La Chiesa cattolica: una famiglia

I numeri e le ragioni della scelta dell’8 per mille a favore della Chiesa cattolica. Milioni di persone assistite ogni anno in Italia. Intervista a Massimo Monzio Compagnoni
Srilanka

Nel 1984, al tempo della revisione del Concordato fra Stato e Chiesa, la Chiesa cattolica italiana compì la scelta di dipendere economicamente totalmente dalle comunità di fedeli sparse in tutta Italia. «Purtroppo, oggi la Chiesa è vittima di tantissime fake news e falsi luoghi comuni, ad esempio che i sacerdoti dipendono e sono pagati dal Vaticano. Non è vero! I sacerdoti e la Chiesa cattolica dipendono totalmente dalle loro comunità di fedeli. Non dunque dal Vaticano, ma dalle offerte (fatte in chiesa e all’Istituto Centrale Sostentamento del Clero) e dalla scelta che ogni cittadino compie ogni anno nel momento della dichiarazione dei redditi (modello 730, Redditi e Certificazione Unica), selezionando la destinazione dell’8 per mille alla Chiesa cattolica.

L’8xmille è una “donazione” che non costa nulla. Non è una tassa in più, ma semplicemente una redistribuzione alle diverse Chiese presenti in Italia di una piccolissima parte delle tasse già pagate dai contribuenti sui propri redditi. Purtroppo, ad oggi la fonte principale di sostegno economico per noi è proprio l’8xmille ed è per questo che chi avversa la Chiesa cattolica è così accanito nel chiedere la cancellazione di questo istituto».

Massimo Monzio Compagnoni
Massimo Monzio Compagnoni

È tutto qui il succo dell’intervista a Massimo Monzio Compagnoni, sposato, una figlia, per 13 anni consulente di marketing strategico e organizzazione aziendale in Italia e all’estero, poi per 16 anni manager alla Rizzoli Corriere della sera di cui 8 come Amministratore delegato delle testate locali del Corriere negli anni della direzione di Ferruccio De Bortoli. Dopo altri anni di vario percorso professionale, nel 2020 cambia completamente vita, accettando di diventare, per 5 anni, responsabile dell’ufficio preposto al Sostegno economico della Chiesa cattolica italiana presso la Cei (Conferenza episcopale italiana): «Sono finalmente arrivato dove avrei sempre voluto arrivare: svolgere un lavoro dove posso portare e mettere in pratica la mia esperienza professionale al servizio dei valori che mi muovono, quelli cattolici. Nella mia vita, anche nei momenti di grande crescita professionale, ho sempre cercato di mantenere i piedi per terra, prestando servizio come volontario alla mensa dei poveri delle Missionarie della carità a Milano o come vicepresidente di un Centro aiuto alla vita di Cassano d’Adda».

Oggi sempre in giro per l’Italia, Massimo Monzio Compagnoni visita diocesi per diocesi, con lo scopo di sensibilizzare sacerdoti e fedeli sull’importanza e sul significato di questa scelta. «A volte le comunità dei fedeli non sono più consapevoli del loro ruolo sociale ed ecclesiale, del loro dovere nei confronti del sostegno alla Chiesa». Ad ogni comunità che incontra, chiede quindi di nominare un volontario che promuova localmente i valori di comunità, comunione e corresponsabilità nei confronti della Chiesa: «Eravamo a zero, ora siamo arrivati a circa 2.000 referenti parrocchiali, ma ne mancano ancora tanti».

Con riferimento alla sua esperienza, c’è un altro tema che cerca di sottolineare: l’importanza della comunicazione, dei nuovi linguaggi e di tutti i grandi o piccoli giornali nazionali e diocesani: «Dobbiamo assolutamente sostenere e valorizzare le nostre testate. Se chiudiamo queste riviste, queste testate cattoliche, nessuno parlerà più della Chiesa, se non negativamente».

I numeri

Con la scelta dell’8 per mille, così come con quella del 2 e del 5 per mille, lo Stato italiano permette ad ogni cittadino di scegliere come impiegare una (piccola) parte degli introiti incassati con le tasse. La scelta viene fatta dal cittadino al momento della compilazione Dichiarazione annuale dei redditi. Massimo Monzio Compagnoni mi fornisce tutti i numeri che gli chiedo, con la massima trasparenza.

Negli ultimi 20 anni il numero di italiani che ha scelto di destinare l’8 per mille alla Chiesa cattolica è diminuito di circa l’1,2% in media all’anno. Si è passati dall’89% di scelte per la Chiesa nel 2004, al 69% nel 2022 (ultimi dati disponibili). Nel 2023 la Chiesa ha ricevuto dallo Stato circa 1 miliardo di Euro per le scelte effettuate dai cittadini nella Dichiarazione dei redditi 2020; questi, come ogni anno, vengono tutti destinati a 3 capitoli/progetti di spesa: Sostentamento del Clero, Carità e attività inerenti al Culto/Pastorale. In particolare:

  • 405 milioni (41%) per la diaria dei sacerdoti;
  • 243 milioni (24%) per la carità e il welfare sussidiario, in costante crescita;
  • 352 milioni (35%) per il culto, la manutenzione delle chiese, il catechismo, gli oratori e le altre attività pastorali.

 

L’Italia della Chiesa cattolica è divisa in 218 diocesi, con 25mila parrocchie e 32mila sacerdoti. Gli introiti provengono prevalentemente dall’8 per mille: il sostegno dei sacerdoti per esempio viene coperto solo per l’1,6% dalle offerte deducibili e per il 7% dalle offerte raccolte nelle chiese durante le funzioni domenicali, mentre il 70% di questo costo viene coperto da risorse provenienti dall’8xmille.

Progetti

La Chiesa cattolica garantisce un welfare sussidiario a quello dello Stato grazie a tutte le attività caritative svolte con più di 6.000 progetti da migliaia di volontari, in particolare nel 2023 sono stati destinati:

  • 80 milioni per il terzo mondo, soprattutto per ospedali, scuole e missioni;
  • 150 milioni per i progetti delle Caritas diocesane;
  • 13 milioni per i progetti delle Caritas nazionali.

 

Le Caritas diocesane hanno realizzato progetti così suddivisi:

  • Famiglie disagiate 1308 progetti
  • categorie economicamente fragili     508 progetti,
  • persone senza fissa dimora     276 progetti,
  • sostegno agli anziani     222 progetti,
  • aiuto i disabili     172 progetti,
  • aiuto adolescenti e minori     190 progetti,
  • vittime delle dipendenze     200 progetti,
  • infine una miscellanea di azioni varie a sostegno delle comunità 1600 progetti

 

A questi progetti si aggiungono quelli nazionali. «Questo è una parte del valore incredibile che la Chiesa ridà alla società. Purtroppo, chi vuole togliere l’8xmille alla Chiesa cattolica non si rende conto di cosa sarebbe l’Italia senza tutti questi progetti, soprattutto perché lo Stato non sarebbe minimamente in grado di compensare, a parità di risorse, quanto fatto dai nostri volontari, quasi sempre a titolo gratuito.

La Chiesa è una delle cose più belle che esistano: da 2000 anni si fonda sul messaggio di Gesù che ancora oggi risulta essere il più innovativo in assoluto. La Chiesa è amore, amore per tutti. Accoglie e abbraccia tutti senza chiedere nulla. Questa è la cosa per me più sconvolgente».

Volontari

I progetti Caritas diocesani e nazionali assistono più di 2 milioni di persone in tutto il Paese, e sono resi possibili da migliaia e migliaia di volontari. «La Chiesa dà da mangiare a milioni di persone, le segue, le assiste una per una e spesso le aiuta a ricostruirsi una vita. Tra l’altro abbiamo in corso una ricerca col Politecnico di Milano, università statale specializzata, per valutare l’impatto sociale dei fondi alla Chiesa cattolica: nel 2026 avremo i risultati».

Alla fine dell’intervista Massimo Monzio Compagnoni, una persona “vera”, mi racconta un piccolo fatto successo durante una delle tante visite che compie regolarmente nelle parrocchie di tutta Italia. Dopo aver spiegato i dati e illustrato i progetti realizzati in conseguenza della scelta dell’8 per mille per la Chiesa cattolica, una parrocchiana si è avvicinata e gli ha detto: «Ci ha fatto toccare con mano che la Chiesa, che a volte sembra lontana, in realtà è una famiglia, la nostra famiglia».

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