5 per 1000: tempo di scelte
Il 2011 è l’anno europeo del volontariato. Le celebrazioni sono iniziate con la divulgazione di una ricerca sulla dimensione del fenomeno nei diversi Paesi dell’Unione.
Il 2011 è l’anno europeo del volontariato. Le celebrazioni sono iniziate con la divulgazione di una ricerca sulla dimensione del fenomeno nei diversi Paesi dell’Unione: in Italia il 23 per cento della popolazione è coinvolto a vario titolo nel volontariato. Italiani brava gente, si sa, e il dato pare confortante. In realtà nell’ipotetica classifica europea siamo solo al 14° posto. In vetta brillano i Paesi nordici (Danimarca, Finlandia, Svezia, Olanda), con picchi di partecipazione oltre il 40 per cento.
Perché succede questo? In Italia il volontariato è considerato un fatto soprattutto privato. Il cosiddetto “pubblico” non si è ancora dotato di strumenti per sostenere (e quindi quantificare) quel prezioso lavoro di cura di tante famiglie verso anziani o diversamente abili presenti nei nuclei familiari, o il loro adoperarsi per creare reti di sostegno e prevenzione delle crisi familiari. Risorse che, messe accanto alle mille iniziative del no-profit nei diversi ambiti del sociale, certamente migliorerebbero anche le statistiche nostrane. Negli altri Stati, infatti, il volontariato è valutato ed incentivato, mettendo in grado le piccole e grandi associazioni no-profit di raggiungere le fasce sociali più deboli.
Per quanto riguarda, poi, i progetti fuori dall’Europa realizzati dalle organizzazioni no-profit – come quelli che AFN da sempre promuove in favore dell’infanzia e delle famiglie svantaggiate –, numerose istituzioni riconoscono che sono potenziale fonte di stabilità internazionale. Se gli Stati li supportassero con convinzione, vi sarebbe probabilmente una concreta speranza di ridurre i fenomeni migratori verso l’Europa.
In Italia la forma principale di aiuto diretto da parte dello Stato a chi opera in questi campi è il 5×1000, un decreto che da anni purtroppo non diventa mai legge e tutte le volte viene rimesso in discussione. Addirittura quest’anno l’ammontare a disposizione delle associazioni è stato drasticamente ridotto.
Eppure è una istituzione importantissima. Chi sottoscrive il 5×1000 a favore di un’associazione no-profit diventa un protagonista della solidarietà e ricorda allo Stato che di essa non si può fare a meno. Un’occasione da non perdere.
Nel 2010 AFN ha utilizzato il 5×1000 in questo modo:
Iniziative culturali e formative rivolte principalmente a famiglie straniere
|
€ 115.000,00
|
Progetti di cooperazione allo sviluppo
|
€ 180.861,75
|
Attività per lo sviluppo delle adozioni internazionali
|
€ 10.000,00
|
Oneri di supporto generali
|
€ 35.095,75
|
TOTALE
|
€ 340.957,50
|