El Niño devasta l’Africa orientale

Nei giorni scorsi inondazioni e violenti cicloni hanno colpito Kenya e Tanzania. Secondo i meteorologi si tratta di effetti collegati al El Niño, il noto fenomeno climatico che origina nell’Oceano Pacifico, potenziati dal riscaldamento globale.
Case demolite vicino ai fiumi in Kenya per il pericolo smottamenti a causa del forte maltempo. Foto Ansa, EPA/Daniel Irungu

L’Africa orientale, in particolare Kenya e Tanzania, è stata colpita da un maltempo mortale negli ultimi giorni. Almeno 2 milioni di persone hanno dovuto lasciare le proprie case a causa delle piogge torrenziali legate al fenomeno meteorologico El Niño, che colpisce il Corno d’Africa da aprile.

Le piogge torrenziali che si riversano sulla regione da un mese hanno provocato nuovi disastri: alluvioni, piene improvvise e straripamenti di fiumi, frane. Fortunatamente, il ciclone tropicale Hidaya, che sabato ha spazzato le coste del Kenya e della Tanzania, non ha causato vittime né gravi danni, dopo aver perso la sua potenza quando, sabato 4 maggio, si è abbattuto sulle coste orientali africane. Ma le inondazioni continuano da più di un mese.

Il Kenya ha annunciato domenica 5 maggio un nuovo bilancio di 228 morti da marzo a causa del maltempo, che non accenna a diminuire. L’estrema aridità del terreno ha impedito il naturale assorbimento dell’acqua e il classico fenomeno del deflusso ha provocato conseguenze drammatiche. Spesso, nel giro di poche ore, i fiumi straripano e sommergono interi villaggi.

Nel Kenya occidentale, un fiume ha superato gli argini all’alba di domenica, allagando una stazione di polizia, un ospedale e un mercato nella località di Ahero, nella contea di Kisumu. Mercoledì 1 maggio, un centinaio di turisti erano rimasti bloccati da un fiume in piena nella famosa riserva nazionale del Masai Mara, dopo forti piogge. I servizi di emergenza hanno evacuato 90 persone via terra o aerea da questa riserva nota per la sua ricca fauna selvatica, dove sono rimasti allagati ampi spazi e campi dedicati ai safari.

In risposta, il governo ha ordinato l’evacuazione di tutte le aree a rischio. Colpiti anche diversi quartieri della capitale, Nairobi. Visitando la baraccopoli di Mathare, a Nairobi, il presidente keniano William Ruto ha promesso assistenza finanziaria di emergenza a tutte le famiglie colpite o sfollate dalle inondazioni che hanno invaso diverse zone della capitale del Kenya.

Venerdì 3 maggio il presidente keniano ha inoltre annunciato il rinvio dell’inizio dell’anno scolastico fino a nuovo avviso. “Il governo ha stanziato 1 miliardo di scellini keniani (circa 7 milioni di euro) per ricostruire le scuole colpite dalle alluvioni, prima che le scuole riaprano, in modo che tutti i bambini a Nairobi e in qualsiasi altra parte del Paese possano tornare a scuola in strutture adeguate dove possano imparare”, ha annunciato il presidente. Domenica 5 maggio ha anche annunciato la costruzione di 20 mila nuovi alloggi popolari.

In Burundi, le autorità hanno riferito la scorsa settimana che 96 mila persone sono state sfollate a causa delle piogge quasi incessanti che duravano da diversi mesi.

In Somalia almeno quattro persone sono morte, a partire dal 19 aprile, vittime di inondazioni improvvise, secondo l’Ufficio per gli affari umanitari delle Nazioni Unite (Ocha). Ma già nello scorso dicembre, almeno 89 persone erano rimaste uccise in frane e inondazioni causate dalle forti piogge nel nord della Tanzania. Anche il diluvio che sta imperversando in questi giorni in Tanzania è legato al fenomeno climatico El Niño e, secondo il Kenyan Meteorological Institute, dovrebbe durare ancora diverse settimane.

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