Scuola chiusa per il Ramadan, la posizione della Chiesa

Nelle chiese di Pioltello è stata letta, al termine di tutte le messe della Domenica delle Palme, una lettera aperta sul tema della decisione dell'Istituto comprensivo Iqbal Masih di sospendere le lezioni nel giorno di chiusura del Ramadan. Una posizione di solidarietà. I complimenti del presidente Mattarella.
Uscita degli alunni della scuola primaria dell'Istituto Comprensivo Iqbal Masih che rimarrà chiusa il 10 aprile per la festa di fine Ramadan vista l'elevata presenza di ragazzi di fede islamica a Pioltello. 18 Marzo 2024. ANSA/ANDREA CANALI

Ha fatto molto discutere il caso dell’Istituto comprensivo Iqbal Masih di Pioltello (Milano), il cui Consiglio d’Istituto aveva deciso di sospendere le lezioni il 10 aprile, giorno in cui si conclude il mese di Ramadan. La scelta era stata motivata con il fatto che quasi la metà degli alunni è di religione musulmana, e molti tra questi si assentano dalle lezioni appunto perché si tratta di un solenne giorno di festa: poiché ogni istituto, nell’ambito dell’autonomia scolastica, ha tre giorni di “flessibilità” in quanto a sospensione delle lezioni, si è così deciso di collocarne uno il 10 aprile. Occasione quindi non solo per permettere ai bambini e ragazzi musulmani di festeggiare, ma anche ai cattolici di conoscere l’Id al-fitr – così si chiama il giorno di chiusura del mese sacro di digiuno.

Come si ricorderà, la cosa aveva suscitato diverse reazioni; tra cui quella dello stesso ministro dell’Istruzione e del merito, Giuseppe Valditara. Tra le mille dichiarazioni relative alla non opportunità di introdurre una festività non cristiana, il ministro aveva eccepito alcune irregolarità formali nella delibera che sanciva la chiusura della scuola – il fatto che si trattasse del quarto giorno di chiusura, quindi uno più del previsto, e carenze nel motivare la scelta – e ne aveva chiesto l’annullamento. La palla era così passata all’Ufficio scolastico regionale, che ha invitato a sanare l’irregolarità, e poi nuovamente al Consiglio d’Istituto; che ha provveduto, votando nuovamente all’unanimità la chiusura il 10 aprile.

La cosa non è naturalmente bastata a sopire del tutto le polemiche; ma è scesa in campo anche la Chiesa milanese, il cui arcivescovo aveva già espresso la sua personale comprensione per l’iniziativa della scuola. Don Andrea, don Giacomo e don Marco, parroci di Pioltello, il giorno della Domenica delle Palme, hanno infatti letto al termine di tutte le messe una lettera aperta (diffusa anche dalla diocesi); in cui affermano che «la decisione del Consiglio di Istituto è nata da una seria e attenta capacità di leggere il tessuto sociale della nostra città».

Per questo, proseguono, «non accettiamo in alcun modo i toni aspri e violenti con cui in questi giorni si è manifestato il dissenso, trasformando una scelta ponderata in una battaglia politica o ideologica. Che cosa avranno pensato di noi adulti i ragazzi che, quando entrano in classe, vedono solo compagni di classe con cui crescere e amici con cui giocare senza guardare alla nazionalità o alla religione? La realtà di Pioltello è molto complessa e di certo non servono le chiusure e il disprezzo. Serve invece la capacità di darsi la mano e lavorare insieme. Anche il responsabile dell’Ufficio per l’Ecumenismo e il Dialogo interreligioso della Diocesi di Milano ha espresso apprezzamento per questa “bella iniziativa di dialogo tra religioni”».

Definiscono pertanto quella di sospendere le lezioni una decisione «nata dal buon senso di chi opera ogni giorno in una realtà multietnica con passione e cura per ogni persona e per la sua identità. Per questo esprimiamo piena solidarietà al Preside e a tutto il Consiglio di Istituto dell’Istituto Comprensivo Iqbal Masih».

Pregnante è però soprattutto la chiusura della lettera: «Siamo sicuri di una cosa: quando le polemiche saranno finite (di solito bastano pochi giorni) a Pioltello resteremo noi, resteranno le persone; uomini, donne e bambini di buona volontà che vogliono vivere insieme, che vogliono una città bella e serena e, anche se costa fatica e non è scontato, ogni giorno si sporcano le mani, costruiscono ponti e inventano iniziative per incontrarsi, accogliersi e aiutarsi».

Intanto il ministro Valditara ha dichiarato che visiterà la scuola, pur ribadendo di continuare a non approvare la decisione, perché «l’inclusione si fa con le scuole aperte e non chiuse». Anche il presidente Mattarella ha scritto all’Istituto, affermando di apprezzare «il lavoro che il corpo docente e gli organi di istituto svolgono nell’adempimento di un compito prezioso e particolarmente impegnativo».

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