62 = 3.600.000.000

Una ricerca pubblicata da Oxfam (una nota Ong) sentenzia una realtà agghiacciante: 62 persone al mondo possiedono quanto la metà della popolazione più povera del pianeta.
Monete © Michele Zanzucchi 2015.JPG

A volte le cifre parlano più di ogni lettera o discorso. Che 62 Paperoni del mondo intero (tra cui due italiani, i proprietari di Nutella, Maria Fissolo, e Luxottica, Del Vecchio), possiedano un patrimonio equivalente a quello dei 3 miliardi e 600 milioni di uomini e donne più poveri o meno ricchi al mondo è uno scandalo che non dovrebbe farci dormire sonni tranquilli. 1760 miliardi di dollari.

 

Non è un discorso contro qualcuno, è un’argomentazione a favore dell’umanità. Questi personaggi, Bill Gates in testa, possono fare tutta la beneficienza che vogliono, tra l’altro attentissimi agli sgravi fiscali che derivano da tali manovre finanziarie prima che umanitarie, ma ciò non riuscirà mai a correggere né tantomeno a emendare il “peccato sociale” che consiste nella disproporzione di ricchezza posseduta.

 

Mi si dirà: ma questa gente ricchissima fa lavorare miliardi di persone con i propri soldi, che così acquisiscono una funzione sociale. Mi si dirà poi: ma questi dati statistici sono incontriollabili. Ancora, mi si dirà che questi patrimoni sono “volatili”. Sia quel che sia, le cifre sono discutibili ma non la sostanza della questione: la distribuzione del reddito e dei patrimoni è profondamente ingiusta.

 

C’è peraltro un dato che fa ulteriormente pensare: solo cinque anni fa, nel 2010, le persone che detenevano tale percentuale di ricchezza esorbitante erano 388. Oggi sono solo 62. Com’è potuto accadere? Paradisi fiscali ormai generalizzati (7.600 miliardi di dollari sono depositati nei forzieri off shore), globalizzazione dell’economia e soprattutto della finanza, mancanza di autorità internazionali capaci di controllare le evasioni fiscali. È per queste ragioni che la metà della popolazione mondiale più povera ha visto calare di mille miliardi la propria ricchezza, mentre questi 62 più ricchi hanno visto incrementare la loro ricchezza di 500 miliardi.

 

Grave è soprattutto il fatto che con tali ricchezze questi 62 possono orientare l’opinione pubblica mondiale, e lo stanno già facendo, verso lo status quo: questo è il mondo migliore possibile e in ogni caso non è possibile cambiarlo. Scrive Leonardo Becchetti stamani su Avvenire: «Non ci sono più alibi al nostro egoismo e alla nostra pigrizia. E all’azione delle istituzioni, perché la speranza dei poveri non può essere solo nella benevolenza dei ricchi». La giustizia da qualche parte esiste ancora.

Edicola Digitale Città Nuova - Reader Scarica l'app
Simple Share Buttons