La storia di Luis
Luis ha ormai superato i 90, ma la sua mente sembra non invecchiare, conserva ricordi vividi, segno forse di una lunga storia piena di vita e con un forte senso di impegno sociale. Infatti, dopo essere andato in pensione, si è impegnato nel Banco alimentare della sua città, Córdoba, nel sud della Spagna. Un giorno del 2003 è stato invitato a una presentazione dalla quale uscì con un’idea fissa: «Da quel colloquio uscimmo convinti che dovevamo fare qualcosa perché era un compito importante». Lo dice al plurale perché alla presentazione era andato con Paquita, sua moglie, che pochi anni fa se n’è andata, ma che certemente gli è rimasta vicina dal Cielo, come lo è sempre stata sulla terra, anche nell’impegno per il Banco alimentare.
Certo, a Luis non mancava la capacità imprenditoriale: per anni aveva portato avanti l’azienda di famiglia, un negozio di giocattoli e altri articoli per bambini che ha lasciato bei ricordi in un’intera generazione di cordobesi. Era stato anche socio fondatore di alcune cooperative, tra cui la Tipografia cattolica, attraverso la quale, nel 1981, promosse la pubblicazione del quotidiano La Voz de Córdoba. Dunque, con questo percorso sulle spalle, in quell’incontro del 2003 qualcuno lo segnalò come possibile presidente del nascente Banco alimentare cordobese. «E tutti hanno accettato», ricorda Luis.
E come fu l’inizio? «Non avevamo soldi, né locali, né altro. La mia missione era principalmente quella di gestire il necessario per essere operativi. Così sono andato a CajaSur [una finanziaria], ho spiegato loro il progetto e ho chiesto se potevano darci un locale. Mi hanno risposto che non avevano locali adatti per quell’attività, ma se ne avessimo trovato uno, avrebbero pagato l’affitto». E il locale adatto fu trovato rapidamente. Tra gli episodi di quegli inizi del Banco alimentare ce n’è uno particolarmente simpatico, quando Luis se mise in contatto con amici che avrebbero potuto collaborare al progetto. «Uno di loro, che era un contadino, mi ha detto: ho cinquemila chili di aglio, se li vuoi te li mando. Non sapevo neppure quanti fossero cinquemila chili di aglio, ma gli ho detto di sì. Quindi, per le poche istituzioni che allora aiutavamo, avremmo avuto aglio per almeno un secolo – Luis sorride mentre lo racconta –. Così ho pensato che, se noi non avevamo bisogno di una tale quantità d’aglio, potevamo trasferirla ad altri Banchi alimentari. Detto e fatto. In cambio mi hanno mandato altri prodotti che loro avevano in quantità. Scambiammo l’aglio con biscotti, cioccolato e altri prodotti».
Le cifre di quest’attività sono eloquenti. Luis ricorda che nel 2004, il primo anno di attività, furono distribuiti circa 17 mila chili di alimenti a 14 istituti. Nel 2018 i chili sono stati 3.750.842, distribuiti a 234 istituti, aiutando così 25.947 persone. C’è poi l’aspetto ecologico: «Prodotti come quelli che raccogliamo quotidianamente – spiega Luis –, che hanno una data di scadenza prossima ma non possono essere commercializzati, pur essendo in perfette condizioni andrebbero buttati, perché non è possibile venderli. Circa un milione di chili di quello che viene distribuito da qui finirebbe nella spazzatura. Quindi noi contribuiamo anche tutelare l’ambiente, evitando che quel cibo finisca in discarica».
Luis era presidente del Banco de Alimentos di Cordoba quando fu istituito il premio “Pan de la Solidaridad” per ringraziare «aziende e persone che hanno aiutato in modo speciale» l’attività del Banco. Vent’anni dopo quell’inizio è stato Luis a meritare il riconoscimento: «Per me e Paquita il Banco ha portato molte più gioie che lavoro. Ho accettato il premio, anche se continuo a credere che non fosse necessario».