60 anni repubblicani

Il 26 gennaio di sessant'anni fa, con l'entrata in vigore della Costituzione, l'India diventava una repubblica.
india

Il Paese è cambiato profondamente in questi decenni. Allora, da un lato, si presentava come la nazione che era stata capace di sconfiggere con una lotta pacifica il grande dominatore britannico, segnando l’inizio di quel processo inesorabile che avrebbe portato alla fine del colonialismo. Era, d’altra parte, anche la nazione emblema della fame e della povertà endemica, acuite dai sanguinosi scontri fra indù e musulmani, che ne avevano caratterizzato il periodo post indipendenza.

 

Nel corso degli anni, tuttavia, la più grande democrazia del mondo ha iniziato una scalata lenta, ma costante fino ad arrivare ad essere, oggi, una delle potenze che in Occidente vengono definite “emergenti”, ma che di fatto hanno già spostato l’ago della bilancia degli equilibri mondiali lontano dai luoghi comuni di Europa ed Usa.

 

Ma il processo non è stato né casuale né improvvisato. Basta pensare che Jawaharlal Nehru era stato, con Nasser e Tito, uno dei padri fondatori del movimento dei Paesi non-allineati. Una volta raggiunta una certa autonomia economica, l’India non si è mai venduta alle grandi multinazionali, come altri Paesi in Asia negli anni Settanta e Ottanta. Ha mantenuto un suo rigore economico e fiscale, per poi aprirsi all’economia di mercato agli inizi degli Novanta. Oggi, insieme alla Cina, e in modo diverso al Brasile, rappresenta la rivincita di un mondo che, in Occidente, non si pensava potesse arrivare a tanto. L’economia indiana cresce con regolarità ed invade mercati in tutto il mondo.

 

Restano molti problemi interni: soprattutto, una grossa sperequazione sociale nonostante la crescita esponenziale della classe media. Non si possono ignorare le tensioni socio-religiose e di casta, che di tanto in tanto scoppiano creando terrore e facendo vittime. Altro grosso nodo è il problema dei dalit, i fuori casta. Non si può dimenticare la problematica ecologica, che rischia di mettere a repentaglio l’equilibrio ambientale.

 

L’India, tuttavia, resta la più grande democrazia del mondo: un Paese con oltre un miliardo di persone che dall’entrata in vigore della costituzione è sempre stato governato in modo democratico. Non è poco in un mondo che conosciuto la Guerra fredda, le varie guerre del Golfo, la ridefinizione degli equilibri internazionali ed ha dovuto costantemente affrontare grossi nodi interni.

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