Verso le elezioni europee

Le aspettative di cittadini verso l’Unione europea e le sfide all’orizzonte.
Festa Europa foto Archivio Ansa EPA/PAULO NOVAIS

A pochi giorni dal voto per il rinnovo del Parlamento europeo, un sondaggio di Eurobarometro mostra le aspettative dei cittadini dell’Unione europea (Ue) in vista delle elezioni europee, con le quali saranno chiamati ad eleggere 750 eurodeputati, 76 per l’Italia. Essi desiderano un’Ue più forte e più indipendente, soprattutto di fronte alle attuali sfide globali, e mostrano un crescente ottimismo riguardo al futuro.

Il 74% degli intervistati dice di sentirsi cittadino dell’Ue, il livello più alto in oltre vent’anni, mentre il 62% dei cittadini sono ottimisti riguardo al futuro dell’Ue, facendo registrare un lieve aumento rispetto al sondaggio precedente nell’autunno 2023. Anche la fiducia nell’Ue è aumentata ed è ora pari al 49%, mentre la fiducia nei governi nazionali si attesta al 33%. Inoltre il 57% dei cittadini dell’Ue sono soddisfatti del funzionamento della democrazia nell’Ue e nel proprio Paese, con il 58%.

Il 77% degli europei è favorevole a una politica di sicurezza e di difesa comune tra i Paesi dell’Ue, mentre 71% dei cittadini credono nella necessità dell’Ue di rafforzare la sua capacità di produrre attrezzature militari. Allo stesso tempo, il 69% dei cittadini sono favorevoli a una politica estera comune degli Stati membri. Gli stessi cittadini, nella misura del 67%, pensano che l’Ue sia un luogo di stabilità in un mondo in difficoltà e che l’Ue dispone di poteri e strumenti sufficienti per difendere gli interessi economici dell’Europa nell’economia globale, nella misura del 69%.

Secondo il 34% degli europei, l’ambito prioritario dell’azione dell’Ue è quello della sicurezza e della difesa, seguito a breve distanza da clima e ambiente, priorità per il 30% degli intervistati, quindi la sanità, per il 26% dei rispondenti, mentre il per 25% sono l’economia e la migrazione. Allo stesso tempo, il 46% dei cittadini ritiene che la garanzia di pace e stabilità avrà il maggiore impatto positivo sulla loro vita, seguito dalla sicurezza dell’approvvigionamento alimentare, sanitario e industriale nell’Ue, al 28%, dalla creazione di maggiori opportunità di lavoro e dalla gestione della migrazione, con il 26%.

La percezione della situazione dell’economia europea è migliorata dall’autunno 2023, con il 47% degli intervistati che la considera buona: il livello più alto dal 2019. Il 45% dei cittadini ritiene che la situazione economica europea rimarrà stabile nei prossimi 12 mesi, laddove la tendenza positiva si riflette anche nel sostegno all’euro che resta stabilmente elevato, sia nell’Ue nel suo complesso, con il 70%, che nella zona euro, con il 78%.

Nei prossimi cinque anni, l’Ue si troverà ad affrontare delle questioni diverse e impegnative che, secondo uno studio pubblicato dalla Fondazione per gli Studi Progressisti Europei, potrebbe minacciare direttamente il progetto europeo. Per questo, l’Ue dovrà sviluppare in modo sinergico la capacità di difesa, la sicurezza economica e la resilienza sociale e democratica. Tuttavia tutto questo non deve esser fatto a scapito di altre priorità, quali la transizione verde, che deve procedere di pari passo con la giustizia sociale, la regolamentazione della rivoluzione digitale secondo i valori europei, considerando il sempre più pervasivo impatto dell’Intelligenza Artificiale, nonchè l’attuazione del pilastro europeo dei diritti sociali per contrastare le crescenti disuguaglianze.

Per quanto riguarda la guerra di aggressione russa contro l’Ucraina, l’87% degli intervistati si esprime positivamente sulla fornitura di sostegno umanitario alle persone colpite, mentre l’83% concorda con l’accoglienza nell’Ue delle persone in fuga dalla guerra. Il 72% dei cittadini europei sostiene le sanzioni economiche nei confronti del governo, delle imprese e dei cittadini russi, mentre il 70% è favorevole alla fornitura di sostegno finanziario all’Ucraina. Il 60% dei rispondenti approvano la concessione all’Ucraina dello status di paese candidato all’adesione all’Ue e il finanziamento dell’UE per l’acquisto e la fornitura di attrezzature militari all’Ucraina.

Proprio la guerra in Ucraina è uno dei problemi più importanti che l’Ue si trova ad affrontare, in un elenco di quindici, con il 35% delle preferenze: 7 punti percentuali in più rispetto al novembre dello scorso anno. Seguono l’immigrazione al 24%, la situazione internazionale al 22%, e l’inflazione al 19%. L’inflazione rimane il problema più menzionato a livello nazionale, attestandosi al 38%, un calo di sei punti percentuali rispetto al sondaggio precedente.

Eppure, l’impatto della guerra in Ucraina è sottovalutato dai cittadini europei. D’altronde, come osservato da Ciro Sbailò, professore ordinario di Diritto pubblico comparato presso l’Università degli Studi Internazionali di Roma, il fatto che la guerra non porti voti spiegherebbe, in parte, le esitazioni di alcuni leader europei nel fornire sostegno incondizionato a Kiev; laddove il presidente francese, Emmanuel Macron, e il cancelliere tedesco, Olaf Scholz, hanno dichiarato che l’Ucraina deve essere in grado di attaccare le basi in Russia. Nelle cancellerie europee è noto che i recenti pacchetti di aiuti militari all’Ucraina non saranno sufficienti a garantire una vittoria nella guerra con la Russia.

Eppure, la situazione geopolitica sta degenerando sempre più e gli Stati membri dell’Ue (o gli Stati nostri vicini) che confinano con la Russia ne risentono, ovviamente, anche dal punto di vista politico: norvegesi, finlandesi, estoni, georgiani, moldavi e, soprattutto, ucraini, sono sempre più allarmati dalla forza russa. Nella Norvegia nordorientale, dal settembre del 2022 ad oggi, la stazione di frontiera di Storskog è stata l’unica frontiera terrestre aperta tra la Russia e l’area Schengen, ora chiusa dal governo norvegese. Nei mari del Nord i pescherecci russi hanno tagliato i cavi in ​​fibra ottica e le navi cinesi hanno tagliato i gasdotti.

Nel Regno Unito, dove si voterà il 4 luglio, Keir Starmer, leader laburista che potrebbe diventare primo ministro, ha dichiarato che con il suo governo tutto cambierà, ma non gli aiuti all’Ucraina. Gli Stati Uniti hanno concesso all’Ucraina di potere usare le armi da loro fornite contro obiettivi militari limitati all’interno della Russia e presto, anche altri alleati europei potrebbero aderire a questa opzione, spostando la linea del fronte sempre più verso di noi.

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