Un villaggio che educa

La testimonianza di una dei partecipanti al corso di formazione agile dello psicologo Ezio Aceti: un viaggio nel complesso ma affascinante mondo dell'adolescenza
ragazzi cellulare
(Foto: Pixabay)
Per sintetizzare l’esperienza vissuta dai partecipanti al corso online di formazione agile nel periodo compreso tra il 1 febbraio e il 19 Marzo, dedicato a genitori, educatori e a quanti amano i ragazzi, si può partire dall’ultima lezione extra tenuta dallo psicologo dell’ età evolutiva Ezio Aceti proprio nel giorno della Festa del Papà.
È stato ripercorrere insieme le quattro tappe di un viaggio straordinario all’interno del pianeta dell’adolescenza dei nostri ragazzi e delle nostre ragazze; che in un mondo così faticoso, così complesso, così pieno di stimoli, hanno bisogno di trovare delle persone attente, premurose e anche dei punti fermi che li aiutino a diventare grandi.
Ci siamo chiesti: cosa vuol dire per gli adolescenti diventare grandi? Devono riuscire  con semplicità a comprendere la bellezza che c’è dentro di loro, le capacità che loro hanno, la gioia che possono provare e donare nell’essere pienamente autentici, nel rispettare quelle norme e regole della persona che sono date a tutti fin dalla nascita.
Nella tappa iniziale del 1 febbraio si è cercato di fare una fotografia dei ragazzi, come funzionano, come vivono, quali sono le loro emozioni, qual è il loro modo di pensare; seguendo il tema “La conquista della libertà: quale percorso educativo per arrivare ad essere giovani liberi, pronti per amare”. Nella seconda tappa dell’8 febbraio siamo entrati nel ruolo di genitori e di educatori, vedendo qual è la dinamica relazionale, quale tipo di educazione possiamo dare: il tema era infatti “Ruoli educativi per l’ accompagnamento – Il padre, la madre e le varie figure di riferimento”. Nella terza tappa del 29 febbraio si è presa in considerazione l’educazione degli istinti, si è affrontato l’argomento dei mass media soffermandosi sulla prevenzione delle dipendenze, analizzando “Media, social e tutto ciò che ruota intorno – Quale strada per educare?”. Nella quarta tappa del 7 marzo si è parlato della dimensione etica come educazione alla fede: “Quale fede? – Come parlare di Dio e dell’amore ai giovani”.
I numerosi partecipanti, diversi per età, provenienza, tipo di lavoro, carattere, ma accomunati dalla passione per il mondo degli adolescenti, sono stati guidati con entusiasmo e competenza a riscoprire i ragazzi, ma anche se stessi, in un’analisi serena, ma molto sincera di motivazioni e atteggiamenti spesso non del tutto corretti.
Questo prenderne coscienza singolarmente e tutti insieme è stato un aiuto notevole che  ha arricchito e ha legato gli uni agli altri. Ciascuno si è sentito libero di raccontare le proprie perplessità ed esperienze, ma anche i propri errori. Siamo inseriti tutti, giovani ed adulti, in un mondo che cambia quindi anche il modo di educare deve cambiare, dobbiamo avere un pensiero aperto. Dio ci ha fatto fragili per farci capire che ognuno ha i propri difetti, che non siamo onnipotenti. Questa fragilità comune può essere un’opportunità: la felicità sta proprio nel riconoscere questa fragilità e farne una pedana di lancio.
Il dott. Aceti ha citato Carl Rogers, psicologo statunitense ( 1902-1987 ), fondatore della terapia basata sulla persona, che deve trovare dentro di sé il sistema per curarsi. Questa terapia si fonda sul valore predominante dell’esperienza di ogni essere umano e stimola ogni individuo ad assumersi la responsabilità delle proprie scelte e dei propri vissuti, ad acquisire una maggiore consapevolezza di se stesso.
Ma per relazionarsi con gli altri occorre empatia cognitiva, quando si capisce lo stato d’animo dell’altro, emotiva, quando si condivide il suo stato d’animo, empatica quando ci si preoccupa per l’altro. Si è parlato di fatica a diventare da parte dei giovani, ma anche della fatica di essere genitori ed educatori oggi,
della presenza, ma a volte assenza del padre.
Si è parlato di leggerezza che non è superficialità con cui affrontare la giornata, di crisi di identità che porta i giovani a separarsi da genitori ed educatori per dare vita ad un nuovo individuo, di cambio di paradigma, cioè di quel cambiamento fondamentale nel modo di percepire, di pensare e di comprendere il pianeta adolescenza.
Si è parlato di fede che è la luce sul pensiero. Tutto è dono di Dio, anche il male va riempito di amore.
Grazie a Ezio Aceti coloro che hanno avuto la fortuna di partecipare a questo corso possono affermare che, pur immersi nel negativo e talvolta nel buio, hanno ora più luce, più fiducia, più gioia. Non a caso Ezio ci ha consigliato di leggere Non manchi mai la gioia di Vito Mancuso.

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