Premio Igino Giordani 2024 a Tivoli
Il 24 maggio 2024, nell’antica chiesa di S. Vincenzo Martire di Tivoli, ha avuto luogo la celebrazione per il conferimento del premio Igino Giordani. Il riconoscimento è dedicato al parlamentare, giornalista, membro dell’Assemblea Costituente, il “concittadino Igino Giordani”, la cui storia continua ad affascinare intere generazioni.
Il premio è stato vinto dal Consultorio diocesano Familiaris Consortio, una realtà che aiuta silenziosamente – grazie anche al lavoro gratuito di molti – chi è in difficoltà economica, di salute, mentale, senza alcun tipo di discriminazione. Un lavoro che alimenta la fraternità naturale, alla base di quella universale.
Presente in sala il responsabile del consultorio, Ciro Sanseverino, che è intervenuto ringraziando di cuore per il riconoscimento, con tutta la squadra che lavora con lui, spiegando che questa realtà è nata nel 1943 e ogni anno aiuta circa 1500 persone, coprendo un’ampia zona della regione, con sede a Villanova di Guidonia.
Sono stati inoltre premiati molti ragazzi di diverse scuole del Lazio, che hanno partecipato con lavori artistici e digitali secondo la traccia: “L’amore per il fratello”. Una studentessa vincitrice, nel presentare il suo lavoro, ha citato così Igino Giordani: «Solo dall’amore potrà nascere un fiore che nessun inverno potrà mai gelare».
Grazie a questo premio si è avvertito, dai racconti toccanti e sinceri dei ragazzi, come la figura di Giordani, dopo averlo conosciuto, sia rimasta nel loro cuore. Talmente tanto che un lavoro tra quelli presentati è stato il ricreare un’intervista con Igino, utilizzando l’intelligenza artificiale per simulare la sua voce. Un modo per riportare il suo pensiero in vita, che ha dato ai ragazzi l’impressione di potercisi ancora interfacciare, grazie ai suoi scritti.
Importanti gli interventi di mons. Mauro Parmeggiani, vescovo di Tivoli e Palestrina, e di Alberto Lo Presti, docente di Storia delle dottrine politiche presso la Libera Università Maria SS. Assunta di Roma e docente di Teoria politica all’Istituto Universitario Sophia (Loppiano).
«La fraternità ci sprona tutti a guardarci in un modo migliore – ha dichiarato mons. Parmeggiani -. Riduttivo però pensarci come a un sentimento che si sente solo occasionalmente». Con riferimento all’enciclica di papa Francesco “Fratelli tutti”, ha sottolineato che nelle sfide di un mondo postglobale ci vuole qualcos’altro.
Non basta più solo parlare di fraternità: va fatta. La fraternità è anche avere pensieri molto differenti, ma essere capaci di riconciliarsi, di dialogare e «camminare nello stesso letto del fiume», usa questa metafora il vescovo. «Siamo figli della stessa famiglia umana».
In tutto ciò, come si colloca Igino Giordani? Fu un grande esempio, uno tra i pochi che nella Prima guerra mondiale scelsero di non sparare al nemico. Ne rimase ferito, ma fu un fratello. Mons. Mauro Parmeggiani conclude così il suo intervento, augurando ai giovani presenti di essere portatori di fraternità nella realtà che vivono: «Siete la speranza nel presente».
L’intervento del prof. Alberto Lo Presti, studioso ed esperto della vita di Igino Giordani, è stato ricco di aneddoti. Lo Presti ha narrato dell’esperienza giornalistica e politica di Igino, di quando nel 1949, in una Camera dei deputati spaccata a seguito della guerra, durante una seduta particolarmente complessa e di scontri, secondo gli stenografati Giordani alzò la mano e con coraggio intervenne. Disse qualcosa di inaspettato per tutti, che calmò gli animi. Parlò di pace e di ciò che legava tutti gli uomini e le donne. «Vogliamo un’Europa unita!», disse, e Palmiro Togliatti intervenne: «Sono d’accordo con lei».
Sulla causa di canonizzazione in corso, per rendere Igino Giordani un modello da seguire riconosciuto e una figura di riferimento, è stata chiusa l’inchiesta preliminare diocesana, ora le indagini sono nelle mani del Vaticano. “Pensiamo di stare a buon punto”, dichiara Alberto Lo Presti, che tra l’altro è direttore del Centro Igino Giordani.