La protesta dei trattori blocca l’Europa: ecco le richieste degli agricoltori

In tutta Europa si sta diffondendo la protesta degli agricoltori contro l’aumento dei costi e dei regolamenti, a fronte di prezzi di vendita bassi.
Un momento della manifestazione di agricoltori e allevatori a Spoleto con un corteo di trattori, 22 gennaio 2024. ANSA/BASILIETTI

Gli agricoltori di molti Stati membri dell’Unione europea (Ue) stanno scendendo in piazza a protestare, bloccando strade e autostrade, assediando le città e interrompendo gli approvvigionamenti. Oggi gli agricoltori devono far fronte a redditi relativamente bassi e orari di lavoro lunghi, una concorrenza sul mercato talvolta sleale, anche a causa di importazioni da paesi extra-Ue, costi dell’energia elevata, inflazione, crescente incertezza dovuta ai cambiamenti climatici, ma anche ciò che viene percepito come un’eccessiva regolamentazione europea con conseguenze finanziarie.

Al centro delle proteste vi sono le politiche dell’Ue, in particolare il Green Deal, i nuovi requisiti della Politica Agricola Comune (PAC), che impone agli agricoltori di mantenere il 4% delle superfici a riposo, e l’accordo di libero scambio con il Mercosur, in trattativa con il Brasile, l’Argentina, il Paraguay e l’Uruguay, che scontenta innanzitutto la Francia, che ritiene le norme non omogenee rispetto agli standard europei, con lo spettro di un’invasione del mercato di prodotti provenienti dall’America del Sud, a danno delle produzioni locali, favorendo il disboscamento dell’Amazzonia.

Proprio in Francia, il primo Paese agricolo dell’Ue, i trattori hanno assediato Parigi, con le proteste degli agricoltori contro le retribuzioni insufficienti, le normative europee e la concorrenza sleale delle importazioni a basso costo.

Anche la Germania ha dovuto far fronte a tensioni, con lo scoppio delle proteste degli agricoltori dopo la decisione del governo di eliminare gradualmente una riduzione fiscale sul diesel agricolo nel tentativo di pareggiare il bilancio 2024. Berlino è stata quasi paralizzata dai manifestanti, mentre uno dei suoi assi viari principali è stato bloccato da camion e trattori.

Bruxelles è stata assediata, lunedì, da agricoltori infuriati e circa una dozzina di trattori sono riusciti a raggiungere il quartiere europeo. Gli agricoltori hanno anche fermato cinque camion con ortaggi spagnoli e hanno scaricato i prodotti nei pressi del centro di distribuzione del rivenditore belga Colruyt, vicino a Bruxelles. Bloccato anche il porto di Zeebrugge, sul Mare del Nord.

Anche gli agricoltori e i camionisti rumeni protestano contro gli elevati costi e hanno bloccato l’accesso al valico di frontiera con l’Ucraina, per la quale, a seguito dell’invasione russa, sono state eliminate le quote e i dazi. Le proteste si stanno diffondendo anche in Italia, in Grecia, in Spagna.

La Commissione delle conferenze episcopali della Comunità Europea (COMECE) ha espresso solidarietà agli agricoltori, invitando i politici a mettere la persona umana al centro delle considerazioni politiche sull’agricoltura, e osservando che «un futuro sostenibile del nostro sistema alimentare e un futuro sicuro e florido per gli agricoltori possono coesistere».

Infatti, «pur sostenendo fermamente l’obiettivo di un futuro sostenibile per tutti nell’Ue», i vescovi europei condividono le preoccupazioni degli agricoltori per la sostenibilità delle aziende agricole di piccole e medie dimensioni e per il futuro delle aree rurali. Infatti, «il settore agricolo svolge un ruolo essenziale nel fornirci cibo accessibile e di alta qualità, nel dare vita alle nostre zone rurali e nella gestione dei nostri paesaggi». Allo stesso tempo, le statistiche mostrano una continua diminuzione del numero di aziende agricole di piccole e medie dimensioni, insieme all’invecchiamento dei lavoratori agricoli.

L’Ue presenterà delle nuove misure questo giovedì, quando la questione sarà affrontata anche in un incontro informale dei leader europei già in calendario da tempo. La strategia sembra quella di concedere delle deroghe alla regola del 4% di terreni a riposo della PAC e delle clausole di salvaguardia per gli agricoltori di frontiera di Ungheria, Polonia, Slovacchia, Bulgaria e Romania.

Nel frattempo, la Commissione europea ha avviato il dialogo strategico sul futuro dell’agricoltura, un nuovo forum incaricato di definire una visione condivisa per il futuro del sistema agricolo e alimentare dell’Ue.

Il dialogo strategico, annunciato dalla presidente della Commissione europea, Ursula von der Leyen, nel discorso sullo stato dell’Unione nel settembre 2023, affronterà le sfide e le opportunità del momento, quali un tenore di vita equo per gli agricoltori e le comunità rurali, il sostegno all’agricoltura entro i limiti del nostro pianeta e dei suoi ecosistemi, lo sfruttamento delle enormi opportunità offerte dalla conoscenza e dall’innovazione tecnologica e la promozione di un futuro prospero per il sistema alimentare dell’Ue in un mondo competitivo.

Il dialogo strategico riunisce i principali portatori di interessi di tutta la filiera agroalimentare, compresi gli agricoltori, le cooperative, le imprese agroalimentari, le comunità rurali, le organizzazioni non governative e i rappresentanti della società civile, le istituzioni finanziarie e università.

Secondo Ursula von der Leyen «è giunto il momento di creare un nuovo consenso sull’alimentazione e l’agricoltura tra gli agricoltori, le comunità rurali e tutti gli altri attori della filiera agroalimentare dell’Ue». La presidente della Commissione europea riconosce che «gli agricoltori e l’industria alimentare dell’Ue forniscono ai nostri cittadini alimenti sani e di alta qualità e apportano un contributo centrale alla nostra economia, in particolare nelle zone rurali» e, inoltre, «stanno compiendo uno sforzo enorme per contribuire alla nostra transizione verde e digitale» ma, allo stesso tempo «si trovano ad affrontare un’ampia gamma di sfide, che vanno dai cambiamenti climatici all’inflazione, fino alla volatilità degli effetti sui mercati». Ecco che il dialogo strategico dovrebbe creare un forum di discussione per definire una visione chiara per il futuro, a vantaggio di tutti.

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