Tra Pergolesi e Spontini
Un suono di limpida purezza, rara. I violini primi dell’Orchestra Giovanile Cherubini hanno una luce speciale – insieme a tutta la compagine, fresca e appassionata – che esprime splendidamente un capolavoro assoluto come lo Stabat Mater di Giovan Battista Pergolesi nel suo teatro a Jesi sabato scorso. Difficile trattenere la commozione, la sorpresa, il senso di religioso incantesimo ascoltando questi brani di luce dolorosa scritti da un giovane di 26 anni vicino alla morte. Momenti di arie e duetti colmi di pathos, di emotività, di trasparenza “cantati” con l’orchestra, le due soliste, e diretti da un Muti preciso, ampio e coinvolto al massimo, come sempre.
Raramente si è ascoltata un’interpretazione così aderente al testo sacro in termini di bellezza musicale scritta da un genio della storia della musica. Lo ha sottolineato Muti alla fine del concerto, parlando al pubblico della grandezza di Pergolesi e Spontini e della dimenticanza della cultura italiana attuale verso l’identità della nostra civiltà, a 250 anni dalla scomparsa di Spontini.
Musicista di sovrani e di Napoleone, genio internazionale nato in un piccolo borgo, Maiolati è stato omaggiato con alcuni brani tratti da due sue opere famose. Dalla Vestale – che Muti portò alla Scala a suo tempo – il soprano russo Lidia Fridman, 28 anni, ha eseguito, oltre alla corrusca Ouverture, il brano “Tu che invoco…” con una precisione, una tecnica, una presenza scenica ed una voce da soprano drammatico di agilità che ha fatto stupire. Certo, ha un futuro da notevole interprete, come si evidenziava anche nel Nabucco e in Norma dirette da Muti a Ravenna.
L’indomani il direttore si è recato con l’orchestra a Maiolati per deporre una corona di fiori sulla tomba di Spontini in un ambiente che il maestro lasciò a suo tempo alla città natale. Sorrisi, incontri con bambini e anziani, la banda, la festa. E l’incontro con un artigiano che quando lavora canta arie di Spontini, come lo udì anni fa Muti la prima volta che visitò il borgo.
Ora, celebrazioni a parte, è la musica dei due grandi, Pergolesi e Spontini, da far conoscere al nostro smemorato Belpaese.