dell’efficacia con cui la beata sapeva parlare al cuore dei coetanei di ogni latitudine, molto oltre la cerchia dei Focolari, di cui loro stessi sono amici. Non è casuale, al riguardo, che la ragazza sassellese sia stata scelta tra gli “intercessori” della Giornata mondiale della gioventù 2013, che si svolgerà a Rio de Janeiro.
 
Al camposanto hanno sostato sulla tomba della ragazza. L’intento era palese: «Fermarsi con Chiara Luce, per chiedere aiuto e protezione sul cammino della spiritualità dell’unità aperta da Chiara Lubich, che è una via di santità», aveva posto in luce il cardinale Miloslav Vlk, arcivescovo emerito di Praga.
 
Un altro tuttavia è stato il momento che ha segnato maggiormente l’indimenticabile giornata, quello nel giardino dell’abitazione della beata. In programma, un breve saluto dei genitori. Nei fatti, una sorta di catechesi di 45 minuti tenuta dalla simpatica diciottenne tramite gli episodi riferiti e le frasi citate dai genitori, Maria Teresa e Ruggero, interpellati dai presuli. Ne è risultato un invito a farsi santi insieme, pastori e fedeli del popolo di Dio; una vocazione comune pur nella distinzione di ruoli e responsabilità.
 
Con la sua sensibilità orientale, l’arcivescovo di Bangkok, Thailandia, Francis Xavier Kriengsak Kovithavanij, commentava: «La Chiesa ha ora un esempio molto attuale di cosa è il Vangelo vissuto e l’amore cristiano. Ma abbiamo visto anche che cos’è una famiglia cristiana e come si cammina nella vita di fede durante le prove, il dolore, la morte». «Forse siamo davanti ad altri due santi, vista la dirittura e la sapienza dei coniugi Badano – aveva voluto marcare il brasiliano João Bráz de Aviz, prefetto della Congregazione per gli istituti di vita consacrata –. Chiara Luce ci mostra una vita realizzata all’insegna della gioia, trovata nell’accettazione dell’imprevedibile piano di Dio. Scegliendo l’amore, ha centrato il cuore del cristianesimo. È una grande perché è rimasta una ragazza normale. Abbiamo bisogno di queste persone. I giovani che non vanno in chiesa trovano in lei un esempio di normalità che porta a Dio e poi conduce alla Chiesa».
 
Prima dell’arrivo dei vescovi, la presidente dei Focolari, Maria Voce, accompagnata dal copresidente Giancarlo Faletti, aveva visitato per la prima volta la cameretta della beata e si era intrattenuta una trentina di minuti con i genitori. «La sento come una sorella per il carisma dell’unità che ci lega – aveva confidato a Maria Teresa e Ruggero –: una sorella minore perché figlia del Movimento dei Focolari che ora presiedo; una sorella maggiore perché, correndo come gli atleti alle Olimpiadi, mi ha preceduta nella santità».
 

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