Grecia, la delusione pesa sull’affluenza alle Europee
Elezioni Europee: ha vinto la spiaggia o forse no? Si dice che in Grecia abbia vinto la spiaggia visto che ha votato solo il 41,39% dell’elettorato (neppure il voto per corrispondenza ha funzionato questa volta), mentre il resto avrebbe preferitto andare al mare: verosimile ma non vero. L’impressione è che la gente abbia voluto mandare un chiaro messaggio: che non è sodisfatta del governo e nemmeno dei partiti dell’opposizione, che non sono riusciti a convincerla di poter offrire una realistica alternativa.
Il governo greco di Kyriakos Mitsotakis (monocolore di centro-destra) ha ottenuto il 28% dei voti, rimanendo ancora primo ma con grandi perdite, cioe 5% meno rispetto alle elezioni europee del 2019, e 13% in meno delle elezioni nazionali del 2023. Syriza, partito di sinistra, ha ottenuto il 14,9% dei voti, rimanendo il primo partito di opposizione ma con un calo di quasi il 3% rispetto alle elezioni nazionali dell’anno scorso e dell’8% dalle elezioni europee del 2019. I socialisti del Pasok sono rimasti stabili al 12%, cioè non hanno subito le perdite del partito di governo nè, tanto meno, quelle di Syriza e della sinistra. Risultati che hanno allarmato i rispettivi partiti, che stanno cercando di capire come rimediare. Mitsotakis ha annunciato il 14 giugno un piccolo rimpasto di governo, Syriza esamina lo scenario di possibili nuove alleanze, mentre i socialisti hanno cominciato di cercare un nuovo leader. Solo i comunisti e i partiti nazionalisti e di estrema destra possono sorridere, visto che hanno ottenuto piccoli aumenti delle loro percentuali.
Ricerche approfondite e qualitative hanno evidenziato che la percentuale di elettori che la coalizione di governo ha perso, almeno nella maggiore parte, non ha votato altri partiti, scegliendo di aspettare per valutare i prossimi passi del governo. Sembra che il governo non sia riuscito ad affrontare e gestire il principale problema dei greci, che è il costo della vita a tutti i livelli e soprattutto l’inflazione dei generi alimentari. Secondo Eurostat, la Grecia registra il secondo tasso d’inflazione più elevato (5,4%) tra i Paesi europei. Inoltre, voci di un tentativo di insabbiare le responsabilità per la tragedia ferroviaria di Tebi (presso Larissa) dello scorso anno, la legge che approva il matrimonio e le adozioni delle coppie gay, e l’arroganza espressa da parecchi ministri di Nea Dimokratia rispetto al 41% ottenuto alle elezioni dello scorso anno hanno fatto infuriare una parte dell’elettorato che li aveva sostenuti. Perchè il 41% ottenuto lo scorso anno alle elezioni nazionali da Nea Dimokratia non giustificava l’arroganza espressa (tanto che alle Europee la percentuale è crollata), ma anche dal fatto che almeno per il momento non si vede una reale opposizione, e le forze progressiste sono spaccate: ma questo non è sano per l’intero sistema politico. Infatti la strada si presenta ancora più difficile d’ora in poi e questo sia per il governo che per la frammentata opposizione.