Mundialito: quando lo sport è inclusivo

L'integrazione culturale è possibile... magari con l'aiuto di una partita a calcio a 5. L'iniziativa a Milano con 10 squadre composte da giovani migranti di varie nazionalità
Di Pallo_valmiina.jpg: Christopher Bruno - sxc.huderivative work: Sir James (talk), CC BY-SA 3.0, https://commons.wikimedia.org/w/index.php?curid=8481748

Sabato 8 giugno 2024, presso gli impianti della polisportiva Valsesia (in zona Baggio, a Milano) ha ripreso la tradizione del Mundialito, iniziata 40 anni fa. Alcuni giovani e nuovi volontari della quarantennale associazione cittadina “Arcobaleno” hanno ascoltato qualche mese fa i racconti dell’iniziativa sportiva che fece scalpore negli anni ’80: invitare a confrontarsi sportivamente gli stranieri presenti in città, suddivisi per nazionalità.
Appassionati e coinvolti dai racconti, i nuovi volontari si sono lanciati nella sfida di riproporre alla Milano del 2024 una giornata di sport inclusivo a favore dei tanti migranti che popolano la città: un “Next Gen Mundialito” di calcio a 5, da svolgersi tutto in un giorno.

Agli inviti mandati a conoscenti, istituzioni, amici ed enti del Terzo Settore, hanno risposto soprattutto le comunità che accolgono i tanti “minori stranieri non accompagnati”, ovvero le centinaia di minorenni che vivono a Milano per formarsi e prepararsi ad inserirsi attivamente nel tessuto socio-lavorativo. Alla fine, sul campo di calcio si sono presentate 10 squadre, una per ogni comunità, accompagnate da educatori e responsabili che vivono con i ragazzi e li affiancano nel duro lavoro quotidiano di convivenza ed apprendimento delle regole italiane (oltre che della lingua). Perciò, la novità del Mundialito 2024 è stata la composizione delle squadre: in ognuna, l’egiziano giocava con il gambiano, il maliano con il marocchino, ecc., prediligendo la convivenza quotidiana all’appartenenza e alla lingua nazionale.
Presenti durante tutto il giorno anche l’istituzione comunale: le assistenti sociali hanno garantito la vicinanza anche in questo momento ludico e divertente, oltre che nel loro quotidiano lavoro di accompagnamento sociale.
Sostenitore dell’iniziativa è stato anche il progetto “Sportmeet“, con i premi “Fairplay” e il lancio del dado Sport4peace.

Per la cronaca, hanno vinto i ragazzi della comunità San Bernardo della Fondazione San Francesco, in una finale decisa ai rigori: grazie alla parata decisiva di un ragazzo italiano (inserito per completare una squadra), lo stesso è stato alla fine festeggiato dai propri compagni e portato in trionfo. E’ stato un momento emozionante che ha dimostrato come l’integrazione culturale è possibile (vedi video e foto dell’evento).
Ovviamente, non sono mancati infortuni e rischi di risse in campo: l’ottima organizzazione ha garantito tutti i servizi necessari (presidio medico in primis), ma soprattutto, grazie ai valori della fraternità e della solidarietà alla base, hanno fatto sì che i rapporti in campo fossero sereni, amichevoli e sensibili al bene comune.
Avendo partecipato personalmente, mi piace pensare a questo momento come un tassello importante per arrivare alla fraternità tra i popoli: in particolare, questi ragazzi vedono sempre nel Mar Mediterraneo una frontiera da superare, un ostacolo da sfidare, un mare che li poteva inghiottire, ma che, se superato, poteva dare una nuova possibilità di vita. Sabato 8 giugno 2024 a Milano mi è sembrato di aver sperimentato un “Mediterraneo di Fraternità“.

Foto Mundialito:
https://www.facebook.com/ssociazioneArcobaleno/photos_by

Video Mundialito:
https://www.facebook.com/ssociazioneArcobaleno/videos

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