Nuovo tour in Africa per Antony Blinken
È la prima visita nell’Africa sub-sahariana dopo dieci mesi e il quarto viaggio nel continente africano del segretario di Stato americano Antony Blinken.
In Niger, dopo il colpo di Stato che ha rovesciato il presidente Bazoum, Niamey cerca di diversificare i suoi partner: i soldati francesi sono stati allontanati dal Paese e i legami con Mosca si stanno rafforzando. Negli ultimi anni la Russia ha sviluppato la sua influenza in diversi Paesi africani francofoni, in particolare con la presenza del gruppo paramilitare Wagner nella Repubblica Centrafricana e in Mali, e le relazioni privilegiate con il Burkina Faso. L’itinerario di Blinken e l’attenzione alle regioni che visita non sono quindi casuali.
Nella fascia del Sahel la minaccia jihadista è ancora rilevante. Grande instabilità regna in Burkina Faso, Niger e Mali, e il Ciad non è estraneo a questi problemi. In Sudan, da 9 mesi, milizie ed esercito sono impegnati in una feroce battaglia per il controllo del potere, con grande sgomento dei civili.
Se la Nigeria è al centro della lotta contro gli islamisti nel Sahel, l’Angola è coinvolto nella risoluzione del conflitto tra Congo RdC e Ruanda, che sostiene i ribelli congolesi dell’M23.
La Costa d’Avorio, da parte sua, è riuscita a frenare la minaccia jihadista attraverso reazioni armate rapide e realizzando infrastrutture in aree remote, dando così lavoro a molti giovani disoccupati.
Tuttavia, il portavoce del Dipartimento di Stato statunitense, Matt Miller, ha sottolineato le questioni economiche e commerciali di questa visita di Blinken: «Abbiamo delle sfide nel continente africano, ma […] abbiamo anche molte opportunità che il presidente e il segretario di Stato hanno considerato prioritarie».
E per una buona ragione: diversi progetti su larga scala realizzati in stretta collaborazione con gli Stati Uniti sono già in uno stadio avanzato. È il caso delle infrastrutture che collegano la Repubblica Democratica del Congo (RdC) e lo Zambia attraverso il porto di Lobito, in Angola. O anche partenariati in materia di salute e sicurezza alimentare «basati sul rispetto dei diritti umani, sulla promozione della democrazia e sull’estensione dello Stato di diritto» che Washington vuole «promuovere».
Capo Verde è «una democrazia formidabile e un ottimo esempio per il continente», spiega Molly Phee, sottosegretario di Stato per gli affari africani. «Il nostro futuro è collegato, la nostra prosperità è collegata e le voci provenienti dall’Africa stanno sempre più plasmando, animando e guidando il dibattito nel mondo», ha affermato Antony Blinken durante la sua sosta nel piccolo arcipelago africano. «Gli Stati Uniti sono impegnati ad approfondire, rafforzare ed espandere le partnership in tutta l’Africa», ha aggiunto Blinken. Gli Stati Uniti hanno fornito circa 150 milioni di dollari – ovvero circa 138 milioni di euro – attraverso due programmi che prevedono l’ampliamento del porto della capitale, Praia, nonché il miglioramento delle strade e del sistema di distribuzione dell’acqua potabile. Un terzo programma di aiuti è attualmente allo studio.
La questione per gli Usa è: come mantenere influenza in un continente in piena diversificazione dei suoi partenariati, sia economici che di sicurezza, di cui Russia e Cina sembrano essere i principali beneficiari?
Il viaggio in Africa di Antony Blinken arriva pochi giorni dopo quello del capo della diplomazia cinese, Wang Yi, che ha visitato anche Costa d’Avorio, Togo, Tunisia ed Egitto. Pechino è da tempo molto attiva nel continente, finanziando soprattutto le infrastrutture di molti Paesi. Come la Russia, che anno dopo anno sta guadagnando terreno in un certo numero di paesi africani francofoni, e sta mettendo solide basi nel continente. Una posizione alla quale anche Mosca aspira, a partire dai rapporti privilegiati con il Burkina Faso.
Se per molti osservatori si tratta di una competizione tra Usa, Cina e Russia, secondo Johnnie Carson, ex diplomatico americano, non è così: «Gli Stati Uniti sono impegnati in Africa per costruire e rafforzare le relazioni con questi Paesi. Il prisma di queste relazioni non passa attraverso Pechino o Mosca […] Esiste un legame storico di antica data tra Stati Uniti e Africa: circa il 14 per cento della popolazione statunitense è nera, di origine africana. Gli Stati Uniti hanno da tempo stretti legami con l’Africa nell’industria del petrolio e del gas. Per quanto riguarda la tappa in Angola, grande produttore di petrolio, gli Stati Uniti stanno cercando di sviluppare qui le loro attività».