Super Tuesday, negli Usa la vittoria scontata di Biden e di Trump
Iowa, Virginia, Tennessee, Alabama, Maine. Mentre sugli schermi scorrono i risultati degli stati americani che martedì si sono cimentati nelle elezioni primarie, solo due nomi vengono in evidenza: il presidente Joe Biden e l’ex presidente Donald Trump.
Saranno loro due a giocare la partita delle presidenziali del prossimo novembre che si annunciano un nuovo match tra antichi rivali.
Come ampiamente previsto alla vigilia del Super Tuesday, il martedì delle primarie americane, i vincitori sono stati Biden e Trump. Il primo non aveva quasi sfidanti nella campagna elettorale democratica, con l’unica candidata, la scrittrice Marianne Williamson che si è ritirata prima ancora che le primarie entrassero nel vivo. Tuttavia, il presidente è stato battuto alle isole Samoa: il territorio americano, chiamato anch’esso alle urne, ha visto il trionfo dell’imprenditore Jason Palmer, ma Biden ha comunque conquistato 1.497 delegati.
Donald Trump, dopo aver messo al tappeto sei candidati uomini, si è invece dovuto confrontare con Nikki Haley, l’ex ambasciatrice alle Nazioni Unite che lui stesso aveva nominato e che si è ritrovato avversaria nella corsa alla Casa Bianca. Haley non ha voluto cedere in corsa e si è presentata come la più credibile e preparata alternativa repubblicana ai due candidati vintage. Le urne – con appena 89 delegati ottenuti – non l’hanno premiata e in alcuni stati, gli elettori hanno chiaramente dichiarato di non essere pronti ad una candidata donna e quindi l’hanno scartata in partenza. Eppure la sua rivincita è stata quella di non consegnare l’en plein a Trump: prima donna repubblicana della storia ha conquistato le primarie del Vermont.
L’ex presidente, tuttavia, si è preso la rivincita di aver conquistato i repubblicani del Colorado, il primo stato che aveva deciso di escluderlo dalle schede per le primarie. La decisione era maturata dopo che un gruppo di elettori ha citato il XIV emendamento della Costituzione, dove si chiarisce che non può essere candidato chi abbia cercato di sovvertire il processo elettorale con un’insurrezione. Trump è stato considerato un insurrezionalista, dopo che alcuni suoi seguaci hanno attaccato il Campidoglio nel gennaio del 2021, mentre si certificava la vittoria di Biden. La Corte Suprema, proprio lunedì, ha deciso che Trump poteva essere riammesso, poiché le corti statali non possono decidere su un processo nazionale. A seguito di questa decisione, Trump parteciperà alle primarie di altri due Stati che avevano tentato di escluderlo e in questo Super Tuesday incassa 995 delegati.
Peseranno comunque sul candidato repubblicano i 91 capi di accusa penale di cui deve rispondere nei vari processi in cui è coinvolto e che se da un lato tengono accesi gli elettori appartenenti al gruppo MAGA (Make America Great Again), dall’altro tengono lontano l’elettorato repubblicano più moderato e vicino alla Haley, che proprio mercoledì annuncerà il suo ritiro dalla corsa, senza assicurare l’appoggio all’ex presidente.
Biden dal canto suo, pur trionfando nel partito, vede la sua base ridursi. Lo scontento sulla questione migratoria e il supporto ad Israele, nonostante le spinte per un cessate il fuoco, hanno pesato sulle primarie, soprattutto del Michigan, dove vari elettori democratici hanno votato “non impegnato”, come forma di protesta contro il presidente.
Il Super Tuesday ha deciso anche il destino di Robert Kennedy Jr., che al di là di un cognome di eredità democratica ha scelto di correre da indipendente, affiliandosi al terzo partito dei libertari.
La battaglia delle primarie si è giocata in California e Texas per decidere i candidati che correranno per il Senato; mentre la Carolina del Nord ha visto una gara particolarmente competitiva per la carica di governatore. Chi deve continuare a vincere, dal Super Tuesday in poi, è la partecipazione, il recarsi a votare di persona o via posta per garantire che a scegliere il futuro degli Stati Uniti sia davvero una maggioranza e non minoranze sempre più radicali che, a destra, come a sinistra, stanno allontanando e dividendo il Paese.
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