Elezioni cruciali in Sudafrica
Oggi, mercoledì 29 maggio, in Sudafrica si sono tenute le elezioni generali, ma per la prima volta dal 1994 i sudafricani non sono mai stati così indecisi su quale partito votare.
Quasi un terzo degli elettori ha affermato di non sapere chi scegliere. È quanto rivela uno studio di Afrobarometer, Istituto di ricerca panafricana, indipendente e apartitico.
Circa 27,6 milioni di elettori sono stati chiamati alle urne per eleggere i propri deputati, che a loro volta nomineranno il presidente della Repubblica.
Molti elettori delusi dalle politiche messe in atto dai successori di Nelson Mandela sembrano guardare altrove. Per la prima volta il partito al potere da trent’anni, l’African National Congress (ANC), rischia di perdere la maggioranza in Parlamento a favore di altri partiti come: DA, EFF, MK, IFP, UDM, NFP, ecc.
I giovani, la maggior parte dei quali sono nati dopo che l’ANC è salito al potere (i Born Free), hanno espresso la loro frustrazione per i problemi economici del paese e il loro desiderio di cambiamento. “I partiti sono tutti uguali. Dicono tutti la stessa cosa, promettono di creare posti di lavoro, ma una volta vinte le elezioni non lo fanno mai. Che senso ha votare?» spiega un giovane arrabbiato che preferisce restare anonimo. Come il 45,5% dei sudafricani tra i 15 e i 34 anni, il nostro interlocutore è disoccupato.
I giovani svolgono un ruolo cruciale nelle elezioni di quest’anno, poiché il 42% degli elettori registrati ha meno di 40 anni. In totale, 52 partiti competono per 400 seggi parlamentari.
L’ANC è al potere dalla fine del regime di segregazione razziale, l’Apartheid, nel 1994. Il suo presidente Cyril Ramaphosa è alla ricerca di un secondo mandato. È succeduto a Jacob Zuma, costretto a dimettersi nel 2019. Ex sindacalista, Cyril Ramaphosa ha fatto fortuna nel mondo degli affari, ma viene spesso deriso per la sua mancanza di carisma.
Prima potenza industriale del continente, il Sudafrica è tuttavia uno dei Paesi con le maggiori disuguaglianze al mondo, secondo la Banca Mondiale, con più della metà della popolazione che vive ancora al di sotto della soglia di povertà. A Johannesburg, la città più popolosa, poco più di un chilometro separa il quartiere degli affari di Sandton – il chilometro quadrato più ricco dell’intero continente africano – dalla township di Alexandra, uno slum che ospita quasi mezzo milione di abitanti.
Anche la proliferazione di casi di corruzione che coinvolgono esponenti dell’ANC ha profondamente ridotto la fiducia degli elettori. Nel 2018, l’ex presidente Jacob Zuma è stato costretto a dimettersi dal suo stesso partito poiché i casi di corruzione in cui è stato coinvolto hanno danneggiato l’immagine dell’ANC. Quando è salito al potere, l’attuale capo dello Stato Cyril Ramaphosa ha promesso di debellare questa piaga, ma lui stesso è accusato di aver nascosto mazzi di denaro sporco all’interno di un divano in una delle sue proprietà.
La situazione sociale ed economica è difficile. Nel 2023, i sudafricani hanno subìto 335 giorni di interruzioni di corrente, durate fino a 12 ore al giorno, un disastro per le imprese, che hanno dovuto investire in generatori o pannelli solari, e un duro colpo per l’economia. Poi si sono verificati anche i tagli all’erogazione dell’acqua, in particolare a Johannesburg, nonostante le dighe fossero piene. Infine, il Sudafrica registra una criminalità record e in costante aumento. Secondo la polizia, nel Paese si commette un omicidio ogni 18 minuti e uno stupro ogni 11 minuti. Se l’ANC non riuscisse a ottenere più del 50% dei voti, dovrà formare una coalizione con altri partiti se vuole rieleggere il presidente Cyril Ramaphosa per un altro mandato di cinque anni.
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